Edmondo Viselli
Anemone giallo (Pulsatilla alpina)
2018-07-27 06:17:19
Nome scientifico: Pulsatilla alpina (L.) Delabre (Sinonimo: Anemone alpina L.) Famiglia: Ranuncolaceae Altro nome comune: Anemone delle Alpi Habitat naturale: Pascoli alpini e subalpini, praterie sassose, boschi radi di montagna (lariceti), spesso su suolo calcareo e talvolta nelle fessure delle rocce da 1000 a 2700 metri. E’ diffuso in Italia sulle Alpi e sull’Appennino settentrionale. Scendendo verso sud diventa progressivamente più raro. E’ comunque presente sino al Lazio e al Molise compresi; è inoltre segnalato in Calabria. Assente in Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna. E’ pianta in genere protetta. Periodo di fioritura: Da maggio a luglio Descrizione della pianta: Pianta erbacea perenne alta 10 – 50 cm con foglie e fusto villoso. Le foglie basali sono lungamente picciolate, incise profondamente e finemente. I fiori, in genere solitari, sono piuttosto grandi (fino a 7 cm di diametro) di colore bianco oppure soffusi di viola chiaro, pelosi esternamente con parecchi stami gialli. Note: Come tutte le piante della famiglia delle Ranunulaceae è pianta velenosa per la presenza di protoanemonina e ranuncolina. L’assimilazione può provocare nausea, dissenteria e problemi respiratori mentre il contatto può causare irritazioni cutanee.
Edmondo Viselli
Taraxacum officinale (taràssaco comune)
2018-07-26 08:56:04
Il taràssaco comune (Taraxacum officinale, Weber ex F.H.Wigg. 1780) è una pianta a fiore (angiosperma) appartenente alla famiglia delle Asteracee. L'epiteto specifico,officinale, ne indica le virtù medicamentose, note fin dall'antichità e sfruttate con l'utilizzo delle sue radici e foglie. Morfologia È una pianta erbacea e perenne, di altezza compresa tra 3 e 9 cm. Presenta una grossa radice a fittone dalla quale si sviluppa, a livello del suolo, una rosetta basale di foglie munite di gambi corti e sotterranei. Foglia Le foglie sono semplici, oblunghe, lanceolate e lobate, con margine dentato (da qui il nome di dente di leone) e prive di stipole. Il fusto, che si evolve in seguito dalle foglie, è uno scapo cavo, glabro e lattiginoso, portante all'apice un'infiorescenza giallo-dorata, detta capolino. Il capolino è formato da due file di brattee membranose, piegate all'indietro e con funzione di calice, racchiudenti il ricettacolo, sul quale sono inseriti centinaia di fiorellini, detti flosculi. Ogni fiore è ermafrodita e di forma ligulata, cioè la corolla presenta una porzione inferiore tubolosa dalla quale si estende un prolungamento nastriforme (ligula) composto dai petali. L'androceo è formato da 5 stami con antere saldate a tubo; il gineceo da un ovario infero, bi-carpellare e uniloculare, ciascuno contenente un solo ovulo e collegato, tramite uno stilo emergente dal tubo, a uno stimma bifido. La fioritura avviene in primavera per la maggior parte in aprile-maggio ma si può prolungare fino all'autunno. L'impollinazione è di norma entomogama, ossia per il tramite di insetti pronubi, ma può avvenire anche grazie al vento (anemogama). Da ogni fiore si sviluppa un achenio, frutto secco indeiscente, privo di endosperma e provvisto del caratteristico pappo: un ciuffo di peli bianchi, originatosi dal calice modificato, che, agendo come un paracadute, agevola col vento la dispersione del seme, quando questo si stacca dal capolino. Distribuzione e habitat Il tarassaco cresce spontaneamente nelle zone di pianura fino a un'altitudine di 2000 m e in alcuni casi con carattere infestante. È una pianta tipica del clima temperato e, anche se per crescere non ha bisogno di terreni e di esposizioni particolari, predilige maggiormente un suolo sciolto e gli spazi aperti, soleggiati o a mezzombra. In Italia cresce dovunque e lo si può trovare facilmente nei prati, negli incolti, lungo i sentieri e ai bordi delle strade. Usi Il tarassaco è usato per preparare un'apprezzata insalata primaverile che facilita la depurazione, sia da solo che con altre verdure. In Piemonte, dove viene chiamato "girasole"[7], è tradizione consumarlo con uova sode durante le scampagnate di Pasquetta. Anche i petali dei fiori possono contribuire a dare sapore e colore a insalate miste. I boccioli sono apprezzabili se preparati sott'olio; sotto aceto possono sostituire i capperi[4]. I fiori si possono preparare in pastella e quindi friggere. Le tenere rosette basali si possono consumare sia lessate e quindi condite con olio extravergine di oliva, sia saltate in padella con aglio (o ancor meglio con aglio orsino). In Carnia le stesse rosette basali vengono consumate crude, condite con guanciale soffritto con pochissimo olio e "spento" a fine cottura con abbondante aceto. I fiori vengono inoltre utilizzati per la preparazione di gelatine, spesso erroneamente definite "miele di tarassaco".
Edmondo Viselli
Giglio di monte (Paradisea liliastrum)
2018-07-26 08:27:17