Edmondo Viselli
Bougainvillea
2018-08-03 17:43:29
Bougainvillea è un genere di piante della famiglia delle Nyctaginaceae, originario delle zone tropicali (in special modo del Brasile). La pianta fu scoperta nel 1768 in Brasile dal botanico francese Philibert Commerson e fu più tardi così nominata in onore di Louis Antoine de Bougainville, l'esploratore francese che era a capo di quella spedizione. Descrizione Il fiore è piccolo e di colore biancastro; la parte viola non è in realtà formata da petali, ma da brattee. Comprende specie arbustive sarmentose, spinose sempreverdi a grande sviluppo (8–10 m) con foglie ovate quasi persistenti di colore verde lucente. L'interesse come piante ornamentali è dato da grappoli di piccoli fiori tubolosi bianchi o giallognoli riuniti a gruppi di tre in un involucro di tre brattee vistosamente colorate di bianco, giallo, arancio, rosa, rosso o viola, che fioriscono per molti mesi l'anno. Coltivazione Le specie di Bugainvillea che possono essere coltivate all'aperto in quasi tutta Italia escluse le zone a clima troppo rigido, in terreno di medio impasto fertile e una buona umidità, posizione soleggiata e riparata dai venti freddi invernali, sono: la B. glabra varietà Sanderiana pianta molto rustica, di forma raccolta con foglie piccole lucide fiori con brattee rosso-violaceo brillante può essere anche coltivata in vaso. Altre specie di grande altezza (oltre 10 m) a fiori più grandi anche se meno fiorifere e rustiche della precedente, inadatte al clima del Nord Italia e alla coltivazione in appartamento, sono la B. spectabilis pianta lianosa con fiori giallognoli e brattee rosa-malva e la B. lateritia a fiori di colore salmone. Le specie coltivate in vaso per gli appartamenti come la B. buttiana vengono allevate a cespuglio con regolari spuntature degli apici, richiedono ambienti caldi e soleggiati per una buona fioritura, regolari annaffiature e concimazioni liquide diradate entrambi d'inverno, rinvasare o rinterrare in Primavera usando terriccio corretto con torba.
Edmondo Viselli
Rosa
2018-08-01 06:57:30
La rosa (Rosa L., 1753), della famiglia delle Rosaceae, è un genere che comprende circa 150 specie, suddivise in numerose varietà con infiniti ibridi e cultivar, originarie dell'Europa e dell'Asia, di altezza variabile da 20 cm a diversi metri, comprende specie cespugliose, sarmentose, rampicanti, striscianti, arbusti e alberelli a fiore grande o piccolo, a mazzetti, pannocchie o solitari, semplici o doppi, frutti ad achenio contenuti in un falso frutto (cinorrodo); le specie spontanee in Italia sono oltre 30, di cui ricordiamo la R. canina (la più comune), la R. gallica (poco comune nelle brughiere e luoghi sassosi), la R. glauca (frequente sulle Alpi), la R. pendulina (comune sulle Alpi e l'Appennino settentrionale) e la R. sempervirens. Etimologia Il nome generico deriva dal latino rosa, con tradizione dotta o semidotta (assenza di dittongo ascendente -uo- e pronuncia sonora della -s- anche nella parlata toscana), forse perché la tradizione della coltivazione di rose si era interrotta nell'Alto Medioevo ed era iniziata di nuovo in età carolingia. Il latino rosa non è di origine indoeuropea, anche se ci sono collegamenti con il greco antico Ϝρόδον wródon e l'iranico *wr̻d- (cfr. persiano gul), da cui l'armeno vard. È probabile un'origine mediterranea della parola, da una forma approssimativa wr(o)d(ya)-. Rosa è poi passato al celtico insulare (irlandese rós) e al germanico (anglosassone róse, alto tedesco antico rosa). Giardinaggio Come pianta ornamentale nei giardini, per macchie di colore, bordure, alberelli, le sarmentose o rampicanti per ricoprire pergolati, tralicci o recinzioni, le specie nane dalle tinte brillanti e con fioriture prolungate per la coltivazione in vaso sui terrazzi o nei giardini rocciosi. Industrialmente si coltivano le varietà a fusti eretti e fiori grandi, per la produzione del fiore reciso, che occupa in Italia circa 800 ettari, localizzati per oltre la metà in Liguria, il resto in Toscana, Campania e Puglia. Uso in medicina I petali vengono utilizzati per le proprietà medicinali, per l'estrazione dell'essenza di Rosa e degli aromi utilizzati in profumeria, nell'industria essenziera, nella cosmetica, pasticceria e liquoristica. È una delle basi immancabili più utilizzate in profumeria. Come pianta medicinale si utilizzano oltre ai petali con proprietà astringenti, anche le foglie come antidiarroico, i frutti ricchi di vitamina C diuretici, sedativi, astringenti e vermifughi, i semi per l'azione antielmintica, e perfino le galle prodotte dagli insetti del genere Cynips ricche di tannini per le proprietà diuretiche e sudorifere. In aromaterapia vengono attribuite all'olio di rosa proprietà afrodisiache, sedative, antidepressive, antidolorifiche, antisettiche, toniche del cuore, dello stomaco, del fegato, regolatrici del ciclo mestruale. Uso in cucina Sono vari gli utilizzi delle rose in cucina, sia come elemento decorativo che come alimento, ma è importante che le piante non siano state trattate chimicamente. Ad esempio, le giovani foglie delle rose spontanee servono per la preparazione di un tè di rosa, i petali possono essere consumati in insalata, i frutti della rosa sono impiegati nella preparazione di confetture. Profumeria e dermatologia Estratti di rose nobili trovano impiego in profumeria e dermatologia. L'olio di rose è usato da tempo antichissimo, tanto che è ricordato nell'Iliade quando venere cura le ferite di Ettore, ed era ottenuto tramite macerazione. La distillazione ha origine principalmente in Persia, già nella prima metà del sec. IX d. C., fu introdotta nell'Europa occidentale da arabi e crociati. La separazione dell'essenza di rose dall'acqua distillata fu eseguita per la prima volta in Europa, circa nel 1580, da Rossi e Della Porta.
Edmondo Viselli
Hibiscus (Ibisco)
2018-08-01 06:52:03