Edmondo Viselli

Felce (Pteridophyta)

2018-07-26 07:46:53

Le Pteridofite (Pteridophyta, dal greco πτερίς "pteris" che vuol dire felce) sono una divisione di piante crittogame vascolari a cui appartengono specie usualmente note come felci, equiseti. Queste piante sono cormofite: sono costituite da un fusto, vere radici e foglie, e posseggono un sistema vascolare. Sono difatti le prime piante terrestri che hanno cominciato a differenziare un sistema di trasporto dei fluidi, permettendo così un ulteriore accrescimento in altezza a differenza delle Briofite (muschi) che non sono riuscite ad affrancarsi totalmente dalla vita acquatica. Le Pteridofite sono organismi aplodiplonti con alternanza di generazioni antitetiche eteromorfiche con netto predominio dello sporofito sul gametofito. Le felci sono un gruppo antico, apparso già nel Devoniano inferiore e rappresentato ancor oggi da circa 11.000 specie. A differenza di Angiosperme e Gimnosperme, le felci non sono dotate di semi ma si diffondono nell'ambiente mediante spore. Struttura Molte felci possiedono foglie vere e proprie (megafilli) a lamina intera o spesso pennata, denominati “fronde”. Le fronde sono provviste di numerose nervature e, nello stadio giovanile, si presentano arrotolate all'apice. L'arrotolamento avviene a causa della crescita più rapida della pagina inferiore dei giovani abbozzi fogliari. Lo srotolamento è definito vernazione circinnata. Nelle fronde la nervatura si ramifica in vari modi: di frequente sono presenti fronde pennate (da 2 a 4 volte), ma si trovano anche foglie indivise con nervatura mediana dominante e nervature laterali poco vistose. Le foglie portano sulla pagina inferiore parecchi sporangi spesso riuniti in gruppi detti sori. Le felci moderne sono suddivise in due gruppi: le felci eusporangiate e le felci leptosporangiate, sulla base del tipo di sporangio. Il fusto delle felci moderne è di solito un rizoma sotterraneo, ma nelle felci arboree tropicali esso può raggiungere dimensioni simili a quelle delle palme. Riproduzione Nelle Pteridofite troviamo un'alternanza di generazione ben distinta: dalla spora, aploide, che germina si sviluppa un protallo o gametofito, a forma ora di tubercolo, ora di lamina (come nelle felci) fissato al substrato tramite rizoidi. I protalli possono essere esclusivamente maschili, esclusivamente femminili oppure ermafroditi a seconda che ospitino organi maschili (anteridi), femminili (archegoni) o entrambe. All'interno degli anteridi sono presenti i gameti maschili (detti talvolta anterozoi), spesso ritorti a spirale, e mobili per la presenza di ciglia. Gli archegoni, strutture a forma di fiasco, contengono invece il gamete femminile, immobile. I gameti maschili entrano, grazie alla presenza di acqua, negli arghegoni e si uniscono al gamete femminile. In seguito alla fecondazione si origina un embrione che si nutre a spese del protallo, a cui rimane attaccato mediante un piede sviluppando subito la piantina vascolare o sporofito che è diploide. La pianta, a ciclo vitale avanzato, origina le spore. Queste sono rinchiuse dentro gli sporangi (spesso raggruppati in sori) e si possono sviluppare sotto la pagina delle fronde fertili o su strutture apposite (es. negli equiseti). Non sempre le foglie sono insieme sporangifere ed assimilatrici, nel qual caso si dicono trofosporofilli; in molti casi esiste una differenziazione fra trofofilli (foglie assimilatrici) e sporofilli (foglie sporangifere o fertili). Le spore possono essere tutte uguali e si parla di Pteridofite isosporee oppure distinte in macrospore (femminili) e microspore (maschili) e si parla di Pteridofite eterosporee. In questo caso anche gli sporangi si suddivideranno in microsporangi e macrosporangi. Inoltre a fianco dei due tipi di riproduzione sessuata e asessuata è frequente nelle Pteridofite la riproduzione agamica. La morfologia autosimilare delle foglie e degli steli costituisce un esempio applicativo dell'utilizzo della geometria frattale nell'interpretazione della natura.

Edmondo Viselli

Digitale (Digitalis)

2018-07-25 14:07:21

La digitale (Digitalis L., 1753) è un genere erbaceo della famiglia delle Scrophulariaceae (la stessa della bocca di leone), con fiori che hanno una caratteristica forma simile a un ditale – da cui il nome. I fiori sono riuniti in racemi terminali unilaterali all'apice del fusto. Tassonomia Le specie di Digitalis sono circa una ventina e includono: Digitalis cariensis Digitalis ciliata Digitalis davisiana Digitalis dubia Digitalis ferruginea (digitale bruna) Digitalis grandiflora Digitalis laevigata (digitale della rosandra) Digitalis lanata Digitalis leucophaea Digitalis lutea Digitalis obscura Digitalis parviflora Digitalis purpurea Digitalis thapsi Digitalis trojana Digitalis viridiflora Secondo la classificazione di Cronquist il genere Digitalis appartiene alla famiglia delle Scrophulariaceae, mentre la più recente classificazione APG lo colloca nella famiglia delle Plantaginaceae. La specie più nota è la Digitalis purpurea, a fiori rossi; cresce nei boschi e nei prati aridi dell'Europa centro-meridionale, spesso inselvatichita. In Italia cresce anche la Digitalis ferruginea. Tra le specie di interesse erboristico si annoverano anche la Digitalis lanata, a fiori bianchi con interno giallo, e la Digitalis lutea, a fiori bianchi sfumati di giallo. Va inoltre ricordata la Digitalis micrantha, a piccoli fiori biancastri, propria dei boschi dell'Appennino e di altre aree dell'Italia centro-meridionale.

Edmondo Viselli

Tulipano (Tulipa)

2018-07-25 06:34:03

Tulipa L., 1753 è un genere di piante della famiglia delle Liliaceae. Comprende specie bulbose alte 10–50 cm, tra cui alcune spontanee in Italia, note col nome comune di tulipano. Il genere ha avuto origine nei monti del Pamir e nelle montagne dell'Hindu Kush e del Tien Shan. L'ambito di crescita del genere si estende verso est dalla penisola iberica, attraverso il Nordafrica la Grecia, i Balcani, la Turchia e attraverso il levante (Siria, Israele, Territori Palestinesi, Libano, Giordania) e Iran, verso nord fino all Ucraina, al sud della Siberia e Mongolia e ad est verso il nord-ovest della Cina. Un certo numero di specie e molte cultivar ibridi crescono in giardini o come piante da vaso. Il nome deriva dal turco «tullband», che significa copricapo, turbante, per la forma che il fiore sembra rappresentare. Questo fiore ebbe una grande popolarità in Turchia nel XVI secolo durante il regno di Solimano il Magnifico, che lo volle sviluppare in numerose varietà ed impiantare ovunque. Importazione in Europa Fu portato per la prima volta in Europa nel 1554 dal fiammingo Ogier Ghislain de Busbecq, ambasciatore di Ferdinando I alla corte di Solimano il Magnifico, che ne spedì alcuni bulbi al botanico Carolus Clusius, responsabile dei giardini reali olandesi. Clusius trovò un modo per sviluppare molte varietà di tulipani, nei più svariati colori e forme. La sua coltivazione nei Paesi Bassi iniziò all'incirca a partire dal 1593. I tulipani divennero rapidamente una merce di lusso e uno status symbol, non solo per il loro valore decorativo, ma anche per il valore economico, e crebbero rapidamente di prezzo. Ne nacque tra il 1634-37 la prima bolla speculativa documentata della storia del capitalismo, la famosa bolla dei tulipani, che scoppiò il 5 febbraio 1637.

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