Carlo Pili

Founder President

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08/01/2019, 18:41

"Illumina ciò che ami senza toccarne l'ombra." (Christian Bobin)

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Carlo Pili

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Il mondo divino contiene elementi di una infinita ricchezza...

08/01/2019, 18:38

"Dopo una preghiera, dopo un momento di meditazione, dopo un contatto con la luce, vi accade di sentirvi appagati. All'esterno, obiettivamente, non si è verificato nulla, in apparenza non avete ricevuto niente, eppure siete nella pienezza. Sì, perché sono la vostra anima e il vostro spirito ad essersi nutriti, dissetati. Nei "ristoranti" dell'anima e dello spirito, le cose non si svolgono come sul piano fisico, dove più volte al giorno siete obbligati a mangiare e a bere per non essere affamati, assetati e senza forze. Il nutrimento che ricevete nelle regioni sublimi dell'anima e dello spirito vi sazia e vi disseta per giorni e giorni. Il mondo divino contiene infatti elementi di una tale ricchezza che se riuscite anche solo una volta a captarli, la sensazione di pienezza che vi danno non vi abbandona più, e niente vi può togliere la certezza di aver assaporato l'eternità." (Omraam Mikhael Aivanhov)

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Carlo Pili

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IL PERDONO...

08/01/2019, 07:16

Perdonare non significa pronunciare la parola magica del perdono e magari aspettarsi un effetto istantaneo, anch’esso magico. Può essere facile pronunciare la parola perdono, ma ha poco valore se non c'è il cuore, se non è coinvolta tutta la persona. L’atto della volontà è necessario ma non è sufficiente. Sono indispensabili risorse come l'intelligenza, il cuore, la sensibilità, il buonsenso, altrimenti risulta un perdono artificioso. Ciò richiede una generosità tale che ci si deve rimettere a un'istanza superiore , a un Altro, a Dio per poterlo realizzare. Il perdono dipende quindi da un'azione umana e da un'azione divina interiore in cui ciascuna vi apporta il proprio contributo, ed entrambe sono indispensabili.Perdonare non significa dimenticare il torto subito. Spesso sentiamo dire: «Va bene, dimentichiamo, voltiamo pagina, perdoniamoci… ». In questo caso non si avrebbe niente da perdonare. Esercitare il perdono esige invece una buona memoria e una coscienza lucida dell'offesa. Anzi, alcuni suggeriscono di ricordare, anche dettagliatamente, il torto ricevuto per poterci liberare delle ferite che esso può aver provocato. In effetti, se si giunge a perdonare un’offesa ciò significa che il suo ricordo non ci causa più sofferenza ma sarà un ricordo come un altro che contribuirà ad acquistare maggiore saggezza. Il perdono non è dimenticare le colpe del passato, ma un dilatarsi del cuore in uno scambio di vita.Perdonare non significa negare o sminuire l’offesa subita dicendo: «Non è grave! Ho le spalle larghe, ci vuol ben altro per lasciarmi abbattere! ». Quando si riceve un duro colpo, specie da persone a noi care, una delle reazioni più frequenti consiste nel difendersi dal tumulto di emozioni che emergono in noi, negando che ci sia stata l’offesa. Ma questa reazione non si chiama perdono bensì rimozione e non c’entra nulla con il perdono.Perdonare non significa abdicare ai propri diritti.♥♥♥

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