Carlo Pili

Founder President

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SERENA SERATA 😘😘😘 "Ci sono due parole “scusa” e “grazie”, che sembrano sparite dal vocabolario dei giovani e meno giovani ma soprattutto dall’abc del cuore. Di tutti. Sono, da sempre, le parole del perdono, e della gratitudine, della riconoscenza, o meglio del riconoscimento di aver ricevuto qualcosa da qualcuno, magari fin dalla nascita: dai genitori, dai nonni, dalla tata e poi crescendo, dall’amico, dall’innamorato-a, dal collega, dal sacerdote. Una volta i genitori cercavano di insegnarle ai loro piccoli insieme all’amore, come un’altra faccia dell’amore o, semplicemente, come espressione di educazione, di una cultura della reciprocità e dell’altro come me. Oggi…tutti hanno diritti e, fin dalla culla, tutto è dovuto. Sempre. Specie dai giovani, dai figli, proprio in quanto figli che “non hanno chiesto loro di venire al mondo” per cui anche il dono della vita diventa spesso una colpa dei genitori da dover scontare. Per sempre. …Quante bocche serrate o insulti piuttosto che chiedere scusa. Quanti “scusa” e “grazie” non si sono mai pronunciati. Quanti silenzi offesi ed offensivi hanno creato muri tra le persone, fra i popoli, le nazioni e provocato perfino eccidi, distruzioni. Si è perso il senso elevato di queste parole che sono un gesto di pace e di riscatto, un tendere la mano, chiedere comprensione, e rafforzare legami, amicizie. Di quanti “scusa” e “grazie” mai pronunciati si sono nutrite le separazioni, i divorzi, le fughe e forse, peggio ancora, certe vendette e raptus? La forza delle parole mai dette, è talvolta più dirompente di quelle urlate perchè il silenzio scava sotterranei, inguaribili solchi di incomprensioni. Ricordo il motto scout di Baden Powell sulla gratitudine: ” Un dono non ti appartiene veramente finchè non hai ringraziato”." 🙏 Scusa e grazie – Rosangela Zavattaro Rastelli

Carlo Pili

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"Se siete seri, siete bloccati. L’umorismo è la via più rapida per invertire questo processo. Se potete ridere di una cosa, potete anche cambiarla." 😄 Richard Bandler

Carlo Pili

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In greco l'DIOTA era quell’uomo che, non ricoprendo cariche pubbliche e non partecipando alla vita della città, viveva isolato comunicando poco, facendo poche esperienze e avendo perciò poco da dire e da scambiare con gli altri. Benché il tempo abbia stratificato altri significati, il termine idiota conserva ancora l’idea di inettitudine e goffa inesperienza. Proviamo a pensarci come idioti intelligenti: cambieremo radicalmente il nostro modo di stare al mondo, insieme agli altri... 🙏 "Quando Gandhi studiava giurisprudenza all'Università di Londra aveva un professore, Peters, che non lo sopportava; Gandhi, però, non era tipo da lasciarsi intimidire. Un giorno il professore stava mangiando nel refettorio e Gandhi gli si sedette accanto. Il professore disse: –Signor Gandhi, lei sa che un maiale e un uccello non possono mangiare insieme?– Ok Prof, sto volando via…rispose Gandhi, che andò a sedersi a un altro tavolo. Il professore, profondamente infastidito, decise di vendicarsi al successivo esame, ma Gandhi rispose brillantemente a tutte le domande. Allora decise di fargli la domanda seguente: – Signor Gandhi, immagini di stare per strada e di notare una borsa; la apre e vi trova la saggezza e molto denaro. Quale delle due cose tiene per sé?– Certamente il denaro, Prof. –Ah, io invece al posto suo avrei scelto la saggezza.– Lei ha ragione Prof; in fondo, ciascuno sceglie quello che NON ha! Il professore, furioso, scrisse sul libretto la parola IDIOTA e glielo restituì. Gandhi lesse il risultato della prova e tornò subito indietro. – Professore, Lei ha firmato l’esame ma si è dimenticato di mettere il voto!"

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