Alessandro Rebuscini

"Est modus in rebus".

Come da programma inauguro oggi la condivisione di una serie animata che consente di avvicinarsi al mondo dell' Opera lirica anche ai più piccoli. Come potrete constatare i dialoghi sono in lingua inglese ma risultano abbastanza semplici (per chi mastica un minimo questa lingua) e possono fungere da pratica di ascolto e comprensione di questa lingua sempre più importante da conoscere. Questa prima Opera, una delle più conosciute a livello mondiale, il cui titolo originale era "Almaviva" ovvero "l'inutile precauzione", il cui autore è stato Giovacchino Antonio Rossini. Quest' Opera, di inizio ottocento, ci parla e ci permette di conoscere personaggi moderni e ci illustra una società che sta cambiando, rispetto al secolo precedente. Divisa in due atti quest' Opera comica è stata elogiata da alcuni grandi musicisti del passato tra i quali, non posso non citare, Ludwig van Beethoven, che si congratulò di persona, nel 1822, con Gioacchino Rossini consigliandoli di continuare a creare Opere buffe. L' Opera rossiniana venne tratta dall'originale ed omonima Opera, composta dal drammaturgo Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais che andò in scena per la prima volta nel 1775. Questo lavoro offriva una lieve satira sulla classe borghese che era in tumulto prima della Rivoluzione francese. Spero, con queste brevi informazioni, di avervi incuriosito a conoscere di più sul mondo dell' Opera lirica che è un vero e proprio patrimonio culturale del nostro Stivale. Il prossimo appuntamento con questo mondo è fissato per il primo giorno di agosto. Buona vita...

by Alessandro Rebuscini
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Alessandro Rebuscini

"Est modus in rebus".

Qualche esercizio per restare in forma. Buon allenamento.

by Alessandro Rebuscini
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Alessandro Rebuscini

"Est modus in rebus".

Foto scattata da me in Kokusai-dori, la via più trafficata, nella città di Naha ad Okinawa. Questa bizzarra opera che ho potuto ammirare durante il viaggio nella terra nativa del karate rappresenta un "tameshiwari" ovvero una tecnica di rottura molto utilizzata dai praticanti di arti marziali sia per provare l'efficacia di un colpo e la concentrazione mentale, sia per attirare l'attenzione dei meno esperti. La pratica di rottura di tavolette di legno, di tegole o mattoni viene purtroppo molto spesso utilizzata per "far colpo" sulla massa in quanto per un neofita in campo di arti marziali, vedere spezzare a metà oggetti duri utilizzando le mani, i piedi e addirittura la testa è come assistere ad un miracolo. Ecco perché per attirare nella propria palestra il maggior numero di persone possibili, questo tipo di dimostrazioni sono ampiamente utilizzate. Come accennato prima però questa pratica al vero artista marziale non serve per attirare l'attenzione, ma per verificare i propri progressi sia dal punto di vista fisico sia dal punto di vista mentale. Per rompere una mazza da baseball utilizzando un braccio oltre ad un ottimo condizionamento servono i giusti movimenti di tutto il corpo per generare l'energia necessaria, serve una grande determinazione ed è richiesto un grado di concentrazione elevato per non rischiare di crearsi danni seri. Io personalmente non ho mai praticato questo tipo di tecniche, però credo che se svolte sotto la supervisione di un maestro competente che sa fin dove far spingere l'allievo, evitandogli azzardi pericolosi che potrebbero tramutarsi in incidenti sgradevoli, questa pratica possa servire a sviluppare una connessione tra mente, corpo e spirito. Certo è che non bisogna considerare queste pratiche come l'essenza dell'arte marziale (nel caso che mi riguarda, il karate), ma semplicemente un esercizio fisico e mentale che aiuta a raggiungere un livello di consapevolezza più evoluto nel praticante. Come diceva il Maestro Funakoshi Gichin, padre del karate della scuola Shotokan: ..."Mentre è vero che un esperto di karate può rompere una spessa asse di legno o diversi strati di tegole con un colpo della mano, io assicuro i lettori che tutti sono capaci di fare la stessa cosa dopo essersi sottoposti ad un sufficiente allenamento. Non c'è niente di straordinario nel riuscirci. Né ciò ha assolutamente a che vedere con il vero spirito del karate; è semplicemente una dimostrazione del tipo di forza che un uomo può acquistare con la pratica". ... Tratto dal libro "Karate do. Il mio stile di vita" di Gichin Funakoshi.

by Alessandro Rebuscini
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