IL KATA NEL KARATE.

Andiamo a scoprire meglio cosa si nasconde dentro ai kata cercando di recuperarne il valore senza tempo che li contraddistingue.

Il karate è una delle arti marziali più conosciute ed è sicuramente quella più praticata a livello mondiale. Molto del suo successo è dovuto alla sua "evoluzione" sportiva che lo ha promosso al grande pubblico. Ad Okinawa, l'isola dove questa arte marziale è nata, si pratica la via tradizionale, ovvero un percorso che dura per l'intera vita e nel quale non si smette mai di imparare. Appassionati da tutto il mondo si recano su quest'isola per apprendere le origini di questa disciplina. Purtroppo nonostante la moderna reperibilità di informazioni molti praticanti di karate non conoscono questa tradizione e limitano la propria pratica all'aspetto sportivo ed agonistico che nulla ha a che vedere coni propositi originali di quest'arte e che nella maggior parte dei casi termina quando ci si sente arrivati (traguardo di cintura o grado) oppure quando il corpo non consente più di continuare l'agonismo. Il karate tradizionale di Okinawa è un percorso di vita che forma individui migliori che sanno rispettare il prossimo e che sanno evitare il pericolo ma anche affrontarlo se non vi sono altre possibilità. Chi pratica karate ama la vita, la natura, gli altri esseri umani e viventi e tutto vorrà tranne che rischiare di perdere quella vita a cui è molto legato. A livello fisico la pratica continua del karate consente un miglioramento generale nel corpo che diventerà più forte, più flessibile e longevo. Non è un caso che ad Okinawa ci sono praticanti e maestri che vivono a lungo e praticano fino all'ultimo giorno di vita. Inoltre la pratica del karate coinvolge oltre al corpo anche la mente e lo spirito che vengono allenati durante ogni singola lezione diventando anch'esse più aperte, flessibili e forti. Consiglio a chiunque la pratica di questa arte marziale senza distinzioni di età, sesso e cultura. Troverete tanti amici con cui condividere fatica ed emozioni in un percorso di crescita incredibilmente affascinante.

"LA VECCHIAIA È IL CAPITOLO FINALE DEL LIBRO DELLA VITA ED È, COME TALE, IL PIÙ BELLO E QUELLO CHE DA SENSO A TUTTI I CAPITOLI PRECEDENTI". -VITTORINO ANDREOLI- Quadro: "Vecchia" di Giorgione (Giorgio Zorzi/o), 1506 circa