Pesci Mondo Sommerso

Immergiamoci nel loro mondo

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Pesce Gobiodon okinawae. Nome comune Gobbio giallo, gobbio di Okinawa. Si distingue dal Gobiodon Citrinus per l'assenza delle righe turchesi sulla testa, sull'opercolo branchiale e di quelle che separano le pinne dal corpo. In natura, oltre che delle alghe infestanti le scleractinie, si nutre di tutti i piccoli animali, vertebrati od invertebrati, che capitano nelle vicinanze della sua tana, sistemata tra i rami di una acropora; in acquario accetta facilmente mangime surgelato come artemia salina, chironomus, mysis. La livrea, molto colorata ed appariscente, è molto simile a quella del Gobiodon citrinus; di un bel color giallo limone, molto carico e luminoso; solo gli opercoli branchiali sono più chiari, di un color giallo perlato o rosa pallido. Pesce robusto e resistente alle malattie, preferisce solo che all'interno dell'acquario ci sia un forte flusso d'acqua, meglio se alternato ed intermittente, ottenuto con l'uso delle apposite pompe di movimento. Per il suo ottimale mantenimento in acquario sono necessarie vasche con acqua preparata con sali marini sintetici di ottima qualità, ben filtrata ed ossigenata; sono consigliati abbondanti cambi parziali preceduti da un'accurata sifonatura del fondo, regolari trattamenti con ozono ed aggiunte settimanali di Oligoelementi e Bioelementi.

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Pesce Dascyllus carneus, detto anche Damigella crema. Piccolo pesce molto robusto, vivace e relativamente pacifico, è abbastanza adatto alla convivenza con i suoi simili e con quasi tutti i pesci di barriera delle altre razze nonchè con gli invertebrati, sessili o no. Presenta un corpo breve, quasi quadrangolare e molto compresso lateralmente; la testa è piccola ed in posizione avanzata; la bocca, dalle labbra carnose, è piccola ed armata di denti conici, piccoli ma aguzzi; il peduncolo caudale è piccolo ma ben distino. Inizialmente è molto timido e rimane rintanato nel primo rifugio che trova ma una volta ben ambientato è molto vivace ma non si allontana mai troppo dal rifugio prescelto che spesso difende strenuamente, anche contro pesci molto più grossi di lui. Resistente alle malattie ed alle non perfette condizioni dell'acquario, preferisce un forte flusso d'acqua all'interno dell'acquario, meglio se alternato ed intermittente, ottenuto con l'uso delle apposite pompe di movimento. Caratteristica curiosa del suo comportamento è quella di digrignare i denti per impaurire l'avversario, emettendo un rumore ben udibile, anche al di fuori dell'acquario.

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Le meduse tra i primi animali comparsi negli Oceani, oltre mezzo miliardo di anni fa sono esemplari che da sempre affascinano ed incantano il grande pubblico. Le meduse sono il nostro nemico estivo al mare perché il contatto con i loro tentacoli provoca dolore, prurito e bruciore. É un animale planctonico, cioè un organismo acquatico galleggiante che si sposta in acqua grazie al movimento ondoso e che quindi non è in grado di controllarle autonomamente il proprio spostamento. La medusa appartiene al gruppo tassonomico phylum degli Cnidari ed è caratterizzata da un’anatomia specifica: ha infatti un esombrella, che è ‘la testa’, cioè la parte superiore, è un subombrella, dentro cui c’è la bocca, da cui si prolungano i tentacoli, che possono essere urticanti. Si tratta di animali planctonici in prevalenza marini. Il corpo, dalla particolare forma a campana, è detto ombrella ed è costituito per circa il 98% di acqua. All’interno contiene la mesoglea, una struttura gelatinosa che consente a questi animali un migliore galleggiamento. Si contraddistinguono per la loro particolare forma, generalmente quella di un polipo rovesciato da cui partono tentacoli urticanti utilizzati sia per difesa sia per predare con cui paralizzano la preda. Le meduse si nutrono per lo più di piccoli organismi planctonici, ma anche di uova, larve di pesci e crostacei commestibili e ciò causa quando si verifica una loro esplosione demografica anche danni al settore ittico. I tentacoli si attivano quando sono toccate grazie ad un meccanorecettore ed estroflettono dei filamenti urticanti. Anche se non tutte le meduse sono urticanti, alcune - presenti soprattutto nelle aree del Sud-Est asiatico e Oceania e nel Golfo del Messico - sono particolarmente pericolose per l’uomo fino a causarne in alcuni casi anche la morte per shock anafilattico. Le specie normalmente presenti nel mediterraneo invece non sono mai così pericolose.

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