Pesci Mondo Sommerso

Immergiamoci nel loro mondo

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Pesce Limone, nome scientifico Amphilophus citrinellus. Grosso perciforme appartenente alla famiglia dei Cichlidae, proviene originariamente dalla costa atlantica del Centro America. Presenta un corpo robusto, di forma ovoidale, abbastanza compresso lateralmente; la testa, camusa ed appuntita, è raccordata da una fronte ed una gola leggermente convesse; sulla testa sono presenti un paio di narici che non hanno funzione respiratoria ma olfattiva; gli occhi sono piccoli e poco prominenti; la bocca, grande, protrattile e con le labbra carnose, è posta in posizione sub-terminale; all'interno della cavita orale sono presenti due ulteriori mandibole faringee dotate di denti robusti; la disposizione dei muscoli della masticazione permette la possibilità di muovere indipendentemente le doppie mandibole per masticare il cibo, spesso troppo grande per essere ingoiato in un unico boccone; questa conformazione determina lo strano modo di mangiare del pesce che sembra sempre sul punto di risputare il cibo mentre, invece, lo passa semplicemente da una serie di mandibole all'altra; l'opercolo branchiale, molto ampio, è dotato di un preopercolo articolato; il peduncolo caudale è largo ma ben distinto; negli adulti si sviluppa sulla nuca una notevole gibbosità ossea. Pesce molto robusto e longevo, purtroppo è molto aggressivo e vorace; non è assolutamente adatto alla convivenza con pesci anche poco più piccoli di lui; non è molto adatto alla vasca acquariofilo principiante. In natura è onnivoro; si nutre di alghe patinose e della microfauna che vi si trova dentro, di insetti, vermi, crostacei e piccoli pesci.

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Pesce detto Chicco di Riso. Il Carassius auratus presenta una struttura anatomica ben proporzionata con corpo piuttosto affusolato ma robusto. Tutte le pinne sono mediamente proporzionate, con la caudale leggermente bilobata. La bocca, piuttosto piccola, è priva di barbigli, a differenza di quella presente nella carpa, specie a cui assomiglia nella forma generale del corpo. La linea laterale è praticamente diritta e conta mediamente 30 scaglie. La colorazione degli avannotti, che al momento della schiusa delle uova sono lunghi 4 millimetri, nonché degli esemplari molto giovani, è sempre bruno-olivastra come per il Carassius carassius; salvo nei rari casi di albinismo. La mutazione alla livrea rosso-arancio, che contraddistingue il carassio dorato d’allevamento da quello selvatico, avviene dal terzo all’ottavo mese di vita salvo per esemplari albini che rimarranno chiari per sempre. Il principale fattore ambientale che regola la mutazione del colore è la temperatura dell’acqua: esemplari allevati a temperature inferiori ai 18 gradi centigradi, infatti, tenderanno a rimanere per sempre di livrea bruno-olivastra; gli esemplari allevati in vasche la cui temperatura superi i 20 gradi, muteranno in gran numero nel caratteristico colore rosso-arancione.

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I tuffi delle Balene, perché fanno grandi salti? Enormi e aggraziate allo stesso tempo, le balene sono dei veri e propri giganti gentili dei mari. Nonostante raggiungano dimensioni notevoli, questi animali sono tutt’altro che facili da avvistare, tanto che i loro salti, che gli permettono di svettare fuori dalle profondità marine per poi ripiombare in acqua tra schizzi e sbuffi. Sono uno spettacolo davvero raro, di grande potenza ed immensa bellezza. Un gruppo di ricercatori dell’Università del Queensland (Australia) ha scoperto i salti delle balene sono più frequenti quando queste si trovano lontane tra loro. Questo comportamento suggerisce che si tratti di un rumoroso e spettacolare metodo per inviare messaggi agli altri esemplari! Gli studiosi, per giungere a questa conclusione, hanno seguito per circa due anni un gruppo di 76 megattere, una specie nota sia per il canto che per le spettacolari evoluzioni aeree. Registrando la frequenza dei balzi fuori dall’acqua (un comportamento chiamato breaching), i ricercatori hanno scoperto che quando gli animali si trovavano a una distanza inferiore a 4 mila metri, i salti erano poco frequenti, ma aumentavano esponenzialmente quando questa distanza si faceva più ampia, sostenendo di fatto la teoria che le balene usino questi comportamenti come una forma di comunicazione: l’impatto tra le pinne delle balene e l’acqua creerebbe infatti un rumore molto forte, che le aiuta a comunicare a grande distanza, soprattutto se altri rumori come quelli delle navi o del maltempo disturbano la comunicazione. Comunicazione, ma anche divertimento Altre ricerche e documenti filmati hanno dimostrato che, sebbene molti cetacei compiano questi salti per comunicare tra loro, se ne servono anche per liberarsi rapidamente da fastidiosi parassiti (come remore e crostacei che restano saldamente ancorati all’epidermide), per giocare insieme, oppure ancora per spaventare i pesci durante la caccia e farli aggregare in banchi. Ma non solo: sembra infatti che nei cetacei più piccoli e “agili” (come i delfini), i salti rappresentino anche un evidente momento ricreativo, oltre che un momento fondamentale dispute fra maschi, una prova di forza per conquistare l’interesse delle femmine.

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