Luca Orrù

Founder Junior

La Lady Liberty donata dai francesi agli americani in principio era color rame. Già dopo i primi trent'anni il rame si ossidò ed il contatto fra aria e acqua di mare creò il colore particolare che vediamo noi oggi. Nella foto è presente un rendering del 1886 che ipotizza il colore che aveva inizialmente la statua della libertà.

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Luca Orrù

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L'ukai è un antico metodo di pesca giapponese risalente a circa 1300 anni fa. La caratteristica di questo metodo è che per pescare vengono usati i cormorani. Per chi non lo sapesse, i cormorani sono dei pescatori eccezionali che quando individuano la preda scendono in picchiata sul mare, si immergono e catturano il pesce. Nell'ukai funziona più o meno allo stesso modo, solo con degli accorgimenti. Il cormorano ovviamente è legato ad un guinzaglio di modo che non possa fuggire e attorno al collo gli viene messa una corda di modo che, una volta presa la preda, questo non lo possa ingerire. La corda è legata in modo tale da fargli ingerire solo i pesci piccoli. Una volta che il cormorano cattura il pesce, il pescatore lo tira fuori dall'acqua e gli prende il pesce dal becco. Quando Charlie Chaplin vide questo metodo di pesca per la prima volta definì questa pesca la forma più alta dell'arte giapponese. Oggi è anche un'importante attrazione turistica. In foto è raffigurato Lao Huang, un pescatore che pratica l'ukai. Foto di Peter Yan.

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Luca Orrù

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Ken Saro-Wiwa è stato uno scrittore e attivista Nigeriano. Nato nel 1941 e inizia la sua carriera come scrittore negli anni 80, e fin dalle prime produzioni letterarie salta all'occhio l'attaccamento alla sua lingua natìa, il Pdgin, una specie di dialetto inglese. Amava moltissimo la sua terra e il suo popolo, chiamato Ogoni; fu questo amore che lo portò a diventare un'attivista. Le zone del Delta del Niger infatti sono sempre state soggette a spregiudicati sfruttamenti vista la ricchezza di petrolio del sottosuolo; le compagnie petrolifere, Shell in particolare, iniziano a fare incetta di risorse. Lo sfruttamento della zona però porta col tempo disastrose conseguenze all'ecosistema, danneggiando falde acquifere, foreste e campi. Nel 1990 aderisce quindi agli attivisti del MOSOP (Movement for the Survival of the Ogoni People), portando avanti una campagna mediatica contro le multinazionali responsabili della distruzione del Delta del Niger; i metodi del MOSOP sono pacicfici e generano attenzione a livello mondiale. Nonostante ciò Ken Saro viene arrestato, malmenato e rilasciato due volte fino al 1994, anno della sua terza incarcerazione, condita da inevitabili maltrattamenti. L'accusa? omicidio di oppositori del MOSOP-inventata di sana pianta. In carcere scrive la sua poesia più famosa, "La vera prigione", piccola perla che potete trovare a questo link https://ytali.com/inversi/la-vera-prigione-di-ken-saro-wiwa/ La poesia è stata anche trasposta musicalmente dal Teatro degli Orrori nella canzone "A sangue freddo", di cui vi lascio il link e di cui consiglio l'ascolto dopo la lettura della poesia e della storia completa di Ken Saro. https://www.youtube.com/watch?v=sIn3Z54fi5Q Con un processo farsa scandaloso sotto i punti di vista, nel 1995 Saro-Wiwa viene condannato alla pena capitale per impiccagione, ma non è una morte indolore; ripetono l'impiccagione per quattro volte, finchè non riescono a spezzargli il collo con uno strattone di corda ben assestato. Nel frattempo, durante i tentativi andati a vuoto, Ken Saro-Wiwa soffoca lentamente; si può solo immaginare quanta disperazione e quanto dolore fisico si possa provare negli interminabili minuti in cui su ripete la propria esecuzione quattro volte di fila. Ma la storia non finisce qui; nel 1996 Jenny Green avvia una causa contro Shell al fine di dimostrare il loro coinvolgimento nell'esecuzione di Saro-Wiwa. Shel patteggia, precisando di non averlo fatto in quanto colpevole ma per facilitare il processo di riappacificazione. Il figlio di Ken Saro commenterà il patteggiamento di 15 milioni come un evidente segnale che alla fine hanno vinto loro. Con le parole che seguono, prese dal suo testamento, Ken Saro-Wiwa lascia una pesante eredità a chi sarebbe arrivato dopo di lui, un compito che merita ascolto ed esecuzione. "...tutti noi siamo di fronte alla Storia. Io sono un uomo di pace, di idee. Provo sgomento per la vergognosa povertà del mio popolo, che vive su una terra molto generosa di risorse; provo rabbia per la devastazione di questa terra; provo fretta di ottenere che il mio popolo riconquisti il suo diritto alla vita e a una vita decente. Così ho dedicato tutte le mie risorse materiali ed intellettuali a una causa nella quale credo totalmente, sulla quale non posso essere zittito. Non ho dubbi sul fatto che, alla fine, la mia causa vincerà e non importa quanti processi, quante tribolazioni io e coloro che credono con me in questa causa potremo incontrare nel corso del nostro cammino. Né la prigione né la morte potranno impedire la nostra vittoria finale...”

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