Luca Orrù

Founder Junior

I papiri di Ercolano saranno letti grazie all'intelligenza artificiale. L’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. devastò le città di Pompei ed Ercolano: tutto fu sepolto da un diluvio di cenere e lapilli, inclusa una preziosissima libreria piena di papiri di circa 1800 rotoli, ritrovati nell'anno 1752, dei quali solo 200 è stato possibile srotolare e in parte leggere alcuni frammenti. In termini di importanza storica, questa è l’unica biblioteca pervenuta "intatta" dall’antichità. In passato il tentativo di datare e decifrare i documenti si è rivelato estremamente difficoltoso. Quando aperti, i papiri si frantumano e l’inchiostro su di essi (uno strato di un decimo di millimetro) si dissolve praticamente all’istante. Un team di scienziati quindi sta pianificando l'uso combinato di Raggi X, machine learning e sincrotrone per leggere i papiri di Ercolano senza aprirli, tecnologia che ha già permesso di "srotolare virtualmente"un rotolo di pergamena ritrovato in una sinagoga di En-Gedi in Israele, e vecchio di 1700 anni che conteneva frammenti dal Levitico, il terzo libro della Bibbia Cristiana e della Torah ebraica.

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Luca Orrù

Founder Junior

La particolarità dell’Ayam Cemani (dall’indonesiano “pollo completamente nero”) è la presenza di un gene dominante che causa un’iperpigmentazione che rende l’animale del tutto nero - incluse le ossa e gli organi interni.

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Luca Orrù

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Alcune femmine di ragno si lasciano mangiare vive dai loro piccoli stando alle conclusioni di una nuova ricerca. La specie Stegodyphus dumicola, nativa del Sudafrica, vive in grandi gruppi familiari che condividono sia il nido che le cure parentali. Solo circa il 40% delle femmine ha la possibilità di riprodursi perché raggiungono la maturità sessuale più lentamente rispetto ai maschi e quelle che non ci riescono, le cosidette "femmine vergini" fanno tutto il possibile per prendersi cura dei "nipoti". Una volta che le uova si dischiudono, sia la madre che le "femmine vergini" iniziano a secernere un fluido nutriente con cui cibano la nidiata con la bocca. "E' un processo molto intenso. Alla fine la femmina finisce per liquefarsi, consumando tutte le sue risorse", spiega il coautore dello studio Anja Junghanns, un biologo evoluzionista presso l'università tedesca di Greifswald.

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