Franco Gambarelli

" Il Bastardo di Danilo Restivo"

2018-07-22 03:55:28

Danilo Restivo, killer a piede libero Subito dopo la scomparsa di Elisa, pur essendo implicato nella vicenda, fu lasciato libero di andare a Napoli per un concorso e qualche tempo dopo, con il diploma di odontotecnico che aveva a fatica conseguito in un istituto privato all'età di 21 anni dopo il fallimento prima al liceo scientifico e poi all'istituto tecnico, fu mandato dalla famiglia fuori città. Per tutto il tempo che era rimasto a Potenza, in cui era stato additato da tutti come un mostro, aveva tentato diverse volte di depistare le indagini. Nel 1999, da una postazione computer di un sala giochi della città, partì una mail diretta all'indirizzo di posta che la famiglia Claps aveva creato per raccogliere le segnalazioni. Nel massaggio si leggeva che Elisa stava bene, era in Brasile e non voleva essere cercata. Sul sito web il popolodellarete.it compare un post dal titolo "Aiutiamo Danilo Restivo" in cui vengono proposte teorie su presunti complotti ai suoi danni, post di cui si scoprirà essere proprio Restivo l'autore. Intanto a Potenza qualcuno aveva cancellato dalla targa all'esterno della Basilica della Trinità la parola ‘santissima' e pensava che don Mimì avesse tenuto per sé segreti inconfessabili mentre qualcun altro additava Restivo come mostro. Per sottrarlo a quel clima suo padre gli trovò un lavoro a Roma, ma non resistette a lungo, e si trasferì quindi a Rimini, da dove fuggì un'altra volta dopo l'ennesima denuncia. In questo periodo continua a molestare donne e a nutrire la sua parafilia, arrivando a collezionare ciocche di capelli di ogni tipo, ma non solo. In casa sua a Potenza una perquisizione della DIA aveva trovato foto che ritraggono Danilo in posizioni oscene con donne affette da malformazioni fisiche. La sua perversione peggiora di anno in anno, lontano da casa e dal controllo dei parenti. Le sue vittime sono tutte donne afflitte da gravi difetti fisici, fragili, manipolabili. Inizia una relazione virtuale con Fiamma Marsango, una donna di 15 anni più vecchia di lui, fortemente obesa e residente a Bornmouth, nel Regno Unito. Si trasferisce da lei e la sposa. Bornmouth Si stabilisce nell'appartamento di lei di fronte a quello di Heather Barnett, madre separata di due figli di 11 e 14 anni, di professione sarta. Anche Heather finisce nelle mire di Restivo che si presenta a casa sua dicendo, nel suo inglese stentato, di voler commissionare delle tende per la camera di sua moglie Fiamma. Qualche giorno dopo, il 12 novembre, 2002,  la Barnett viene trovata dalla figlia riversa nel suo bagno, con il reggiseno strappato, i seni mutilati, la testa staccata dal collo. Nelle mani ha delle ciocche dei suoi capelli e ciocche di capelli sconosciute. All'attenzione della Polizia, dopo qualche tempo, finisce il dirimpettaio Danilo Restivo, nel cui appartamento vengono trovate centinaia di ciocche di capelli, foto oscene con donne affette da handicap, tra cui la moglie Fiamma, e decine di articoli riguardanti casi di pedofilia. Nel computer di Restivo, inoltre, ci sono una quantità di foto di donne scomparse che l'uomo aveva recuperato dal sito della trasmissione ‘Chi l'ha visto?'. Gli inquirenti britannici lo mettono in sorveglianza per un lunghissimo periodo di tempo e lo sorprendono a spiare delle donne al parco. Restivo, però, è astuto e ha una risposta ragionevole anche quando lo fermano e nella sua auto trovano una borsa con guanti coltelli e un cambio abito, una specie di kit del serial killer. continua su: https://www.fanpage.it/l-omicidio-di-elisa-claps-la-ragazza-rimasta-sepolta-per-18-anni-nella-soffitta-della-chiesa/ http://www.fanpage.it/

Franco Gambarelli

L'omicidio di Elisa Claps

2018-07-22 03:50:58

L’omicidio di Elisa Claps, la ragazza rimasta sepolta per 17 anni nella soffitta della chiesa Elisa Claps è stata uccisa a 15 anni dall’allora ventunenne Danilo Restivo. Il suo corpo è rimasto nascosto per 17 anni nella soffitta della Chiesa della Santissima Trinità a Potenza mentre Restivo era a piede libero e continuava a molestare e uccidere. Sul suo caso, coperto dal segreto di Stato, si addensano ombre che coinvolgono la Chiesa, il SISDE e la magistratura. CRONACA NERAPROFONDO GIALLO 17 MARZO 2017 18:44 di Angela Marino Elisa era una ragazza allegra, perbene, ingenua. Frequentava il primo anno del liceo classico, le amiche e la chiesa, quella della Santissima Trinità di Potenza, dove lasciavano le loro offerte e il loro fardello di segreti, operai, casalinghe e notabili della città. Quindici anni, capelli castani e un corpo morbido e robusto che mal si addiceva a quella indole pura di bambina cresciuta, guardava il mondo da dietro i suoi occhiali ovali e il suo grande sorriso. Non diffidava mai di nessuno, neanche dei ragazzi più grandi per cui prendeva delle cotte, perché, timida com’era, le veniva difficile uscire con i suoi coetanei. Non diffidava di Danilo, un ragazzo goffo, impacciato che ad alcuni faceva paura quando non provocava ripulsa e che la corteggiava da un anno, senza successo. Il giovane Restivo A Potenza lo conoscevano tutti come un giovane problematico, ma innocuo. Era il figlio del direttore della Biblioteca nazionale di Potenza, persona stimata in città da quando vi si era trasferito prima da solo, nel 1979, e poi dopo due anni con la moglie Marisa e i figli Anna e Danilo che nel primo periodo di incarico presso la biblioteca potentina erano rimasti a Cagliari. Avvocato, pittore, scultore, Maurizio Restivo era un uomo carismatico ed era tenuto in grande considerazione in città. Anche don Mimì Sabia, il parroco della chiesa della Santissima Trinità, lo stimava e lo apprezzava. La famiglia Restivo del resto, aveva vissuto per anni nel comprensorio del seminario, accanto alla Chiesa, dove come direttore della Biblioteca, che era situata lì, godeva di un alloggio. La posizione e il prestigio di Maurizio Restivo rendevano tollerabili e perdonabili tutte le bizzarrie del figlio, come quando, entrando in una stanza diceva “arrivederci”, invece di salutare, come quando, armato di forbici che portava sempre con sé, sui pullman cittadini si appostava dietro alle ragazze per tagliar loro ciocche di capelli che custodiva gelosamente nella sua stanza. Più di una volta l’avvocato Restivo era intervenuto in soccorso di quel figlio difficile. Lo aveva fatto nel 1986, quando un Danilo 14enne, era stato denunciato per aver ferito con un coltello un ragazzino. Lo aveva attirato in un container del seminario insieme alla cugina, lo aveva bendato e poi, dopo aver calzato un guanto da cucina gli aveva tagliato il collo con un trincetto. La ragazzina aveva avuto la prontezza di spingerlo a terra e trascinare via il cugino. La ferita fu medicata con alcuni punti. Era seguito un processo, poi archiviato per intervenuta amnistia mentre Maurizio Restivo si premurava di far firmare al padre del ragazzo un documento che attestava il versamento della somma di un milione di lire a titolo di risarcimento, da parte della famiglia Restivo a quella della vittima. Cronaca di una morte annunciata Lo protegge anche quando viene denunciato per stalking. È il 1992. Le sue vittime in quegli anni erano alcune studentesse universitarie che abitavano davanti alla casa dei Restivo in viale Marconi, a Potenza. Alcune erano amiche della sorella Anna e per questo i loro numeri di telefono erano finiti nella mani di Danilo. Le chiamava decine e decine di volte facendo ascoltare solo le loro voci registrate, inviava loro delle lettere, alcune sconce, altre romantiche, tutte inquietanti. A una di loro mandò un carillon che suonava il brano Per Elisa. Il processo si concluse con un patteggiamento, in casa Restivo fu installato un contascatti al telefono. Danilo non amava le donne, le desiderava e le tormentava, le mutilava tagliando le loro E

Franco Gambarelli

La raddrizza Banane

2018-07-21 19:46:16

W le donne che sanno raddrizzare le banane

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