Franco Gambarelli
Ponte Morandi
2018-08-22 17:37:40
22 agosto 2018 Genova è il risultato di 25 anni di dominio incontrastato del “Meno Stato, più mercato”, avallata da una “sinistra” che è passata dalla rappresentanza politica dei lavoratori a quella dei Benetton e dall’icona di Che Guevara a quella di Marchionne. Un trend che non è – come qualcuno ci racconta – l’effetto di un capitalismo arretrato ‘all’italiana’, bensì un fenomeno internazionale. La rotta può essere invertita solo partendo da ciò che si muove nella società e in particolare nel mondo del lavoro, in Italia e come minimo in Europa. E anche la prospettiva di una sinistra schierata coi lavoratori invece che con gli azionisti passa di qui, non dall’ennesimo contenitore elettorale. Il tema delle nazionalizzazioni, posto al centro dell’agenda politica dal disastro di una settimana fa a Genova, porta con sé una riflessione su 30 anni di politica economica basata sul dogma del “meno Stato più mercato”. Se analizziamo la questione a partire dai dati e soprattutto calandola in un contesto internazionale ne ricaviamo alcuni elementi di giudizio. Partiamo da Genova. Il venir meno della sicurezza stradale non è un’esclusiva italiana. A chi crede nel mito della “anomalia italiana” possiamo garantire che l’Italia in realtà è normalissima. Uno studio pubblicato a marzo del Bundesamt für Strassenwesen rivela che in Germania solo il 12,5% dei ponti è in buone condizioni, il 12,4% in cattive condizioni, il 75,1% così così. In Francia e in Gran Bretagna strade e ponti si trovano in una situazione analoga, al punto che l’OCSE parla di una “tendenza internazionale al sottofinanziamento delle manutenzioni” delle infrastrutture di trasporto. Noi ci collochiamo in questo trend internazionale: se la Gran Bretagna in 10 anni dimezza la spesa per la manutenzione stradale da 5,9 a 2,8 miliardi di euro, l’Italia ne taglia un terzo: da 13,5 a 9 miliardi. Secondo il Ministero dei Trasporti la spesa per la manutenzione ordinaria nel comparto autostrade dal 2009 al 2016 è scesa da 707 a 646 milioni (-8,6%), solo nel 2016 il taglio è del 7,3% (magari Renzi e Delrio potranno spiegarci il perché). Ma Autostrade per l’Italia tra il 2008 e il 2016 ha fatto peggio: da 300 a 262 milioni (-12,5%). La ragione a me sembra semplice: secondo il Sole24Ore nel 2015 l’AD di Autostrade, l’ingegner Castellucci, ha incassato compensi per 6,22 milioni di euro, di cui 2,74 di stipendio e il resto in azioni e stock option. Il che significa che ogni euro che Castellucci spende in manutenzione lo toglie non solo a chi l’ha nominato garantendogli questo generoso trattamento, ma anche a se stesso. Tutti i passaggi fondamentali nella vicenda delle autostrade e, a Genova, del Ponte Morandi sono stati gestiti da un centrosinistra (sostenuto dalla sinistra radicale) che ha sempre messo al primo posto gli interessi di ristretti comitati d’affari (una ricostruzione dettagliata in PuntoCritico210818). Un PD che da 20 anni se la mena col conflitto di interesse di Berlusconi dovrebbe spiegarci se considera il conflitto d’interesse di Autostrade meno importante, tanto più che nel 2007 ha regalato a Benetton e soci condizioni che – come emerge in questi giorni – rendono la revoca della concessione, anche in caso di inadempienza contrattuale del concessionario, un campo minato (condizioni entrate in vigore con Berlusconi nel 2008, ma scritte sotto Prodi e Di Pietro). La domanda è: perché mai Autostrade avrebbe dovuto investire in manutenzioni a danno degli azionisti, visto che lo Stato le aveva dato la garanzia di farla franca? Oggi la decisione da prendere quindi non riguarda le autostrade, ma il bilancio di 25 anni di liberalizzazioni. Agli inizi degli anni ’90 ci venne spiegato che mettere i servizi sul mercato ci avrebbe portato un miglioramento della qualità, tariffe più basse, maggiore trasparenza. Le aziende pubbliche che producevano una barcata di utili (come le autostrade) sono state perlopiù privatizzate, quelle meno redditizie o fisiologicamente in perdita (trasporti, sanità) sono rimaste in mano pubblica ma trasformate in enti di diritto privato cost
Franco Gambarelli
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2018-08-21 09:28:55
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Franco Gambarelli
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2018-08-20 18:42:12