Franco Gambarelli

Il Palazzo Farnese di Piacenza

2018-06-27 15:38:16

Ubicazione e piano iniziale Nell'attuale piazza Cittadella, zona nord della città, ad un passo dalle mura e dal fiume Po, già dal 1352 sorgeva un fortilizio, voluto da Galeazzo II Visconti, Duca di Milano e all'epoca signore della città. L'ubicazione non era casuale: essa consentiva di controllare l'abitato ma, in caso di necessità, permetteva un agevole accesso alla Lombardia – e quindi alla capitale viscontea, Milano - tramite il vicinissimo fiume. Nel 1545 Papa Paolo III, membro della famiglia Farnese, staccò le città di Piacenza e Parma dal Ducato di Milano – di cui allora erano parte – per erigerli in Ducato autonomo (il Ducato di Parma e Piacenza, appunto) sotto il comando del figlio Pierluigi Farnese. Costui scelse Piacenza quale sua dimora e fu obbligato a risiedere nella Cittadella viscontea, unico esempio di fortilizio militare della città: trovandola però antiquata e inadatta a rispondere alle esigenze belliche del suo tempo, pose mano alla sua trasformazione in poderosa fortezza. L'ubicazione del palazzo era infatti ottima, e per ragioni opposte a quelle dei Visconti: per questi, il fortilizio era l'ultima difesa prima di ritirarsi nelle fedeli terre lombarde; per i Farnese, esso era la porta d'ingresso del Ducato in caso di invasione da parte dei potenti Spagnoli, installati nel Ducato di Milano (che peraltro ritenevano Parma e Piacenza parte del Ducato di Milano, e quindi loro). Il Duca chiamò sia Michelangelo sia Antonio da Sangallo il Giovane ad elaborare una serie di progetti per cambiare il volto del palazzo. Tali progetti ebbero un'esecuzione iniziale ma vennero presto accantonati a causa della congiura che causò la morte violenta di Pierluigi, congiura ordita dai nobili piacentini e spalleggiata dal governatore spagnolo di Milano, Ferrante I Gonzaga: il quale, non a caso, occupò la città a nome di Carlo V. Facciata di Palazzo Farnese vista dal cortile interno. Progettazione e sviluppo Il figlio di Pierluigi, Ottavio Farnese, riuscì a mantenere il titolo ducale e, con una notevole dose di pazienza e abilità, divenne uno dei più affidabili alleati dell'Imperatore: si fece restituire Piacenza e ottenne la mano di Margherita d'Austria, figlia naturale di Carlo V, passata alla storia col soprannome di “Madama” (da lei prende il nome Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica). Le alleanze in cui era inserito il nuovo Duca richiedevano certamente un cambio di percorso: da un lato, si privilegiò Parma quale capitale; dall'altro, diveniva inutile la costruzione di un apparato militare imponente (l'alleanza con l'Impero garantiva soldati in abbondanza): il consolidamento dello status di Sovrani indipendenti e la parentela con la Famiglia imperiale, però, obbligavano il Farnese a far sfoggio dello sfarzo richiesto al suo rango, e da questa esigenza nacque l'idea di riprendere il desiderio di Pierluigi, costruendo però questa volta non una fortezza bensì uno splendido palazzo di rappresentanza. Bisogna tenere inoltre conto che la nuova Duchessa amava Piacenza, tanto che decise di farsi seppellire proprio in questa città. Un primo progetto venne commissionato nel 1558 all'urbinate Francesco Paciotto[1], ma il progetto originale è ascrivibile agli anni 1560-1564 e si deve al Vignola. I lavori durarono sino al 1602 e vennero interrotti per la mutata situazione del piccolo Ducato padano: in quei cinquant'anni, infatti, i Farnese - da parenti di Papi e generi di Imperatori - divennero nient'altro che una pedina minore della politica imperiale in Italia. Si adattarono al nuovo corso rinunciando ai sogni di gloria e rifugiandosi nel lusso e nell'ozio del loro piccolo Stato. Quel palazzo di Piacenza, ancora a metà rispetto al progetto originale, già così era più che sufficiente alle esigenze ducali, e dunque la sua estensione da provvisoria divenne definitiva. Attraverso modifiche nel corso del XVI e XVII secolo, si cercò di adattare il palazzo a seconda Corte di un piccolo Ducato, e quindi a renderlo un poco meno imponente e un poco più intimo, pur senza rinunciare ad emulare la ricerca di sfarzo delle

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Franco Gambarelli

Dipinto del Palazzo Farnese a Piacenza

2018-06-27 15:22:35

Chiusura dei musei civici il giorno di Sant’Antonino Mercoledì 4 luglio, in occasione della festa del patrono, i musei civici di Palazzo Farnese rimarranno chiusi. 22/06/2018 Sono online gli avvisi pubblici per la ricerca di sponsor per progetti, attività, eventi, manifestazioni, lavori, forniture e servizi comunali nell'ambito di Cultura, Musei, Turismo e Biblioteche. Come sponsorizzare le iniziative comunali Sono online gli avvisi pubblici per la ricerca di sponsor per progetti, attività, eventi, manifestazioni, lavori, forniture e servizi comunali nell'ambito di Cultura, Musei, Turismo e Biblioteche. 05/04/2018 In attesa dell'allestimento definitivo dell'originale nella nuova sezione archeologica, in fase di allestimento nei sotterranei del Palazzo, una copia del reperto è visibile nella sezione di preistoria e protostoria del Museo. Esposta una copia del Fegato etrusco In attesa dell'allestimento definitivo dell'originale nella nuova sezione archeologica, in fase di allestimento nei sotterranei del Palazzo, una copia del reperto è visibile nella sezione di preistoria e protostoria del Museo. 01/03/2018 I Musei di Palazzo Farnese propongono, anche per quest'anno, un’articolata offerta di attività volte ad avvicinare gli studenti all’arte e alla storia. Attività didattica 2017-2018 I Musei di Palazzo Farnese propongono, anche per quest'anno, un’articolata offerta di attività volte ad avvicinare gli studenti all’arte e alla storia. 2

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Il Palazzo Gotico di Piacenza

2018-06-27 15:16:42

L'edificio, rimasto incompiuto (si pensa, infatti, che la facciata visibile dovesse essere soltanto un lato dell'intera costruzione), domina ora lo spazio principale del centro cittadino, piazza Cavalli, con le statue equestri di Ranuccio ed Alessandro Farnese. Il palazzo fu voluto nel 1281 da Alberto Scoto, capo dei mercanti e signore della città e fu progettato da maestranze locali e forse comacine. Gli architetti che seguirono i lavori furono i piacentini Pietro da Cagnano, Negro de Negri, Gherardo Campanaro e Pietro da Borghetto. L’edificio ricorda nell'aspetto i tradizionali palazzi comunali dell'Italia settentrionale, col porticato basso per le adunanze popolari e i solenni finestroni con balconata per dar luce al grande ed unico salone superiore, originariamente creato per le grandi assemblee, ma che nel corso dei secoli fu anche utilizzato come magazzino e successivamente come teatro. Nel salone l'11 giugno 1351 fu ospitato l'illustre poeta Francesco Petrarca ed in data 18 febbraio 1561 fu utilizzato come sede per i festeggiamenti del carnevale che quell’anno rimase famoso per le giostre e feste straordinarie indette dal Duca Ottavio Farnese. La cornice ornata di archetti, la merlatura ghibellina a coda di rondine, la torretta centrale che racchiude il campanone e le due torrette laterali, sono insigni simboli dell'architettura civile medioevale. E' suggestivo il contrasto tra la parte inferiore in marmo rosa di Verona e quella superiore in cotto rosso decorato a motivi geometrici. Una Madonna col Bambino, del sec. XIII, un tempo posata in una nicchia della facciata, è ora conservata ai Musei Civici di Palazzo Farnese e sostituita da una copia. Per informazioni sul programma di visite guidate: Rosso Gotico - Piazza Cavalli, 7 - tel. 339.5312854 - email: [email protected]

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