Franco Gambarelli

La prima Chiesa

2018-06-30 18:37:08

STORIA DELLA PARROCCHIA Verso la seconda metà degli anni ‘30 all'Infrangibile si andava sviluppando un nuovo insediamento. Il 6 gennaio 1938 il vescovo eresse in questo quartiere, con la dedicazione alla "Sacra Famiglia", una nuova parrocchia che però, mancando le necessarie autorizzazioni, veniva indicata come "delegazione vescovile". Raccontiamo ora la storia di tre grandi sacerdoti che gestirono la parrocchia, dalla sua nascita, fino alla metà degli anni '90: Don Ugo Groppi Originario di Ganaghello, in comune di Castelsangiovanni, fu il primo delegato che provvide alla costruzione di una piccola chiesa in via Montebello, dove oggi si trova la Casa della Gioventù (l'oratorio), di fronte alla chiesa attuale. ​ Si trattava in effetti di una specie di capanna con il campanile tutto in legno. Egli fu parroco nel difficile periodo della Seconda Guerra Mondiale e vi restò fino alla fine del conflitto, nel 1945. Non esistendoci allora la casa parrocchiale, alloggiava in un appartamento preso in affitto in una palazzina, ora demolita, che si trovava in Via Montebello al n. 25. Don Giuseppe De Micheli Nel 1945 la parrocchia venne affidata a don Giuseppe De Micheli nato a Paderna di Pontenure il 22 febbraio 1917 da una famiglia numerosa che ha dato alla Chiesa due suore ed un altro prete. Don Giuseppe studiò nel seminario urbano, venne ordinato sacerdote dal vescovo Menzani il 9 marzo 1940 e venne inviato come curato a Viustino dove rimase per alcuni mesi. Venne quindi nominato insegnante nel seminario di Bedonia e nel 1945 fu inviato, come delegato vescovile, all'Infrangibile. Qui egli provvide dapprima alla costruzione dell’edificio attualmente ancora esistente ed occupato dall'asilo Immacolata e concepì anche il progetto di una "Città dei Ragazzi", destinata ad accogliere gli adolescenti segnati dalla guerra, in genere erano orfani o con famiglie che la guerra aveva lasciato in condizioni economiche estremamente disagiate. Don Giuseppe Braceschi Il 30 ottobre 1950 il vescovo nominò delegato alla Sacra Famiglia don Giuseppe Braceschi, parroco storico di questa comunità, ove rimase per oltre 45 anni, fino al 30 Agosto 1996. Aveva studiato presso il Collegio Alberoni, fu ordinato Sacerdote nel 1943 ed arrivò in questa parrocchia dopo una breve esperienza come curato a San Giorgio Piacentino. Nel 1951 venne acquistata l'area sull'altro lato di via Montebello e si decise la costruzione di un nuovo tempio, estremamente necessario vista anche la precarietà della chiesetta esistente e l’incremento demografico che il quartiere aveva nel frattempo avuto. Il progetto venne affidato all'architetto Pietro Berzolla. Nel 1953 giunse intanto il riconoscimento a Parrocchia e due anni dopo iniziarono i lavori per il nuovo edificio che, nel 1957, anche se incompleto, fu aperto al culto. L’inaugurazione ufficiale avvenne nel 1960. Grazie all’impegno di questo sacerdote negli anni successivi vennero costruiti anche la canonica e negli anni ‘80 la Casa della Gioventù, edificio polifunzionale che comprende un cinema-teatro, un grande salone per incontri e manifestazioni e tanti locali per lo svolgimento di attività varie. A riconoscimento dei suoi meriti nel 1985 ricevette la nomina a Monsignore.

Franco Gambarelli

Il santuario dei Cappuccini

2018-06-30 18:25:34

Le origini del Santuario Il nostro Santuario ha origini molto antiche. Una chiesa dedicata a San Salvario (Santissimo Salvatore), infatti, è citata per la prima volta in un documento dell’anno 880, ritenuto, però, in seguito un falso piuttosto tardivo. La prima data sicura, perciò, in cui compare la chiesa è l’anno di un atto di donazione, il 1039. Dopo il continuo passaggio da un proprietario all’altro nel corso dei secoli, nel 1450 il terreno su cui era costruita la chiesa, il mulino e le case vicine passarono ai Lampugnani, i nuovi feudatari di Casale. Intanto nella prima metà del XV secolo un vasaio casalino, aiutato da un viandante sconosciuto, modellò nella creta una statua della Madonna con il Bambino Gesù, posta poi nell’antica chiesa di San Salvario. La statua di austera bellezza fu subito venerata e la chiesa divenne meta di molti devoti. Io affermerei che fu “amore a prima vista” ed è così che la devozione alla “nostra” Madonna ebbe inizio, rafforzandosi ancora di più dal 1574 e divenendo da allora sempre più grande e intensa. In quell’anno, infatti, avvennero le apparizioni: per più sere si videro processioni di frati Cappuccini che andavano con lumi accesi a rendere omaggio alla Vergine Santissima, finché Lei stessa apparve a benedire quel luogo. Migliaia di persone piene di meraviglia, entusiasmo, commozione, provenienti da Casale e dai paesi vicini, assistettero a questi straordinari avvenimenti. Alla luce dei nuovi fatti la Confraternita dei Disciplini di Santa Marta, con sede nella chiesa di Sant’Antonio, chiese ai Lampugnani il terreno su cui sorgeva la chiesa di San Salvario per meglio custodirla. Essi rifiutarono e perciò i Disciplini portarono la statua della Madonna in Sant’Antonio. La tradizione, però, racconta che passò la notte e poco prima dell'alba una donna mentre percorreva il sentiero che da casa portava verso i campi si incontrò con l'immagine della Madonna che ritornava da sola nella sua Chiesina di San Salvario. La statua fu ritrovata in San Salvario, segno che la Madonna voleva essere onorata proprio lì. Si decise così di fondare un convento di Cappuccini in quel luogo. La statua LA TRADIZIONE POPOLARE Nel 14° secolo in CasaIpusterlengo viveva un giovane pio e devoto, che lavorava modellando e cuocendo vasi di creta: un Vasaio. Un giorno mosso da una speciale devozione verso la Madre di Dio volle onorarla con la sua arte. Modellò con tenera argilla una statua della Vergine e non gli riusciva di modellare bene le teste della Madonna e dei Bambino, mentre si sforzava si trovò accanto uno sconosciuto vestito da pellegrino che gli offri il suo aiuto. Il vasaio accolse volentieri la sua proposta e così l'ignoto pellegrino con abili tocchi, completò e perfezionò la statua, ma lavorò solo sui volti, rispettando il lavoro dei vasaio, poi scomparve. Esterrefatto e compiaciuto dei bellissimo lavoro che l'aiutante aveva fatto, portò alla fornace la statua e quando la ritirò, essendo così bella, non gli sembrò giusto lasciarla nella sua umile casa e quindi la portò nella cappella detta di San Salvario che doveva essere stata di un'antica chiesa della quale ancora oggi si hanno notizie storiche più che millenarie. La collocò nella nicchia in alto e volle che fosse presente anche un sacerdote a benedirla e in San Salvario quel giorno fu una grande festa. Da quel giorno le persone incominciarono a recarsi a quella chiesetta, prima per curiosità, poi per devozione. Quando il vasaio morì, la devozione attorno alla Madonna a poco a poco si ridusse e così il silenzio ritornò a San Salvario. Solo qualcuno nel silenzio si inginocchiava a pregare. Dietro la Cappelletta c'era una piccola stanza che divenne la casa di quella persona umile e sconosciuta, la storia lo ha chiamato "l'Eremita" o il "Romito". Scene dipinte nella volta della chiesa Affereschi con la storia della immagine sacra 1 Il vasaio e il pellegrino Affereschi con la storia della immagine sacra 2 Le apparizioni Affereschi con la storia della immagine

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Franco Gambarelli

Calcio

2018-06-30 18:07:34

Accordo con Juventina e Casalpusterlengo Convenzione Luglio 2006 Oggetto: CONVENZIONE PER LA COLLABORAZIONE PER L'ATTIVITÀ TRA LE SOCIETA' CALCISTICHE DI CASALPUSTERLENGO OGGETTO DELLA CONVENZIONE 1. Le società sportive U.S. Cappuccini Calcio, U.S. Casalpusterlengo Juv e la Polisportiva Juventina si accordano allo scopo di costituire in Casalpusterlengo un'Organizzazione sportiva all'interno della quale l'attività agonistica delle categorie giovanili comprese tra il settore "primi calci" e il settore "Giovanissimi" dovrà svolgersi sotto la gestione diretta, autonoma ed esclusiva dell' U.S. Cappuccini Calcio e della Polisportiva Juventina, fatto salvo il passaggio di tale responsabilità, dal settore Allievi sino alla prima squadra del Campionato Dilettanti, nella gestione altrettanto diretta, autonoma ed esclusiva dell'U.S. Casalpusterlengo Juv. SCOPI DELLA CONVENZIONE 1. L' accordo sportivo di collaborazione tra le tre suddette società sportive persegue l'obbiettivo di formare un'Organizzazione sportiva più efficacemente ed organicamente strutturata, in virtù della quale ognuna delle tre società che vi concorreranno possa veder tutelati i propri interessi sociali e morali e quelli dei propri tesserati e dirigenti. 2. In particolare, i due oratori cittadini otterranno la garanzia della presenza nelle loro strutture sportive dell'attività agonistica dei ragazzi fino ai quindici anni, in modo che sia meglio assicurata l'integrazione con i diversi cammini educativi e venga favorita la loro continuità, che generalmente attraversa una fase di crisi in coincidenza del passaggio dalla terza media alla prima superiore, proprio in corrispondenza con la fascia d'età del settore "Giovanissimi". Inoltre, nella logica tipica della loro natura e della loro missione educativa, i due oratori manifestano la volontà di dare spazio, in ogni manifestazione sportiva, anche alle persone tecnicamente meno valide, secondo il principio di rispetto e valorizzazione di ogni persona. Nel contempo, alll'U.S. Casalpusterlengo Juv sarà garantito il costante afflusso di nuovi atleti per l'ingresso alle categorie superiori , con la possibilità di attingere a un consistente bacino d'utenza. 1 OBBLIGHI 1. Alle Società Pol.Juventina e U.S.Cappuccini è riconosciuto il compito di gestire in totale autonomia le categorie Primi calci, Pulcini, Esordienti e Giovanissimi. Di conseguenza, ogni volta che gli atleti avranno raggiunto l'età idonea per l'iscrizione nelle categorie superiori (dagli Allievi) subentrerà per questi la diretta gestione e responsabilità dell' U.S.Casalpusterlengo Juv. 2. L'U.S.Casalpusterlengo Juv si impegna , ogni volta che il numero di atleti lo permettesse, a formare fino a un massimo di due squadre Allievi. Si intende che le squadre dovranno essere formate da almeno 16 ragazzi per squadra. 3. L'U.S.Casalpusterlengo Juv si impegna a non organizzare squadre giovanili nelle categorie che non gli competono. In parziale deroga a tale punto si precisa che la squadra 1993 del Casalpusterlengo Juv. continuerà il suo normale corso, per i due anni giovanissimi, sotto la diretta gestione di tale Società. Si precisa inoltre che per tale squadra la Società Casalpusterlengo Juv. potrà effettuare reclutamento di nuovi giocatori escludendo gli iscritti alle due Società oratoriane. 4. Le società che sottoscrivono il presente accordo si impegnano a non interpellare gli atleti iscritti ad una delle altre per ottenere un passaggio nelle proprie file. 5. Pur non disponendo di squadre nelle categorie primi calci, pulcini, esordienti e giovanissimi, l'U.S.Casalpusterlengo Juv potrà organizzare tornei riservati a qualsiasi categoria. 6. L'U.S.Cappuccini e la Pol.Juventina si impegnano a garantire nella categoria Giovanissimi almeno una squadra che porta il nome dell'U.S.Casalpusterlengo Juv. 7. In considerazione del fatto che la Pol.Juventina, per assicurarsi il diritto di riconoscimento di "Scuola calcio", ha la necessità di partecipare in ogni categoria giovanile con almeno una squ

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