Franco Gambarelli

Crolla il ponte di Po a Piacenza

2018-06-27 14:02:29

la Repubblica.it http://www.repubblica.it/cronaca/index.html Cerca: Archivio Cerca: Cerca nel Web con Google Home Affari&Finanza Sport Spettacoli&Cultura Ambiente Scienze Tecnologia Motori Moda Casa Viaggi Roma Milano Annunci Lavoro Meteo Oroscopo RepubblicaTv Politica Cronaca Edizioni locali Esteri Scuola&Giovani Salute Ora per Ora Persone Foto Giochi&Scommesse Mobile CRONACA condividi . Crolla un'arcata, precipitano 4 macchine. La ristrutturazione conclusa pochi mesi fa Grave un automobilista ricoverato in rianimazione. Un ponte sostitutivo entro 60 giorni Piena del Po, crolla ponte a Piacenza Le auto finiscono in acqua: 4 feriti La Coldiretti stima in 100 milioni di euro i danni all'agricoltura L'onda distrugge la Motonautica a Cremona. Allerta in Emilia Romagna Piena del Po, crolla ponte a Piacenza Le auto finiscono in acqua: 4 feriti Il ponte crollato MULTIMEDIA IL VIDEO LE IMMAGINI CREMONA - Crolla il ponte sul Po che collega Piacenza a Lodi, sulla sponda lombarda. Un'arcata ha ceduto alla furia della piena del fiume e l'asflato si è piegato verso l'acqua trascinando quattro auto. La strada si è piegata in una sorta di "v". Le macchine sono scivolate verso il fiume incastrandosi l'una nell'altra. I passeggeri terrorizzati hanno cercato di trovare salvezza arrampicandosi verso la parte più alta del ponte rimasto ancora integro, mentre un automobilista ha atteso l'arrivo dei soccorritori aggrappandosi alla portiera della sua auto. Pochi centimetri sotto i suoi piedi, in un rumore sordo e inquietante, correvano seimila metri cubi al secondo. Neppure i vigili del fuoco sommozzatori hanno potuto scendere in acqua per soccorrere gli automobilisti. Li hanno recuperati usando le autoscale. Quattro sono i feriti, contusioni non serie per tre, l'ultimo - Marco Grandini, 27 anni - è stato ricoverato nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Piacenza ma non corre pericolo di vita. Temuto il blocco della ferrovia. I blocchi di cemento che si sono staccati dal ponte hanno rischiato di danneggiare anche il collegamento ferroviario che corre parallelo al ponte stradale crollato. Per precauzione, i tecnici delle Ferrovie hanno verificato la stabilità delle strutture che però non hanno subito danni. Il blocco ai treni, paventato subito dopo l'incidente, non è stato quindi applicato. Il ponte ristrutturato pochi mesi fa. I lavori di ristrutturazione del ponte erano terminati qualche mese fa. Costruito con l'unità d'Italia, bombardato nel luglio del 1944 e ricostruito, fu inaugurato una seconda volta quattro anni dopo. Recentemente una ditta specializzata ha condotto lavori di manutenzione inziati l'anno scorso e conclusi non molto tempo fa. I tecnici incaricati dal giudice dovranno chiarire se esistono eventuali nessi causali tra i lavori e il cedimento, anche se una nota dell'Anas scioglie ogni dubbio e scrive che il crollo della campata del ponte "è stato provocato dall'eccezionale ondata di piena del Po". Un ponte sostitutivo entro 60 giorni. Per risolvere in tempi brevi l'enorme problema di mobilità nella zona, è al vaglio l'ipotesi della posa di un Ponte Bailey, quello reso celebre dai film sulla seconda guerra mondiale con cui i genieri militari sostituivano i ponti distrutti. Il responsabile della protezione civile dell'Emilia-Romagna, Demetrio Egidi, ha detto che i piloni del ponte crollato sembrano poter essere le basi d'appoggio di un ponte a elementi modulari metallici, così chiamato dal nome dell'ideatore, l'ingegnere britannico Donald Bailey. Se ci fosse l'ok, un ponte del genere potrebbe essere montato in un paio di mesi. Nella notte il Po in piena aveva distrutto la Motonautica di Piacenza e allagato la Canottieri di Cremona. Gonfio d'acqua prosegue verso la foce lasciando alle spalle danni per 100 milioni di euro nell'agricoltura del basso Piemonte, e disastri nell'Alessandrino sconvolto dall'esondazione del Tanaro. Danni a Piacenza. Oltre al ponte, a Piacenza il Po ha affondato la sede galleggiante della motonautica e travolto gli otto motoscafi che

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Franco Gambarelli

Cani in Trebbia a Piacenza e Provincia

2018-06-27 11:06:40

«Nelle zone più sovraffollate del Trebbia non vogliamo i cani» „ APPROFONDIMENTI Bobbio, i cani non potranno più fare il bagno in Trebbia Bobbio, i cani non potranno più fare il bagno in Trebbia 14 marzo 2018 Bobbio: giro di vite su sicurezza, Trebbia, consumo e vendita di alcol Bobbio: giro di vite su sicurezza, Trebbia, consumo e vendita di alcol 15 marzo 2018 Tassa di soggiorno: dopo Piacenza arriva anche a Bobbio Tassa di soggiorno: dopo Piacenza arriva anche a Bobbio 16 marzo 2018 Il provvedimento è finito nel mirino di una parte dei tanti amanti del Trebbia, di Bobbio e soprattutto degli animali. Nelle scorse ore è già partita una petizione per chiedere la revoca del punto del regolamento di polizia municipale che la cittadina della Valtrebbia ha approvato nei giorni scorsi. Stando al regolamento approvato, sarà infatti vietata la balneazione e l’accesso all’interno del fiume Trebbia agli animali da compagnia, in particolare ai cani di qualsiasi taglia, lungo tutto il tratto di competenza comunale dalle 8 alle 20 tutti i giorni della settimana dal mese di maggio a settembre. «I tratti di fiume – si legge nel regolamento - ove sarà permessa la balneazione agli animali saranno individuati da apposita ordinanza sindacale». La decisione ha già fatto discutere non poco, soprattutto sui social. «Il Comune di Bobbio – puntualizza il sindaco di Bobbio Roberto Pasquali - ha un territorio che si snoda su circa dieci chilometri di fiume Trebbia. Nel regolamento abbiamo scritto solamente che nei momenti clou dell’anno, in alcuni tratti del fiume – come linea alta, linea bassa, rocce, lido, Ponte Vecchio, Barberino e Mezzano Scotti – dalle 8 fino alle 20 non possono stare. Negli altri momenti e nelle altre zone, i cani possono andare tranquillamente. Non abbiamo detto che i cani sono banditi da tutto il territorio comunale…Ma dove c’è un afflusso di persone, come nella spiaggia della berlina, non è bello avere i cani nell’acqua dove fanno il bagno anche i bambini. È un discorso igienico-sanitario e di sicurezza: i cani devono stare al guinzaglio, ad esempio, anche nella città di Bobbio. Di cani liberi non ne vogliamo vedere, così come non vogliamo vedere escrementi nelle vie di Bobbio. Il problema non sono i cani, ma i tanti padroni che non puliscono. Vogliamo educare loro, che spesso sono maleducati e non rispettano le regole». PUBBLICITÀ “ Potrebbe interessarti: http://www.ilpiacenza.it/cronaca/nelle-zone-piu-sovraffollate-del-trebbia-non-vogliamo-i-cani.html Seguici su Facebook: http://www.facebook.com/ilPiacenza.it

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Franco Gambarelli

La piena del Po

2018-06-27 10:57:54

fiume Po, lungo ben 652 km con un bacino di 71.000 km quadrati, nasce in Piemonte, a Crissolo, in provincia di Cuneo, ai piedi del Monviso, la vetta più alta delle Alpi Cozie, precisamente in località Pian del Re; inizia da lì il suo lungo corso fino all’ampio delta nella regione storica del Polesine, sul confine tra Veneto (provincia di Rovigo) ed Emilia Romagna (provincia di Ferrara), dividendosi in 5 rami principali e centinaia di altri corsi d’acqua minori, per poi sfociare nel Mare Adriatico, presso Porto Tolle. image: http://www.meteoweb.eu/wp-content/uploads/2014/11/PO-3-300x187.jpg PO 3Secondo recenti studi il Grande fiume deve il suo nome ad un vocabolo orientale, forse cinese, che avrebbe il significato di “palude”, anche se la sua origine si è sempre considerata derivata da “Padus”, in riferimento ai numerosi alberi di pino che costeggiano le rive del fiume (“Pades” indica la resina prodotta da alcuni esemplari di pini selvatici presenti in abbondanza proprio vicino alle sorgenti del Padus). E’ certo che da Padus deriva il termine “padano” e da quest’ultimo il nome della pianura padana che si estende ai lati del fiume Po. Conosciuto come Eridano ai tempi della Grecia antica, indicando così il fiume mitico situato grossolanamente a sud della Scandinavia, formatosi dolo l’ultima glaciazione europea, il Po, nella lingua dei liguri, è invece conosciuto come “Bodincus” (privo di fondo) e a sostegno di tale argomentazione si cita Mounteu da Po, una città presso la quale si trova il sito archeologico di Industria, dall’antico nome di Bodincomagus. image: http://www.meteoweb.eu/wp-content/uploads/2014/11/11383-31-243x300.jpg 11383-31Le acque del Grande Fiume hanno alimentato tante vicende che, tramandate nel corso dei secoli, si sono a volte trasformate in miti e leggende. Tra queste, spicca il mito di Fetonte. Secondo la mitologia greca Fetonte, figlio di Apollo e della ninfa Climene, crebbe senza sapere l’identità del padre fino a che, scoperta la verità, partì alla ricerca di Apollo. Arrivato al suo palazzo, il padre fu entusiasta di conoscerlo e gli promise che avrebbe esaudito il suo desiderio più grande: quello di guidare il carro del Sole per un giorno. Purtroppo, nonostante Apollo cercasse di dissuadere Fetonte da tale rischiosa impresa, l’esito non fu quello sperato ed il giovane, non possedendo la forza necessaria per condurre i cavalli alati del padre, perse il controllo del carro. I cavalli, infatti, imbizzarriti, corsero all’impazzata per la volta celeste, salendo prima troppo in alto e bruciando un tratto di cielo che divenne la Via Lattea; per poi scendere troppo vicino alla terra, devastando la Libia che divenne un deserto. Gli umani chiesero aiuto a Zeus che intervenne per salvare la Terra, scagliando, adirato, un fulmine contro Fetonte, che cadde alle foci del fiume Eridano. Le sue sorelle, le Eliadi, spaventate, piansero a dirotto e vennero trasformate dagli dei in pioppi biancheggianti. image: http://www.meteoweb.eu/wp-content/uploads/2014/11/lago-Gerundo-300x192.jpg lago GerundoVa poi ricordato che il territorio lombardo tra Bergamasca meridionale e nord del territorio cremonese era in passato il bacino di una vasta area acquitrinosa, conosciuta col nome di lago Gerundo. Le testimonianze più significative della sua esistenza ci sono pervenute grazie al monaco Sabbio e risalgono al 1120 d.C. Apprendiamo proprio da lui la presenza di misteriose creature che infestavano le acque del lago, i draghi, animali simili a giganteschi serpenti dall’alito pestifero; mentre gli abitanti di Lodi, dal canto loro, erano spaventati dalla presenta del soprannominato “Tarantasio”, un grosso serpente acquatico le cui ossa sono depositate presso la Chiesa di San Cristoforo. image: http://www.meteoweb.eu/wp-content/uploads/2014/11/PO-1-300x180.jpg PO 1La storia del Po è ricca di piene e alluvioni. La prima degna di nota risale al 108 a.C. ed il suo ricordo è rimesso alla descrizione di Cluverio Filippo; mentre nel 1150, si è verificata l’alluvione di Ficarolo, in seguito alla quale il fiu

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