Benedetto Neroni

Business & Finanza

La forza del trend - Terza ed ultima parte

2019-01-16 14:46:15

RVI: La Volatilitàindica il grado di variazioni dei prezzi di uno strumento finanziario in un orizzonte temporale di riferimento (selezionato ovviamente dall’operatore). Più alto è il livello (o valore) della volatilità, maggiori saranno le oscillazioni del prezzo dello strumento in analisi. Ne consegue logicamente la possibilità di appropriarsi di una percentuale maggiore di profitti. C’è però da tener sempre ferma a mente una tra le relazioni base nel mondo dell’economia: la relazione rischio-rendimento, secondo la quale ad un livello di rendimento più alto corrisponde sempre un livello di rischio maggiore.Tantopremesso, Il Relative Volatility Index (RVI -indice relativo di volatilità) è un indicatore di volatilità facente parte della stessa famiglia dei vari ATR, Bollinger Bands, Donchian Channel. In sostanza misura quanto i prezzi (o meglio i suoi massimi e minimi) si stiano discostando dalloro range recentee di conseguenza anche se c'è una pressione a vendere o comprare. Precisiamo subito che l'RVI non è un indicatore "solitario", nel senso che viene per lo più sfruttato per confermare i segnali generati da altri strumenti dell'analisi tecnica (come vedremo a breve).Per completezza di informazione e onestà intellettuale,devo dirvi che il sottoscritto utilizza l’RVI in modo diverso da come fa la maggioranza dei traders. Le regole che trovate su qualsiasi sito di tradingcirca l’utilizzo dell’ADX sono, infatti, le seguenti:1) Quando il valore RVI è superiore a 50 rafforza uneventuale segnale di acquisto;2) Valori inferiori a 50 invece rafforzano un eventuale segnale di vendita;3) Se il RVI scende sotto i 40 suggerisce di uscire dalle posizioni lunghe già assunte sul mercato e assumere posizioni short;4) Oltre i 60 suggerisce di uscire dalle posizioni corte già assunte sul mercato e assumere posizioni long.Io invece usol’RVI soltanto in combinazione con l’ADX e/o con il Volume oscillator e soltantocome conferma o come smentita dei segnali inviati da tali indicatori. E nel fare questo, più che ai valori precisi dell’RVI, infatti, a me interessa se il suo movimento è simile a quello dell’ADX e/o del Volume Oscillator o al contrario, se ne discosta in tutto o in parte. Infatti, come capita spesso, la forza del trend di un asset è inversamente proporzionale a quella della sua volatilità e ciò può annunciare(come al solito in presenza di altri indizi) un’inversione del trend. Il mio utilizzo dell’RVI, inoltre, è particolare anche perché io ne faccio uno degli elementi in base ai quali decido come impostare stop loss e take profit e (di conseguenza) quanto investire (size) su un singolo asset: perch è chiaro che un RVI superiorea 50 comporta un rischio maggiore e quindi richiede uno stop loss ed un take profit più larghi e quindi, una size di investimento più piccola. Grazie per l’attenzione, spero che questa dispensa vi sia stata utile Grazie a chi sostiene il mio LAVORO quotidiano con una donazione di importo libero ! 1) Tramite Paypal:paypal.me/BenedettoNeroni oppure2) Tramite bonifico bancario intestato a Benedetto Neroni -IBAN IT34S0308301607000000045137 con causale “donazione”

Benedetto Neroni

Business & Finanza

Ripple, i fondamentali non influiscono sul prezzo

2019-01-15 14:27:10

Ieri Ripple, la società società blockchain dietro alla seconda criptovaluta più capitalizzata sul mercato, ha reso noto che la sua rete di pagamenti, RippleNet, ha tagliato il traguardo dei 200 clienti.A rivolgersi a questo servizio sono principalmente banche e imprese del settore fintech, attratte da una soluzione di pagamento transfrontaliero a basso costo, veloce e trasparente tramite tecnologia blockchain, che taglia il coinvolgimento di intermediari come le banche corrispondenti e si propone come alternativa al sistema SWIFT, che dal 1973 è il punto di riferimento per i bonifici bancari internazionali.Il “potenziale di espansione” di questo progetto risiede infatti nella sua “capacità di aggredire un mercato [quello delle rimesse internazionali, nda], da 600 miliardi di dollari all’anno, promettendo risparmi sui costi di commissioni per 16,5 miliardi di dollari all’anno”, fa notare Anatoliy Knyazev di Exante.Tale prospettiva rimane ad oggi la narrativa fondante di Ripple, nonostante il peso delle cause legali da parte di alcuni acquirenti di XRP, il suo token nativo, che è crollato di circa il 90% dal suo picco, e della possibile classificazione di XRP come security (titolo finanziario) da parte della SEC statunitense.Le ultime partnership di Ripple sono state strette con 13 aziende: Euro Exim Bank, SendFriend, JNFX, FTCS, Transpaygo, Ahli Bank of Kuwait, BFC Bahrain, ConnectPay, GMT, WorldCom Finance, Olympia Trust Company, Pontual/USEND e Rendimento.Le prime 5 in particolare utilizzeranno XRP, il token nativo di Ripple, come mezzo di liquidità nei pagamenti internazionali dei propri clienti. Quali, importantissime, implicazioni ha tutto questo ? Una in particolare: pensare che l'esito dello sviluppo dei progetti di una blockchain sia collegata ai valori del token/asset sui mercati è follia, come appunto inequivocabilmente dimostrato dal 2018 di Ripple Net, che ha incrementato il proprio giro d'affari mentre il prezzo del token seguitava a crollare sui mercati delle criptovalute. Lo stesso principio - ossia la mancaza di correlazione fra sviluppo dei progetti legati alla blockchain - vale per le altre cripto, ad esempio in questi giorni stiamo assistendo al prezzo di Ethereum che non riesce ad andare oltre un rimbalzo tecnico e questo malgrado (o forse proprio per) l'annunciato fork del 17.01.2019. Conclusioni (ossia morale della favola) se volete fare trading sulle criptovalute studiate i grafici, come per qualsiasi altro asset finanziario: l'analisi tecnica non mente quasi mai. Oppure fate copy trading dal mio canale Telegram. Per info: [email protected]

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Benedetto Neroni

Business & Finanza

La forza del trend - Parte seconda

2019-01-14 18:14:44

Nella prima parte di questo lavoro avevo evidenziato come valutare correttamente la forza (o la debolezza) di un trend fosse essenziale per la sopravvivenza finanziaria del trader. In tale contesto, avevo sottolineato l'importanza dei volumi che accompagnano il prezzo. Oltre ai volumi, ci sono due indicatori che possono darci indicazioni significative circa la forza di un trend. Essi sono il volume oscillator e l'adx. Esaminiamoli nel dettaglio, iniziando dal primo. VOLUME OSCILLATOR: La distinzione tra 2 medie mobili relativamente al volume è il fattore principale usato da questo indicatore. Grazie ad esso possiamo capire se il trend è in aumento o in diminuzione. Infatti, quando il valore del volume Oscillator si muove al di sopra dello zero, il valore della media mobile di più breve periodo si trova al di sopra del valore della media mobile di lungo periodo. Questo indica che per il trend di breve termine, il volume è superiore rispetto al volume della tendenza di lungo termine. Se abbiamo il valore dei prezzi in calo ed è in calo anche il volume degli scambi, allora possiamo avere dei segnali bullish a partire dall’aumento dei prezzi unito all’aumento di volume. Così, se il volume si sposta verso l’alto e i prezzi scendono, oppure al contrario diminuisce il volume ma i prezzi salgono, allora si considera che il mercato ha dei segni di debolezza di base. Questa strategia si basa sulla considerazione che l’aumento dei prezzi accompagnato da aumento del volume significa che in futuro probabilmente ci saranno più acquirenti, il che potrebbe portare ad una durata maggiore del trend. Al contrario, il calo dei prezzi accompagnato da dei volumi in aumento ci fa prevedere una diminuzione degli acquirenti di un trend. ADX: L’indicatore ADX (Average Directional Index) è uno strumento statistico utilizzato per misurare la forza, ovvero il momentum di un trend. L’indicatore ADX viene utilizzato non per determinare la direzione di un trend, ma per stabilirne l’intensità; in altre parole: l’indicatore ADX viene utilizzato per capire se il mercato è in fase di trend (bullish o bearsi) oppure in fase di mercato laterale. L’ADX è composto da 3 linee fondamentali, una accompagna i movimenti rialzisti, l’altra quelli ribassisti e la terza è la sintesi delle due. Per questa ragione io (come molti altri trader) impostiamo l’adx nascondendo DI+ e DI- e lasciando in evidenza soltanto la DMI. Sempre per semplicità, per quanto riguarda il timeframe, lasceremo le impostazioni di default, ossia 14 chiusure. L’Average Directional Index è un oscillatore che, in teoria, può assumere valori tra 0 e 100 ma che nella pratica quotidiana dei mercati – ad eccezione di quello del Forex, nel quale spesso assistiamo a valori superiori a 70 – si muove fra 0 e 60. Al di sopra della linea del 40: l’oscillatore ADX indica una fase di forte trend (siamo prossimi all’ipervenduto o all’ipercomprato) Fra 30 e 40 : l’oscillatore ADX indica un trend bello stabile; Fra 20 e 30: l’oscillatore indica una fase di congestione laterale; Fra 0 e 20: esaurimento dei volumi, disinteresse degli investitori nei confronti del titolo. Per questa sera è tutto. Nella terza e ultima parte di questa dispensa ci occuperemo dell'RVI, indice di volatilità relativo: esso può aiutarci a scoprire sia la forza sia la (potenziale) prossima inversione di un trend, elementi molto importanti per chi fa trading. Per seguire i miei trade in tempo reale, info: [email protected]

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