Benedetto Neroni
Business & Finanza
Il parco buoi si fida delle banche, ma è l'ennesima bullish trap
2019-03-18 13:02:38
Le banche europee sono piene di debiti. In particolare di due tipologie ben definite di debiti: a) i crediti deteriorati (no performing loans) ; b) i titoli del debito pubblico. Lasciamo stare per il momento questa seconda tipologia, il cui esame è molto complesso e richiede tempo. La Commissione europea e la BCE da tempo "bastonano" l'Italia e le banche italiane, in particolar modo le popolari e di credito cooperativo, per l'alto tasso di no performing loans detenuti. Ma le banche europee (es. Barclays, Royal bank of Scotland, BNP Paribas sono solo alcuni nomi) stanno messe peggio. Le peggiori di tutti, per esposizione debitoria, sono proprio queste due di cui parla l'articolo - deutshe e commerz bank - le quali, annunciando la loro fusione, hanno provocato rialzi azionari in tutto il settore. Il chè è talmente illogico che, un investitore dotato di quoziente intellettivo medio, dovrebbe subito intuire che questa operazione non serve per gestire meglio i crediti deteriorati (se tizio e caio hanno entrambi 5 crediti inesigibili, mettendoli insieme avranno 10 crediti inesigibili: in parole ancora più semplici avranno soltanto raddoppiato la loro potenziale perdita !) quanto per procurarsi liquidità. Da chi ? Proprio da voi, ossia dal parco buoi che in queste ore sta investendo in Intesa San Paolo piuttosto che in UBS o altra banca europea, se non direttamente nelle due banche oggetto di fusione. Come trader indipendente, che ragiono con il mio cervello e basandomi soltanto (o prevalentemente) sull'analisi tecnica dei grafici, le salite di questi giorni: 1) non dureranno a lungo (c'è la brexit che incombe come una spada di damocle, per tacere della guerra dei dazi USA e Cina) ; b) sono potenziali occasioni per aprire posizioni short e guadagnare dal ribasso futuro. Perchè il sistema bancario è gonfio come un cavallo drogato e le azioni sono destinate a crollare. Ne riparleremo prima o poi...forse più prima che poi. Qui, intanto, potete leggere la situazione odierna sui listini: https://it.investing.com/news/stock-market-news/banche-vento-in-poppa-dalla-possibile-fusione-deutschecommerzbank-597208
Benedetto Neroni
Business & Finanza
Mercati azionari: che settimana sarà ?
2019-03-17 16:57:15
Se la Brexit ha dominato la scena la scorsa settimana, nella prossima - che inizia domani lunedì 18 marzo - i maggiori rischi per la stabilità dei mercati azionari sembrano legati all'aumento dei tassi di interesse da parte della Cina e soprattutto, dall'ennesimo capitolo della guerra dei dazi fra Usa e Cina. Questo a meno di una - improbabile ma nefasta - bocciatura della richiesta di rinvio della brexit da parte della UE (fine settimana c'è consiglio europeo) sembra il filo conduttore che muoverà i mercati mondiali. Entriamo nel dettaglio facendo un piccolo passo indietro. L'Asia chiude bene la settimana, sostenuta oggi dal premier cinese Li Keqiang, che ha concluso a Pechino i lavori del partito con una serie di promesse di stimoli. Il Nikkei finisce la corsa in rialzo dello 0,77%, mentre alle ore 7:30 italiane l'Hang Seng guadagna lo 0,81% e Shanghai sale dello 0,75%.Oro in salita dello 0,45% a 1.301,3 dollari l'oncia, mentre il petrolio Wti americano cresce dello 0,15% a 58,71 dollari il barile. Euro in rinforzo dello 0,10% a 1,1318, yen stabile a 111,64, mentre la sterlina è ferma alla chiusura di Wall Street a quota 1,32 42. I futures sulla borsa americana sono positivi per lo 0,3%.Oggi il premier Li Keqiang ha spiegato in conferenza stampa che la Cina può utilizzare i requisiti di riserva e i tassi di interesse per sostenere la crescita economica. Li ha promesso ampie misure politiche per prevenire una decelerazione più acuta del previsto, mentre la seconda economia mondiale sta crescendo al ritmo più lento in quasi tre decenni. Il Paese punta per il 2019 a un aumento del pil tra il 6% e il 6,5%, in calo dal 6,6% del 2018, il ritmo più lento degli ultimi 28 anni.Uno dei fattori importanti della frenata è la guerra commerciale dei dazi delle prime due potenze economiche mondiali. E, nonostante l'ottimismo di Li su una possibile soluzione alla diatriba, ieri sera è intervenuto a Washington il segretario al Tesoro Steven Mnuchin per precisare che il vertice fra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping non avrà luogo alla fine di marzo come previsto.Li Keqiang ha specificato che "possiamo implementare strumenti di politica monetaria fondati sulla quantità o sul prezzo (quantity-based or price-based policy tools, ndr) come i requisiti di riserva e i tassi di interesse. Non si tratta di un allentamento monetario, ma di un sostegno più efficace all'economia reale".La banca centrale cinese ha tagliato i coefficienti di riserva degli istituti di credito cinque volte dallo scorso anno, con una doppia riduzione a gennaio, iniettando in questo modo 1.500 miliardi di yuan (223,23 miliardi di dollari) nel sistema finanziario. Ulteriori tagli nei coefficienti di riserva erano ampiamente previsti dagli economisti, dopo che nuovi dati sull'export e sull''inflazione hanno evidenziato una domanda persistentemente debole, sollevando i timori di un rallentamento più netto.Un taglio generalizzato dei costi di finanziamento potrebbe tuttavia rischiare un'altra riacutizzazione del debito, già alto in Cina e l'avvio di attività speculative che si sono registrate dopo la crisi finanziaria globale del 2008-9. Ed è questa la ragione per cui la riduzione del costo del denaro in Cina è vista come una soluzione da prendere con cautela.Intanto i tagli promessi all'Iva nel settore produttivo entreranno in vigore dal 1° aprile (la riduzione è del 3% e l'aliquota passa dal 16% al 13%, quella per i settori dei trasporti e delle costruzioni sarà limata dal 10% al 9%), mentre le tasse sui versamenti previdenziali saranno ridotte dal 1° maggio. Il premier Li ha aggiunto che il governo assumerà maggiori misure quest'anno per ridurre i costi di finanziamento per le piccole e micro imprese di un punto percentuale.Intanto i dati di ieri sul tasso di disoccupazione hanno evidenziato una crescita al 5,3% a febbraio, dal 4,9% di dicembre, in parte a causa della perdita di posti di lavoro da parte delle aziende orientate all'export.
Benedetto Neroni
Business & Finanza
Bitcoin - Videoanalisi grafica
2019-03-17 16:10:30