Barbara Tomaselli
Curiosa esploratrice del mondo interiore
La leggenda di Ametista
2018-11-04 20:12:43
Si narra che la vergine Ametista fosse di una bellezza sconvolgente, tale da far invaghire di sè il dio Bacco. Ebbene, diciamoci la verità: per quanto dio dell’Olimpo, Bacco non costituiva certo un buon partito per una ragazza di buoni costumi. Il dio si abbandonava spesso a sfrenate libagioni, ove scorrevano fiumi di vino e durante i quali ci si abbandova a promiscuità di ogni tipo. Sta di fatto, però che Bacco perse letteralmente la testa per Ametista, e iniziò a farle la corte. Ai primi dinnieghi della giovane, Bacco, rispose con un atteggiamento sempre più incalzante e offeso: non era certo abituato a sentirsi dire no. Al termine di un ennesimo attacco alla purezza di Ametista, e ancora una volta respinto, Bacco, al massimo della collera, penso di scatenare contro l’innocente e inerme fanciulla una belva feroce. Vistasi persa e vedendo la belva incalzare, Ametista si raccomandò alla dea Diana, la quale però si accorse immediatamente di non aver più tempo per intervenire. Diana in un estremo e disperato tentativo di salvataggio, trasformò Ametista in una roccia, affinché, almeno, non fosse dilaniata dalla fiera. A questo punto Bacco rientrò in sé, anche sollecitato dagli aspri rimproveri di Diana, e quando prese coscienza di ciò che aveva determinato, pianse amaramente. Pensò allora di sacrificare il suo miglior vino, quello che custodiva più gelosamente, e lo versò abbondantemente sulla roccia immobile in cui era stata trasformata per sempre Ametista, la quale, quasi a risposta di questo tardivo gesto di amore e di pietà, assorbì il nettare e assunse da allora la bella colorazione che noi possiamo apprezzare in questo splendido quarzo che porta il suo nome.
Barbara Tomaselli
Curiosa esploratrice del mondo interiore
ER PAVONE - Trilussa (Carlo Alberto Salustri) - Foto mia
2018-11-04 15:40:16
Sur più bello che un’ Aquila romana tornava vittoriosa da ‘na guerra, je venne sete e s’accostò a la terra pe’ rinfrescasse er becco a ‘na fontana. Appena scese, un Gatto, che faceva er fotografo, je chiesese voleva posà per un ritratto: e, manc’a dillo, l’Aquila accettò. Saputo er fatto, er solito Pavone disse fra sé: — Potrei, giacché me se presenta l’ occasione, famme fotografà vicino a lei. Così, se me chiedessero una provache so’ stato pur’io fra la mitraja sur campo de battaja, è sempre un documento che me giova: chissà che nun ce scappi la medaja… —E, risoluto, je se fece avanti a testa dritta e a coda spalancata, gonfio, impettito, come tanti e tanti…— No! — disse allora l’Aquila — Un momento! Io nun ciò nessunissima arbaggia, ma nun permetto che la gloria mia vada a finì dedietro a un paravento.
Barbara Tomaselli
Curiosa esploratrice del mondo interiore
Rick Astley - Never gonna give you up -
2018-11-04 13:17:39