Barbara Tomaselli
Curiosa esploratrice del mondo interiore
L'Araba Fenice
2019-03-06 04:50:46
L’Araba Fenice è un uccello mitologico che rinasce dalle proprie ceneri dopo la morte e proprio per questo motivo, simboleggia anche il potere della *resilienza, ovvero la capacità di far fronte in maniera positiva alle avversità, coltivando le risorse che si trovano dentro di noi.Secondo una versione del mito, l’Araba Fenice dopo aver vissuto per 500 anni, prima di morire costruiva un nido sulla cima di una quercia o di una palma, accatastava piante balsamiche e si adagiava al sole, lasciando che quest’ultimo la bruciasse. Dal cumulo di cenere emergeva poi una piccola larva che i raggi solari facevano crescere rapidamente fino a trasformarla nella nuova Fenice che nell’arco di tre giorni volava ad Eliopoli e si posava sopra l’albero sacro.Del possibile legame tra la Fenice e l’essere umano, ne scrive Carl Gustav Jung nel suo libro “Simboli della trasformazione”, dove la capacità di risorgere dalla morte viene paragonata alla possibilità di rinascere dopo il fallimento.* La resilienza è la capacità di non lasciarsi abbattere dalle difficoltà della vita, di reagire e di rialzarsi più forti di prima. Possiamo imparare ad adattarci al vento e alle tempeste come fanno gli alberi cioè sviluppando delle radici forti e dei rami flessibili, così possiamo mantenerci ancorati a terra, ma nello stesso tempo imparare ad adattarci ai cambiamenti.La morte in questo caso può rappresentare un piccolo fallimento,la risurrezione dalle ceneri, non è nient’altro che la ripartenza. Le persone resilienti sanno bene che è importante coltivare l’autostima, circondarsi di buoni amici ed imparare ad accettare ogni situazione, anche quando ci appare scomoda, per poter reagire e poi rialzarsi più forti di prima.
Barbara Tomaselli
Curiosa esploratrice del mondo interiore
Lo Smeraldo
2019-03-05 16:07:28
Lo smeraldo Essendo una gemma importante, lo smeraldo è legato ad una leggenda che addirittura comprende storie dell’Antico Testamento.E’ onesto evidenziare che la Religione Cattolica non riconosce queste leggende.Si narra che fu proprio lo smeraldo la gemma di cui Lucifero amava adornarsi e che si staccò dalla sua fronte l’angelo del male fu scacciato dai Cieli e sprofondò sulla Terra creando quella profonda voragine in cui Dante Alighieri collocò l’inferno.Staccandosi dalla fronte di Lucifero, lo smeraldo testimoniò la sua presa di distanza dal male, e gli Angeli lo raccolsero e ne ricavarono un Calice.A questo punto il Calice, e quindi lo smeraldo vengono associati addirittura alla storia del Sacro Graal. La leggenda lo vuole nel Paradiso Terrestre, recuperato da Seth, uno dei figli di Adamo e Eva dopo la cacciata dall’Eden, e poi affidato ai Druidi o addirittura a Ermete Trismegisto. Secondo alcuni sarebbe persino ricomparso nell’Ultima Cena, tra le mani di Gesù il quale vi bevette, sempre secondo questa specifica leggenda, durante l’istituzione della Santa Eucarestia. Lo smeraldo rimanendo quindi per secoli legato alla leggenda del Sacro Graal, viene perciò ritenuta la gemma che sconfigge il male in generale e il demonio in particolare.In passato venne usata a questo scopo in molti riti di altrettante religioni o credenze.Di concreto resta comunque l’affascinante bellezza e la sua capacità rasserenatrice dovuta anche scientificamente al suo colore.
Barbara Tomaselli
Curiosa esploratrice del mondo interiore
Donne che corrono coi lupi
2019-02-15 17:03:05