Riccardo Polverosi

Storia & Antichità

Un successo inaspettato Pochi sanno che quando Garibaldi e i suoi Mille partirono per la conquista del Meridione, pochi credevano che ce l'avrebbero fatta, anche a causa di alcuni errori. Innanzitutto, quando partirono dalla Liguria si dimenticarono allegramente di caricare le armi, quindi dovettero fare scalo in Toscana per imbarcare i fucili (anticaglie pure e semplici). Mentre navigavano, le navi garibaldine (Piemonte e Lombardo) rischiarono di scontrarsi. Poi, le navi dei Mille furono avvistate dalla Marina borbonica al largo della Sicilia: le avrebbero affondate senza problemi troncando così l'impresa, ma in zona c'erano delle navi militari inglesi e così i borbonici non spararono per non rischiare un incidente diplomatico. Quando i Mille sbarcarono a Marsala, un impiegato si accorse di loro e avvisò il comando dell'esercito borbonico, ma accadde qualcosa per cui il messaggio non fu preso sul serio. Durante la campagna in Sicilia, l'armata garibaldina rischiò di venire distrutta da un attacco combinato esercito/marina borbonici, ma dato che Garibaldi aveva stretto una tregua con uno dei due comandanti nemici, l'attacco fallì e i Mille si salvarono. Un'altra cosa che molti ignorano è che Garibaldi non volesse liberare solo Napoli e la Sicilia, ma puntava direttamente a Roma: il re Vittorio Emanuele II scese la penisola in tutta fretta e bloccò l'Eroe dei Due Mondi a Teano, prima che sconfinasse nel Lazio (allora intoccabile perché protetto dai francesi). Povero Garibaldi: nonostante tutti i suoi sforzi, la sua opera non l'hanno apprezzata in molti, né allora né ora... Fonte: HistoRick

Riccardo Polverosi

Storia & Antichità

Il sudore (si) paga Nell'antica Roma i giochi gladiatori offrivano intrattenimento per le folle, che andavano in visibilio guardando colossi che se le davano di santa ragione. Contrariamente a quanto si pensa però era molto raro che un gladiatore venisse ucciso: infatti si trattava di atleti professionisti che, anche se schiavi, richiedevano cifre sostanziose per venire addestrati quindi farne fuori uno era assolutamente anti-economico. Quelli che morivano erano tutti delle mezze cartucce, pagati poco e addestrati ancora meno. Una cosa strana riguardava il commercio dei loro fluidi corporei: alcuni Romani erano disposti a pagare cifre enormi per il sangue dei gladiatori e persino per il sudore! Questo perché pensavano che i liquidi potessero trasmettere la grande forza degli uomini che li avevano prodotti. Ovviamente non si trattava di una cosa da plebei, solo i ricchi potevano permettersi quei rari prodotti... Fonte: HistoRick

Riccardo Polverosi

Storia & Antichità

Un tesoro molto contestato Negli anni Settanta dell'Ottocento l'archeologo tedesco Heinrich Schliemann scoprì le rovine dell'antica città di Troia e con esse una grande quantità di oggetti in oro, soprannominati "tesoro di Priamo" dal nome dell'antico re troiano. Schliemann portò illegalmente il tesoro in Grecia, ma fu scoperto e costretto a pagare una cifra enorme, che però gli permise di diventare padrone della collezione di monili. In seguito donò la collezione al suo paese, la Germania, dove rimase fino al 1945. Hitler ordinò di nascondere i preziosi, ma l'ordine fu ignorato ed essi caddero in mano dei sovietici, che negarono sempre di averli presi. Poi nel 1993 Boris Eltsin mentre era in Grecia ammise tutto e la collezione di Schliemann fu ritrovata in un museo di Mosca. Adesso quindi sono quattro paesi a contendersi il tesoro di Priamo: - la Turchia, dove fu trovato - la Grecia, dove fu portato nel 1874 - la Germania, da cui fu rubato nel 1945 - la Russia, dove si trova da allora Come andrà a finire? P.S: una sorte molto simile è capitata al Tesoro di Eberswalde, anch'esso rubato dai russi in Germania nel 1945, oggi esposto all'Ermitage (assieme a una parte del Tesoro di Priamo)! Fonte: HistoRick

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