Laura Siciliano
Un capannello di decine di persone, schiamazzi e urla che andranno avanti per qualche minuto abbandonante. È un pomeriggio come tanti ai giardini Saragat di via Leoncavallo, finiti nel mirino dei residenti delle popolari di Barriera di Milano per le continue risse tra le baby gang straniere. Un’area verde che si affaccia sulle case Atc trasformata in una narcosala a cielo aperto, dove le risse per la droga vanno davvero per la maggiore. Lo sostengono i cittadini che da settimane segnalano via vai di spacciatori e di clienti. L’ultimo avvistamento solo una settimana fa. Fino alla rissa di martedì pomeriggio, con un branco di ragazzini stranieri che ha tenuto in ostaggio il giardino. Immagini inquietanti, che parlano da sole. Fotografie scattate di nascosto, dai balconi, dai residenti che non ne possono più di questa situazione. «Ormai sono anni che andiamo avanti a denunciare – accusano i cittadini -. Ma vediamo che la situazione non cambia di una virgola. E’ davvero triste, ogni estate, affacciarsi dai balconi e vedere gente che si droga per le strade». Un problema iniziato con la denuncia alle forze dell’ordine sullo spaccio. «Spesso vediamo uomini di colore che entrano nel cortile e infilano qualcosa tra le aiuole. Sicuramente è droga». Tra via Pacini e via Bioglio c’è già chi è pronto a manifestare, pur di mettere fine a tutto questo degrado senza freni. «Di notte gli schiamazzi, di giorno i bulli e le baby gang» accusano i più anziani. E quel giardino tanto decantato dalle istituzioni sembra diventato una trappola mortale per i residenti. «Il Saragat è terra di nessuno – protestano – e abbiamo anche la municipale qui a due passi». Le risse vanno per la maggiore e prima o poi «qualcuno scenderà in strada per ribellarsi».https://www.cronacaqui.it/maxi-rissa-le-baby-gang-paralizza-giardini-saragat/
Laura Siciliano
Entro la fine del mese di novembre potrebbero essere solo più un ricordo ma al momento rimangono un vero e proprio pericolo. Parliamo delle banchine killer, propedeutiche – come ormai tutti sanno – alla realizzazione della pista ciclabile di via Nizza. Il tratto oggetto di discussioni e polemiche è sempre lo stesso: quello tra corso Dante e piazza Carducci dove il cantiere vero e proprio non è ancora arrivato. Terminata la fase iniziata a maggio, che ha interessato la via, a partire da corso Vittorio Emanuele II fino a piazza De Amicis, ora si comincia a guardare verso piazza Carducci. «I lavori, che stanno procedendo a tratti – si legge sul sito del Comune -saranno di volta in volta completati, in modo da ridurre l’area del cantiere». I lavori complessivi fino in piazza Carducci, finanziati con il Piano Operativo Nazionale Città Metropolitane 2014-2020, termineranno a novembre 2019. La sistemazione della via porterà con sé il miglioramento della sicurezza per quanto riguarda la percorrenza e, soprattutto, gli attraversamenti pedonali da parte dei disabili motori e visivi: infatti tutti gli attraversamenti trasversali presenti lungo il tratto Porta Nuova – Carducci saranno risolti con scivoli, gli ingressi delle vie laterali saranno rallentati con il rialzo degli attraversamenti pedonali. In tutti sarà inserito il codice di lettura podo-tattile corrispondente al segnale di pericolo valicabile. Peccato che oggi la sicurezza resti un vero e proprio optional. Per colpa di quelle banchine che delimitano una ciclabile che ancora non esiste. «Ma non era meglio aspettare e procedere con un cantiere solo?» si chiedono i residenti. «Se un’auto finisce contro una di quelle banchine ci scapperà il morto» accusano ancora altri cittadini. Di giorno, tanto quanto, è difficile non vederle ma è di sera, con la poca illuminazione presente, che le banchine si trasformano in delle vere trappole. Le auto dirette verso la zona Lingotto rischiano, infatti, di scontrarsi con il salvagente che all’improvviso, dopo l’incrocio con corso Dante e la fermata della metropolitana, si palesa pericolosamente alla destra del guidatore. https://www.cronacaqui.it/banchine-killer-ancora-nel-mirino-ci-scappa-morto/
Laura Siciliano