Scribacchina
I travestimenti dei Maneskin e l’American Music Awards
Condivido in toto il pensiero di Valeria di Themolisanasoup
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Lasciamo da parte l’orgoglio per la vittoria di questi ragazzi italiani che stanno spaccando nel mondo… io quasi quasi sono orgogliosa pure di Albano che, quando andava a cantare a Mosca, i russi spendevano 1000 euro per ascoltarlo … figurarsi se non lo sono per loro.
Parliamo però del look. Ieri i Maneskin hanno ritirato il premio in reggicalze o , per essere più specifici, in reggipantalone, perché, grazie Santa Coco Chanel, ci è stato risparmiato di vederli tutti e quattro con le calze autoreggenti. Non che in altre occasioni abbiano indossato outfit da coro dell’Antoniano. Il punto però non sono l’estremo o la provocazione che loro portano sui red carpet ma è la totale mancanza di personalità che esprimono quando si vestono cosi. I maneskin non sono vestiti ma travestiti. I loro look sono studiati in ogni dettaglio per essere coordinati ed equilibrati tra di loro e per raggiungere un intento preciso, che a seconda dei casi può essere lo scandalo, la provocazione, l’estremizzazione di una tendenza. Qualsiasi messaggio forte vogliano mandare io lo recepisco sempre fin troppo patinato. A me è l’appiattinento che disturba. Quattro ragazzi, quattro cervelli e quattro personalità appiattite nel nome della moda. E poi finisce che i giornali, un po’ bigotti diciamolo pure, mettano sullo stesso piano la vittoria di un premio importantissimo a livello internazionale e il ritiro con il reggipantalone”.
Scribacchina
Sono convinto che il 'virtuale' non sia stato né sia oggi la possibilità non colta di trasformazione bensì la prigione in cui ci hanno indotto a rinchiudere speranze ed energie.
Credo quindi occorra riprenderci il reale e renderlo così tale, credo occorra riprenderci strade e piazze e li fecondare un pensiero ed un agire nuovo poiché assai antico. Credo occorra riprenderci la vita.
Dal web
Scribacchina
Ciò che non si può trasformare in qualcosa di meraviglioso, bisogna lasciarlo andare.(Anaïs Nin)
Buonanotte