Cristina Mancini

Le farfalle, soprattutto quelle europee, sono sempre più in pericolo perché il loro habitat sta scomparendo. Proprio come le api, la cui sopravvivenza è minacciata, le farfalle svolgono l’importante ruolo di insetti impollinatori: la loro progressiva diminuzione rappresenta dunque una concreta minaccia alla biodiversità. Per questo motivo i biologi Pier Paolo Poli e Emanuele Rigato hanno pensato a un modo per incrementare le nascite delle farfalle, in particolare di una delle farfalle europee più belle, la farfalla Macaone. E’ nato così MacaKit, il kit per l'allevamento della farfalla Macaone (Papilio machaon), realizzato grazie a una campagna di crowdfunding che si è rivelata un grande successo e che ha reso possibile la vendita dei primi Kit al costo di 23 euro. MacaKit, pensato per essere alla portata di tutti, può essere fatto tutto l'anno: non sporca, non rilascia cattivi odori e occupa pochissimo spazio. Non è necessario avere un giardino o un balcone: è sufficiente una finestra. MacaKit nasce per sensibilizzare le persone che, grazie a un'esperienza concreta, assumono un ruolo attivo nella conservazione di una specie, adottando e crescendo dei bruchi fino allo stadio di farfalla che poi verranno rilasciati in natura Il kit contiene una capsula petri con i bruchi, una bustina con del mangime in polvere, un dosatore e palettine sterili per manipolare il mangime, supporti in legno per i bruchi e le crisalidi, una cupola per l’allevamento e una per lo sfarfallamento.

Cristina Mancini

II parte Per quanto riguarda come se ne andò mia nonna,  bhé ricordo vagamente, ricordo che spesso si sentiva male quando eravamo a tavola, ricordo che gli mancava l'aria, ricordo che per un attimo che si alzò la maglia, gli vidi tanti tubicini, ricordo che una delle ultime volte che la vidi era in Ospedale, con il fatto che fossi tanto piccola le infermiere non me la facero vedere, ma io andai nel corridoio, mi nascosi sotto al suo letto e così la salutai per l'ultima volta. Il nonno era devastato, non sorrideva più, mangiava quel poco che bastava per campare, non diceva più l'indovinello, quando ci riportava qualche regalo, la morte della nonna fu talmente un dolore insostenibile per lui, che cominciò ad avere sbalzi di pressione sempre più frequenti, che alla fine l'anno successivo alla morte di mia Nonna Maria, se ne andò anche lui. Da che, nella casa eravamo in 5, ci siamo  ritrovati in 3  senza i miei nonni, ed ha girovagare per la casa, spulciando fra i loro ricordi. Una volta, mi addormentai con i loro santini tra le braccia, mi mancavano, mi sentii vuota, ed impotente per la prima volta in vita mia. In quel periodo mia zia si frce un nuovo compagno e dovetti dire addio anche alla mia compagna di giochi Sofia, che cambio casa ed andò ad abitare assiema a a mia zia Teresa, il compagno Simone e la figlia Marta, che negli occhi aveva una luce cupa diffidente, con me oarlava a stento, poi capi che la sua vita fu spazzata, perché da piccolina morì sua Madre e negli occhi leggevo il suo dolore e laria di cambiamento nell'avere una sorella acquisita, mai vista e conosciuta. Comincio la vita da solitaria, giocavo da sola, delle volte per giocare con la palla lo facevo contro il muro, ero annoiata stufa, tanto che stressavo i miei genitori, nel farmi un fratellino e una sorellina, ma passarono gli anni e Sofia la vedevo ogni tanto, certe volte andavo io ed altre veniva lei, con la scusa che i nostri genitori prendevano un caffè, noi ne approfittavamo, per giocare assieme, ricordo che in quella casa avevano un capetto di bocce, mi piaceva tantissimo, ci perdevamo le ore li.  Dopo qualche anno nacque la sorellina di Sofia e Marta, bellissima con deglio occhioni grandi, molto intelligente e sveglia. Ricordo anche che nel tempo non siamo state molto cordiali con lei, noi ci sentivamo più grabdi e spesso piangeva, perché non la facevamo giocare. E come dargli torto. Ricordo anche che Sofia aveva una vastità di barbie immensa, di cui ero gelossissima ed ero l'unica persona che le poteva toccate e giocarci.   Gli anni passarano, arrivai in quinta elementare e erano già diversi anni che la mia maestra dell'oca di italiano e storia, mi prese di mira, mi umiliava davanti alla classe, mi faceva sempre le domande più scomode, e le mie sensazioni erano bruttissime come una doccia gelida all'interno del mio corpo, un mix tra vergogna e ansia improvvisa. Proprio in quel periodo il mio  rapporto con il cibo fu altalenante, era il mio compagno, la mia coccola, il mio amico/nemico,un modo contastante tra un conforto e un punirmi di non valere abbastanza. Non fu facile quel periodo, perché c'erano le prime battutine, i primi momenti in cui vedevo il mio corpo cambiare, il non piacermi del tutto. Fortunatamente arrivarono le medie, ero in totale disaggio perché non conoscevo nessuno, feci conoscenza con una ragazza, che sembrava carina e simpatica si chiamava Andrea , mi riferì che anche lei non conoscesse nessuno e che se volevo potevo mettermi vicino a lei. Passammo un intero anno assieme, parlavamo di chi ci piaceva, delle materie noiose e degli esercizi che credavamo fossero impossibili da capire.  Avevao fatto amicizia già con altri compagni, eravamo abbastanza uniti fin dall'inizio.

Cristina Mancini

Buona cena😍😍

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29