Cristina Mancini

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Cristina Mancini

Che stress! Una delle espressioni più ricorrenti nel linguaggio comune indica, in biologia, la naturale risposta a uno stimolo che minaccia il benessere fisico o psicologico. In quantità ridotte, questa reazione è indispensabile: ai nostri antenati serviva per percepire la presenza dei predatori. Ma oggi, a scatenare lo stress sono scadenze, bollette, ingorghi nel traffico: situazioni non di vita o di morte, ma che possono condurre a uno stato di agitazione cronica che può compromettere la salute cardiovascolare, e causare ansia o depressione. LA PRIMA VOLTA. Il termine stress fece il suo esordio negli studi di psicologia nel 1936, quando un medico austriaco, Hans Seyle, iniziò a osservare le risposte fisiologiche dei ratti ad alcuni stimoli poco piacevoli come freddo, farmaci o eccessivo esercizio fisico. A prescindere dal tipo di scocciatura, e anche nei casi in cui avessero ricevuto semplicemente un'iniezione di fisiologica, gli animali manifestavano una serie di reazioni tipiche che furono classificate come "stress": un termine mutuato dalla fisica dei materiali che indicava una risposta non specifica a uno stimolo negativo. Un tentativo di adattamento a un fattore di disturbo, volto a generare un nuovo equilibrio. 10 cose che forse non sapevi sull'ansia LE ORIGINI NEL CERVELLO. Dal punto di vista neurologico, si entra in una situazione di stress quando l'amigdala, un gruppo di strutture cerebrali che gestisce le emozioni e in particolare la paura, percepisce un pericolo e invia un segnale all'ipotalamo, una struttura che controlla l'attività endocrina e molti meccanismi autonomi dell'organismo. Esso rilascia un mix di ormoni, come adrenalina e cortisolo, che influenzano i sistemi endocrino, nervoso e immunitario in due modi specifici. Una prima cascata di ormoni, l'asse simpatico-midollare del surrene, attiva attraverso l'adrenalina la risposta di attacco o fuga, caratterizzata dall'aumento del ritmo respiratorio e del battito cardiaco, e dalla liberazione di fonti energetiche che preparano l'azione muscolare. Una seconda risposta ormonale, l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene, mantiene il corpo in uno stato di allerta prolungata attraverso il rilascio di una serie di messaggeri chimici di natura proteica (i neuropeptidi) che agiscono direttamente anche sui meccanismi di neurotrasmissione cerebrale. Si pensa che sia proprio per questa ragione, che lo stress eccessivo può causare ansia e depressione. Se in dosi eccessive, lo stress può diminuire la nostra abilità di predire e percepire nuovi stimoli pericolosi, perché rende meno flessibili e adattabili. | Shutterstock REAZIONI PERSONALI. Se il meccanismo di base è uguale per tutti, ciascuno risponde diversamente. L'esperienza aiuta a trovare le migliori risposte a una situazione stressante: ecco perché la gestione dei fattori stressogeni migliora con l'età.

Cristina Mancini

La clownterapia è una tecnica avviata in tempi moderni. Infatti, è solo all’inizio del 1986 che si vede girare nelle corsie degli ospedali il clown dottore. Con una rapida diffusione, la clownterapia arriva in Europa negli anni ’90: 1991 in Francia 1995 in Italia Proprio in Italia, vediamo nascere il famoso Dottor Sorriso ONLUS, ma è solo nel ’98 che la clownterapia inizia a diffondersi maggiormente. Ad oggi, la tecnica del sorriso è ampiamente diffusa in tutto il mondo, ed è diventata un’importante parte del programma ospedaliero. Viene impiegata, soprattutto, nei reparti di pediatria per portare sorrisi ai bambini che devono affrontare il trauma del ricovero. clownterapia1 La terapia del sorriso: in cosa consiste la clownterapia La clownterapia utilizza specifiche tecniche, tipiche dei clown, per migliorare l’umore di tutte le persone che si trovano ad affrontare delle situazioni poco piacevoli in ambito ospedaliero. La terapia del sorriso aiuta innanzitutto il paziente, ma aiuta anche tutte le persone che egli ha intorno a sé: familiari, amici e accompagnatori. Spesso, questo servizio viene rivolto ai bambini che sono ricoverati in ospedale ma viene esercitato anche in contesti disagiati: bambini che si trovano in case famiglia, centri di accoglienza, orfanotrofi. L’unico scopo di questo servizio è quello di portare sorrisi e alleviare così sofferenza e stati d’ansia. Negli ospedali, in particolare, quello che la clownterapia si propone di fare può essere riassunto in: divertire pazienti e familiari; distrarli dal contesto ospedaliero e alleggerirlo; aiutare il personale medico nel svolgere più facilmente le loro mansioni; attenuare le preoccupazioni dei genitori. terapia-del-sorriso Dove si svolge la clownterapia La terapia del sorriso viene effettuata principalmente in ambito ospedaliero, ma viene svolta anche in molte strutture pubbliche e private, in ambito scolastico e in contesti di disagio sociale. Nei contesti ospedalieri, la clownterapia viene svolta sopratutto nei reparti di pediatria, ma non si limita a questi. Diversi studi dimostrano che la terapia del sorriso può avere una buona efficacia anche su di un target più alto come adulti ed anziani. Chi svolge la terapia del sorriso A svolgere la clownterapia sono persone che scelgono questo tipo di lavoro per passione. Solitamente appartenenti ad enti privati come associazioni o cooperative, i clown dottori sono persone che hanno avuto una specifica ed adeguata formazione (anche in ambito del teatro e dell’arte del clown) e possono lavorare in ambito sociosanitario. In Italia, infatti, per diventare un clown dottore bisogna avere un’adeguata formazione universitaria con buone conoscenze sulla gelotologia (disciplina che studia il fenomeno del ridere e il suo potenziale terapeutico sulle persone disagiate) e sulla Psiconeuroendocrinoimmunologia. Questi clown dottori, truccati e muniti di camice, girano per le corsie degli ospedali ed effettuano un vero giro visite nelle stanze, trasformando le emozioni negative in emozioni positive. Il loro lavoro di clownterapia viene svolto sempre in coppia: due clown dottori, attraverso l’arte del clown che sfrutta giochi, umorismo, prestidigitazione, musica e tanto altro, portano il buon umore e il sorriso ai piccoli che stanno vivendo una situazione di disagio non solo fisico ma anche psicologico o sociale. terapia-sorriso E’ veramente efficace la clownterapia? Si. Sono state effettuate delle apposite ricerche dal PNEI (psiconeuroendocrinoimmunologia), la scienza che studia l’interconnessioni che avvengono tra i sistemi endocrino, nervoso centrale e immunitario e l’effetto che hanno sul comportamento della persona. Da queste ricerche è stato possibile affermare che la clownterapia migliora, significativamente, l‘efficienza del sistema immunitario. La risata riesce ad attivare tutte le parti del corpo umano e il buon umore è in grado di rafforzare l’organismo, aumentare le difese immunitarie e ridurre la percezione del dolore.

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