Cristina Mancini

La Doll Terapy

2019-08-30 09:20:17

DOLL TERAPY Una bambola particolare, con specifiche caratteristiche, in grado di innescare in un malato di Alzheimer il senso di genitorialità, la voglia di prendersi cura di qualcuno, la fiducia in se stesso. Viene dalla Svezia, ed è una terapia non farmacologica estremamente efficace, senza effetti collaterali.RUBRICHE IL BENE IN OGNI COSAUn anziano affetto da Alzheimer vive principalmente di ricordi e sensazioni del passato. Il suo presente, spesso, è fatto da confusione, diffidenza, la percezione di non essere preso sul serio, di non dare e ricevere fiducia, la rabbia di sentirsi impotente. Gestire questa malattia e tutto ciò che comporta a livello emotivo e psicologico non è affatto facile. Trattandosi di una patologia senza cura, l’unico modo efficace per averci a che fare è quello di alleviarne i sintomi, anticipare attacchi d’ansia e rabbia, generare sensazioni positive.Le terapie non farmacologiche dedicate a questa malattia che cancella i ricordi pagina dopo pagina sono diverse. Tanti modi diversi di far sentire a casa persone che, la loro casa, non la riconoscono più. Addirittura, in alcuni paesi del mondo, compresa Monza in Italia, sono stati costruiti dei veri e propri piccoli paesi, in cui gli operatori sanitari si sostituiscono a parrucchieri, cassieri, camerieri e vigili urbani. Così, un luogo apparentemente ostile diventa all’improvviso amichevole, e la paura lascia spazio alla libertà di essere se stessi. Anche se con la mente un po’ offuscata. A far bene a chi è affetto da questa malattia neurodegenerativa, però, è anche la sensazione di ricevere fiducia, di essere ancora in grado di prendersi cura di qualcuno, cosa che gran parte dei pazienti ha senz’altro fatto nel corso della propria vita.La Doll Therapy serve proprio a questo. Una bambola speciale, fatta apposta per la terapia, che risveglia nella persona l’empatia e quel senso di genitorialità ormai da tempo sostituito dall’essere diventato “qualcuno di cui prendersi cura”. Per la rubrica Il bene in ogni cosa Luca Lodi, formatore ed educatore professionale, mi ha descritto il potere incredibile di questa potente disciplina.Cos’è esattamente la Doll Therapy?La Doll Therapy è nata dall’idea di una psicoterapeuta svedese che voleva creare uno strumento per sviluppare un contatto migliore con il suo bambino autistico. Con il tempo ci si è resi conto che questa terapia poteva avere degli effetti molto positivi in particolare sugli anziani affetti dal morbo di Alzheimer e hanno iniziato a nascere percorsi ben strutturati di accompagnamento alle terapie farmacologiche che coinvolgono, appunto, queste bambole. In pratica, i pazienti non riconoscono la bambola per ciò che è, ma la vedono come un bambino, qualcosa di cui prendersi cura. Questo stimola tutto il loro senso di genitorialità, la voglia di accudire, il bisogno di sentirsi utili, responsabili di qualcuno. E vale sia per le donne che per gli uomini, senza distinzione. Così la mente e l’empatia dell’anziano si attivano, e lui riesce così a percepire che noi operatori gli diamo fiducia, lo riteniamo perfettamente in grado di essere accudente. In più, si vengono a ricreare quei vissuti classici dell’infanzia che lo riportano indietro nei propri ricordi. Si tratta di una terapia che si sta diffondendo molto nelle case di riposo, anche perché comporta costi contenuti. In ogni caso, il personale deve essere ben formato e i famigliari informati, perché non tutti sono sempre d’accordo a vedere un proprio caro accudire una bambola, la vivono come una sorta di infantilizzazione, ridicolizzazionridicolizzdi tratta di una terapia con alla base una vera e propria metodologia.

Cristina Mancini

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