Giovanna Palazzo
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Sono grato alle luci di certe sere quando le mie cicatrici aprono le fessure e dentro cade la bellezza . Fabrizio Caramagna.
Giovanna Palazzo
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Ci sono storie che non si dimenticano facilmente e feriscono ogni volta. Ricordo mio marito sul lettino di ospedale, con un lenzuolo addosso, gli ho dovuto chiudere gli occhi perché me lo avevano ucciso. Gli ho dato l'ultimo bacio. Sono rimasta un po' sul suo letto per l'ultima volta, poggiandomi con la testa sul suo petto, come quando ci addormentavamo. Mi aveva promesso che la domenica saremmo andati al mare. Sono arrivata in ospedale in taxi. Avevo con me solo un rosario. Davanti al pronto soccorso c'erano tutti i ragazzi della caserma. Vicino alla porta c'era il comandante della stazione Sandro Ottaviani. Mi disse che lo stavano operando. Poi è uscito l'infermiere con una bustina con dentro i suoi effetti di valore, la fede, una catenina e un bracciale. Ho atteso su dei gradini di una scala e sul muretto, ho notato il portafogli di Mario, ma mi hanno detto che non potevo prenderlo. Poi successivamente mi è stato restituito. Mi dissero che non avevano potuto fare nulla e che Mario era morto. Mi hanno offerto dei sedativi ma io non ho voluto nulla." Sono le parole che Maria Rosalia Esilio, vedova di Mario Cerciello Rega, ha pronunciato oggi in aula durante il processo in Corte d’Assise.
Giovanna Palazzo
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