Giovanna Palazzo
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“Quando ho perso mio figlio, con cui conversavo di notte sotto le coperte e a cui raccontavo del mondo aspettando che nascesse; quando a tradimento quel bambino con cui giocavo segretamente e che già tenevo in braccio prima ancora che avesse aperto gli occhi è morto, sono stata sul punto di morire anch’io”. Se uno dei due deve morire, moriamo insieme, sembra dire il corpo di una madre che perde un figlio così fortemente desiderato. Dacia Maraini ha 24 anni ,è in attesa del suo primo figlio. Lo perderà tragicamente al settimo mese. Oggi, nel suo ultimo libro, Corpo Felice, Dacia Maraini torna ad affrontare lo strazio della perdita, la vicenda antica e dolorosa dell’aborto.
Giovanna Palazzo
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Mia madre Zakia, che tutti chiamavano Nadia, ha preso il suo ultimo treno quando io avevo 5 anni. Si è suicidata, dandosi fuoco. Ma il dolore era una fiamma lenta che aveva cominciato a salire e ad annerirle i vestiti quando era solo un’adolescente. Il suo corpo era qualcosa di cui voleva liberarsi, era stato la sua tortura. Perché mia madre Nadia fu stuprata e brutalizzata due volte: a 13 anni da un uomo e poi dal sistema che l’ha costretta al silenzio, che non le ha consentito di denunciare. Le ferite sanguinano di più quando non si è creduti. L’uomo che l’ha violentata per anni, il cui ricordo incancellabile era con lei, mentre le fiamme mangiavano il suo corpo, aveva le chiavi di casa.
Giovanna Palazzo
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