Giovanna Palazzo
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“Non ho ricordi recenti di un Natale da carovana, con grandi tavolate e schiamazzi sputanti. In casa mia sopravvive l’idea di un Natale sobrio e intimo, molto tradizionale. Siamo stati in tanti anche noi. Poi in quattro da alcuni anni. Ora in tre. L’eco dei ricordi è quello delle numerose telefonate (ancora a rete fissa) da parte dei pazienti di mio padre per gli auguri, a cui io mi divertivo a rispondere per primo, fantasticando sui vari dialetti che si esprimevano dall’altra parte della cornetta. Tra un dotto’ e un dutaur, con mio padre che fingeva di conoscere tutti. ‘Chi era babbo?’. ‘Non l’ho capito.’ Mia madre rideva. Aneddoti di un periodo in un cui i medici erano parte stessa della famiglia di tante persone. Un Natale sobrio non vuole dire infelice. Anzi, all’attesa della nascita di Gesù, con il presepe in ceramica, rigorosamente non dipinto e tenuto in vita da una piccola candela che restava accesa fino all’alba, ci sono affezionato. (...) Ognuno di noi vorrebbe un Natale normale, ‘come da bambini’. Anche io. Ma bambini non siamo più e piangere non serve.” - Cesare Cremonini.
Giovanna Palazzo
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Meghan Markle: «Ho avuto un aborto spontaneo». L’editoriale sul New York Times La duchessa di Sussex: «Ho abortito a luglio, un dolore indicibile» Meghan Markle, la duchessa di Sussex, ha raccontato in un editoriale pubblicato sul New York Times di aver avuto un aborto spontaneo a luglio, pochi mesi dopo aver avuto il primo figlio,Archie Harrison, «perché quando siamo invitati a condividere il nostro dolore possiamo insieme compiere i primi passi verso la guarigione». Nell’editoriale, intitolato «The Losses We Share», Meghan racconta di come, «in una mattina di luglio» che sembrava identica a tutte le altre — «dai da mangiare ai cani, tira su il pastello rotolato sotto il tavolo, raccogli i capelli in una coda» —, «dopo aver cambiato il pannolino» ad Archie, «ho sentito una forte fitta all'addome. Mi sono accasciata a terra, tenendo in braccio Archie, e cantandogli una ninna nanna, per tranquillizare entrambi — e quella melodia allegra era in netto contrasto con la sensazione che ci fosse qualcosa di anomalo. Sapevo, mentre stringevo il mio primo figlio, che stavo perdendo il secondo». Ore dopo», ricorda ancora Markle, « in un letto d’ospedale, ho stretto la mano di mio marito, il suo palmo sudato, ho baciato le nocche bagnate dalle nostre lacrime. E in quel momento, spiega, «mi ricordai di quando, lo scorso anno, Harry e io stavamo terminando un lungo tour in Sudafrica. Ero esausta. Stavo allattando mio figlio, e stavo cercando di comportarmi, di fronte al pubblico, come se nulla fosse, come se non fossi affaticata. Un giornalista mi chiese: «Sta bene?». Gli risposi in modo onesto, non immaginando che le mie parole potessero avere un’eco così vasta in così tante persone — neomamme e mamme da molti anni, ma anche tra tutti coloro che hanno sofferto in silenzio, ciascuno a suo modo. La mia risposta», spiega ancora Meghan, «ha forse dato a chi l’ha ascoltata la sensazione di poter finalmente dire la verità su se stessi. “Grazie di avermelo chiesto”, risposi. “Non sono in molti a farlo”. In quel letto d’ospedale, guardando il cuore di mio marito andare in pezzi, mentre tentava di tenere insieme i pezzi del mio, ho capito che l’unico modo per iniziare una rinascita è questo — chiedere: “Stai bene?”».
Giovanna Palazzo
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