Il Fuoco dell'Anima

OTTAGONO: LA FIGURA DI PASSAGGIO TRA TERRA E CIELO Quando perverrai alla ragione conforme al cielo corporeo che contiene le forme degli esseri animali inferiori anche spregevoli, in un modo non spregevole, non poggiarvi il piede, ma cerca di giungere alla conformità del cielo intellettivo, che possiede le forme di tutto il mondo in un modo superiore a quello celeste. [...] ~ Tratto da De umbris idearum, un'opera in latino di Giordano Bruno

Il Fuoco dell'Anima

Se noi sogniamo, quando accade in quei meandri è illusione e tuttavia il dormiente esiste e digerisce qualcosa a secondo del cibo mentale o materiale che ha ingerito. L'unica salvezza dal suo incubo o dalla sua illusoria felicità, nirvana o samsara, è il risveglio. Ma cosa si risveglia? Durante il sogno, il corpo onirico nutrito di paura e desiderio viaggia, sperimenta fenomeni, ascolta, si emoziona e vive il suo mondo immaginario come il corpo fisico durante il risveglio. Quando questo risveglio sopraggiunge, il corpo onirico svanisce ma la mente continua a fare esperienze in un corpo e in un mondo differenti. In questo alternarsi tanto simile a quello della nascita e della morte, l'energia cosciente che può "osservarsi" e dovrà prima o poi svegliarsi o distruggersi, viaggia senza alcun turbamento seguendo il concatenarsi dei pensieri che la trascinano nel sogno. Osservate come i vostri pensieri sorgano dal nulla e nel nulla ritornano, osservate lo spazio vuoto che li divide. Quel vuoto tra due pensieri è il sentiero segreto della liberazione, il manifestarsi della Mente Nuda. ~ Bardo Thodol

Il Fuoco dell'Anima

È importante sapersi ritirare in se stessi: un eccessivo contatto con gli altri, spesso così dissimili da noi, disturba il nostro ordine interiore, riaccende passioni assopite, inasprisce tutto ciò che nell’animo vi è di debole o di non ancora perfettamente guarito. Vanno opportunamente alternate le due dimensioni della solitudine e della socialità: la prima ci fa farà provare nostalgia dei nostri simili, l’altra di noi stessi; in questo modo, l’una sarà proficuo rimedio dell’altra. La solitudine guarirà l’avversione alla folla, la folla cancellerà il tedio della solitudine. ~ Seneca, “De tranquillitate animi”

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