Dott. Giulio Sbordoni

Come scoprire a chi appartiene un numero di cellulare. Peccato che non esista un elenco telefonico ufficiale dei numeri di cellulare. Le alternative per informarsi, però, ci sono comunque. La legge italiana prevede che a ogni numero di cellulare corrisponda una persona che è stata identificata da un documento di identità. Un tempo ci si poteva rivolgere a Facebook, che dispone di un database enorme di numeri di cellulare dei propri iscritti (quelli che hanno accettato di metterlo nel profilo, intendiamoci). Peccato che da ormai due anni, dopo lo scandalo Cambridge Analytica, non sia più possibile farlo. Quali sono quindi i siti e/o le app che permettono di risalire all’identità collegata a un numero di cellulare? Tellows E’ uno dei siti (disponibile anche come app) più usati in assoluto: si basa su di una community di oltre 265.000 utenti registrati e sulle segnalazioni fatte da più di 7 milioni di utenti al mese in 50 paesi, riguardanti sia numeri fissi che cellulari. Attraverso questo servizio si può scoprire se il numero che ci ha chiamato provenisse da un fastidioso call center oppure da qualcuno che conosciamo ma il suo numero non era in rubrica. La segnalazione è completa anche di area geografica. Truecaller Anche il database di questo sito/app è molto nutrito, continuamente aggiornato e piuttosto completo. L’azienda finlandese proprietaria di Truecaller è sicura per quanto riguarda la privacy, nel senso che non usa né le informazioni sui contatti presenti nel cellulare degli utenti né i loro numeri di telefono. L’uso del sito è facilissimo, si deve digitare il numero (mobile o fisso) nel campo di ricerca e premere sulla lente d’ingrandimento. La “seccatura”, se vogliamo, è che ci si deve loggare con un account Google o Microsoft per ottenere le informazioni. Jamino E’ un servizio, nato ormai più di 20 anni fa, che si vanta di avere il database più grande di tutti (eccettuate le stesse compagnie telefoniche) e una longevità che non trova uguali nella concorrenza. E’ disponibile sia nella versione free che nella FULL. Con la prima si ha l’accesso gratuito ai dati del database, in cambio richiedono una registrazione col proprio numero di cellulare e i propri dati (in modo che anche gli altri utenti li possano vedere). Se uno non volesse fornire i propri dati, ma fosse disponibile a spendere 199€, si può accedere alla versione FULL che permette la consultazione offline, cioè di scaricare addirittura il database completo sul pc o sul cellulare. Dive3000 Anche qui abbiamo un sito che ci può dire a chi appartiene un dato numero di cellulare, previa iscrizione gratuita o login tramite Facebook. Diversamente da Tellows, il sito non ha l’obiettivo primario di scoprire le classiche truffe telefoniche o marketing telefonico molesto, ma solo quello di creare un elenco telefonico dei cellulari. Molto interessante la possibilità di fare ricerche inverse, ovvero di partire non dal numero di cellulare, ma di inserire nome, cognome e provincia e vedere a che numero è associato quel dato nominativo. Sync.me E’ un servizio (usufruibile anche come app) che nella versione mobile può bloccare le chiamate indesiderate, mentre sul sito consente di accedere a un database enorme di numerazioni mobili. La comodità è impareggiabile: niente login, niente collegamenti con altri account (ma c’è un limite giornaliero di interrogazioni, 5). E’ sufficiente selezionare Italia, digitare il numero da cercare e poi mettere un segno di spunta sul captcha che appare (stratagemma usato per evitare consultazioni massive da parte di bot) . Dalle prove che abbiamo effettuato, i nomi che compaiono sono affidabili; molto meno lo sono i dati sul provider (poiché probabilmente Sync.me non riesce a tener conto dei vari spostamenti che un utente può fare verso altri operatori). E se dovesse arrivare una chiamata anonima e volessimo sapere chi è che ha chiamato? Nessun problema, esiste un servizio anc

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Dott. Giulio Sbordoni

Che cos'è l'edge computing. Per capire che cos'è l'edge computing ci converrà partire dalle differenze tra edge e cloud computing. A dir la verità, le loro funzionalità e i loro "scopi" sono sovrapposti e, da un punto di vista teorico, potrebbero essere utilizzate l'una al posto dell'altra. La grande differenza sta nella "distanza" che separa chi eroga il servizio e chi vuole accedervi. Mentre il cloud viene erogato in maniera centralizzata attraverso data center distanti centinaia e centinaia di chilometri dall'utente, l'edge computing è una tecnologia di "prossimità" (sul bordo, come suggerisce anche il nome), che consente di erogare servizi Internet analoghi a distanze di gran lunga inferiori. L'edge computing, quindi, è una modalità di erogazione di servizi analoghi a quelli del cloud computing, ma con potenza di elaborazione decentrata e posta nelle vicinanze di chi richiede il servizio. Anziché affidarsi a grandi datacenter sparsi un po' ovunque nel mondo, le richieste dell'edge computing sono eseguite da dispositivi IoT molto più vicini alla fonte dei dati o della richiesta. Ciò non vuol dire che il cloud è destinato a scomparire: semplicemente il cloud si avvicina sempre di più alla fonte dei dati.

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Dott. Giulio Sbordoni

Gli SMS 2.0 di Google arrivano in Italia: cosa sono e come utilizzarli. La sfida di Google a WhatsApp è arrivata anche in Italia: in questi giorni l’azienda di Mountain View e gli operatori telefoni stanno attivando il sistema RCS anche nel Bel Paese. Di che cosa si tratta? Acronimo di Rich Communication Service, è un nuovo sistema che permette di inviare i cosiddetti SMS 2.0: ossia messaggi di testo arricchiti con GIF, immagini, video e qualsiasi tipo di contenuti multimediale. L’arrivo del sistema RCS in Italia era molto atteso e può aprire opportunità di mercato molto affascinanti: è integrato perfettamente nell’app Messaggi di Google (quella solitamente utilizzata per ricevere gli SMS) e permette di attivare delle funzionalità extra, come ad esempio la notifica di lettura di un messaggio. Ma non solo: gli SMS vengono inviati tramite la rete dati e non con la rete normale. Se vi state chiedendo se si tratta di una “copia” di WhatsApp, la risposta è “non proprio”. Nei piani di Google, l’app Messaggi diventerà l’alter ego dell’app iMessage presente nel mondo iOS. Ecco come funzionano gli SMS 2.0 e come attivarli sullo smartphone Android. Che cosa è il sistema Rich Communication Service Attivo negli Stati Uniti e in alcuni Paesi europei da almeno un paio di mesi, il sistema RCS è un nuovo standard sviluppato da Google per arricchire i classici SMS. Per il momento è attivo solamente per gli smartphone Android e per funzionare al meglio deve esserci un accordo tra gli operatori mobile e l’azienda di Mountain View. Quali sono le caratteristiche degli SMS 2.0? Sotto molti punti di vista sono identici ai messaggi che inviamo ogni giorno su app come WhatsApp, Telegram, iMessage e i Direct Message di Instagram. L’unica particolarità è che funzionano solamente sull’app Messaggi di Google presente su ogni smartphone Android (tranne coloro che non possono installare i servizi mobile di Google). Gli SMS 2.0 permettono di inviare contenuti multimediali, creare dei gruppi e controllare se gli altri hanno letto i messaggi della chat. Inizialmente Google aveva intenzione di lanciare una nuova app di messaggistica con all’interno il sistema RCS, ma alla fine ha optato per la soluzione più semplice ed efficace: potenziare al meglio l’app Messaggi. L’obiettivo finale di Google è far diventare Messaggi l’applicazione di messaggistica utilizzata da tutti gli utenti Android, lo stesso ruolo di iMessage nel mondo iPhone. Come funziona il sistema RCS e gli SMS 2.0 Il funzionamento degli SMS 2.0 e del Rich Communication Service è molto semplice: i messaggi non vengono inviati tramite la rete “normale”, ma sfruttando la rete Wi-Fi o la rete dati della scheda telefonica. Questo permette di arricchire i messaggi con contenuti multimediali, come immagini in alta qualità e GIF. Gli SMS 2.0 hanno anche altre caratteristiche tipiche delle app di messaggistica, come la possibilità di creare dei gruppi, vedere quando un’altra persona sta scrivendo o controllare se il destinatario ha letto il messaggio. Come si attivano gli SMS 2.0 Non esiste un bottone magico che permette di attivare lo standard RCS e di cominciare a utilizzare gli SMS 2.0. L’attivazione sull’app Messaggi sta avvenendo in questi giorni da parte dei vari operatori telefonici e se ancora non potete utilizzarli, l’unica cosa è aspettare.

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