A tutti coloro che credono che la Massoneria si nasconda...
2019-03-25 14:50:34
A tutti coloro che credono che la Massoneria si nasconda. A tutti coloro che pensano che sia qualcosa di oscuro e temibile. A tutti coloro che attingono al sentito dire sulla Massoneria. A tutti coloro che temono la Massoneria, voglio dire semplicemente: sono un Massone e non mi nascondo.🌿🌿🌿 Fr:. Carlo Pili
IL PRESIDENTE JACQUES CHIRAC PARLA ALL’ELISEO IN OCCASIONE DEL 257° ANNIVERSARIO DELLA MASSONERIA FRANCESE “FRATELLI, PADRI DELLA REPUBBLICA, Gran Maestri, Signore e Signori, sono felice di ricevere oggi, gli esponenti di una tradizione filosofica che rappresenta una parte importante in Francia e nel mondo per l’elaborazione e la diffusione degli ideali repubblicani.Ci sono piccolo storie che contribuiscono a forgiare la storia, eventi che fanno progredire la causa della libertà. La creazione, nel 1728, della prima Loggia francese è uno di questi.Avete scelto di festeggiare insieme questo fatto e avete voluto associare le Massonerie straniere: a tutte e a tutti vi do il più caloroso benvenuto.Ricevendovi oggi, desidero rendere omaggio al ruolo civico delle vostre società di pensiero. Ruolo attivo di difesa e di affermazione dei principi repubblicani, un ruolo di vigilanza e di riflessione.Questo anniversario e anche la vostra occasione di esprimere il concetto giusto di quello che è la Massoneria, al di là dei clichés e delle opinioni. Avete inserito il vostro impegno nell’eredità dell’Illuminismo. Illuminismo della ragione, della tolleranza e della solidarietà umana, della libertà: la libertà assoluta di coscienza, la libertà del dubbio, perché il dubbio è il motore del progresso. Una libertà che riassume bene il trittico: “provocare ma non imporre, suggerire senza proclamare, interrogare piuttosto che rispondere”. In breve, la vera libertà del uomo che è riuscito ad affrancarsi tanto dalle passioni come dalle costrizioni sociali.Alain Bauer (Gran Maestro del Grande Oriente di Francia, ndr), del quale plaudo l’iniziativa che ci riunisce in questo giorno, ha evocato la nascita della Massoneria in Francia all’alba del XVIII secolo con questa bella formula: “È il popolo dell’Enciclopedia che cerca di diventare il popolo dell’Illuminismo”. Nato tra gli spasmi delle guerre civili e religiose inglesi, l’ideale massonico, quello di Isaac Newton, sognava di sostituire ai dogmatismi il dibattito sul progresso scientifico, di allentare la stretta, di spaccare la rigidità, per instaurare uno spazio di libertà, fuori dai tabù e dagli indici dell’epoca.La Massoneria può attribuirsi con fierezza questa storia e queste convinzioni. Esse sono il fondamento del suo impegno. Esse permeano le sue tradizioni. Sono passati tre secoli e voi custodite tutto questo affinché i vostri lavori continuino a compiersi nella libertà, nel rifiuto di certezze, con un respiro internazionale, cercando sempre la serenità indispensabile su cui deve essere portata la riflessione, lontano dalle agitazioni del mondo.La Massoneria ha pagato caramente la sua fedeltà alle tradizioni, il suo impegno al servizio dell’uomo, venendo perseguitata da tutti i totalitarismi.Le nere ore dell’occupazione e del collaborazionismo l’hanno dolorosamente marcata. Nell’agosto 1940, una legislazione anti-massonica fu promulgata. Le Obbedienze furono sciolte, i loro locali occupati, i loro templi devastati, i loro archivi distrutti, le loro collezioni trafugate. I Massoni sono stati denunciati, i loro nomi dati all’occupante nazista. Molti fra di loro furono deportati e trovarono la morte nei campi di concentramento. Mai nella sua storia, la Massoneria francese, che si era sempre sviluppata nel più grande rispetto delle istituzioni e delle leggi, aveva dovuto subire un tale scatenamento di violenza e di odio.Questo accanimento non può che essere spiegato con l’indefettibile attaccamento dei Massoni alla Repubblica. Hanno aiutato la Repubblica a nascere, diffondendo le idee della ragione e del progresso. L’hanno vegliata nei momenti in cui era fragile o aggredita. L’hanno nutrita di quanto le occorreva e dei loro pensieri. Sono stati sempre in prima fila per difenderla.Durante i secoli XVIII e il XIX furono tra tutti i naturali combattenti contro l’autoritarismo. Sin dalle origini nelle taverne, contribuirono a diffondere i valori che furono quelli della Rivoluzione Francese che proclamò la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino.
La metafora della carrozza, proposta dal maestro esoterista George Ivanovic Gurdjieff, è la rappresentazione ideale, e ancora attualissima, dell’essere dormiente, ovvero di colui che non decide la direzione della propria vita, ma ne è succube, condizionato dalle forze esterne che influenzano il proprio percorso. Gurdjieff, nel suo libro “Vedute sul mondo reale”, paragona l’essere umano ad un veicolo destinato al trasporto di un passeggero. Un veicolo definito carrozza che rappresenta il corpo fisico, trainato da cavalli che sono le emozioni, guidato dal cocchiere che è la mente, mentre il passeggero è l’anima (o coscienza).Gurdjieff adoperava questa metafora per spiegare agli allievi della sua scuola esoterica, il procedimento per cui la coscienza che è in ognuno di noi, è assopita in un sonno indotto, descrivendo così il funzionamento del pilota automatico (mente ed emozioni) che gestisce la nostra macchina biologica (il corpo fisico). Che cosa succede, infatti, quando il passeggero (anima-coscienza) dorme e quindi il cocchiere (la mente) decide la strada, la direzione? Che cosa succede quando il cocchiere (la mente) è confuso e non sapendo dove andare, si lascia trasportare dai cavalli (le emozioni) che corrono senza una meta?Quando il cocchiere (la mente) è confuso e non sa dove andare, la carrozza (il corpo) viene guidata dai cavalli (le emozioni) che automaticamente la trainano, senza direzione alcuna, mentre il passeggero (l’anima coscienza) dorme. E se la coscienza dorme, quanta consapevolezza possiamo avere di quello che facciamo, diciamo e decidiamo? Come può il cocchiere dare le opportune istruzioni ai cavalli se non sa dove dirigersi?!? E per sapere dove andare ha bisogno di ascoltare la voce del passeggero (anima), così da prendere in mano le redini e guidare i cavalli nella direzione desiderata.Una metafora che serve anche per dare un’immagine visiva a quella che è la situazione di gran parte della popolazione mondiale: viviamo la nostra vita immersi in un sonno profondo, credendo erroneamente di essere svegli e consapevoli delle nostre scelte. Il grande inganno è tutto qui, ci fa vivere nell’illusione che il mondo là fuori può determinare il nostro destino e fare di noi quello che vuole. Ma funziona così solo se, appunto, sei un essere dormiente.E la maggioranza di esseri, su questo pianeta, sono esseri dormienti, meccanici, che vivono sotto la legge dell’accidente. Quello che accade, seguendo la metafora, è l’assopimento del passeggero, la nostra coscienza non è più vigile, l’anima dorme, e così chi “comanda”, chi sceglie la strada, non siamo più noi, ma lasciamo spazio al cocchiere, la mente, che per “comodità” segue sempre la solita abitudinaria strada trainata dai cavalli, le emozioni, influenzate secondo i programmi fatti di schemi e credenze che risiedono nel nostro inconscio. E si chiama inconscio, proprio perché si verifica fuori dalla portata della nostra coscienza.L’inconscio non usa la ragione, non può scegliere cosa imparare e cosa scartare, cosa è utile per noi e cosa non lo è. L’inconscio memorizza programmi e credenze limitanti (schemi mentali), paure, pregiudizi, modi di fare e di pensare, ricevuti durante l’educazione infantile e dall’ambiente circostante (abitudini sociali). Ed è così che la mente, come un bravo cocchiere, segue sempre gli stessi “ordini” e percorre le stesse strade, le stesse esperienze, gli stessi errori, ansie, paure, le stesse situazioni e gli stessi incontri, anche se non più desiderati o necessari. Come può cambiare il nostro essere, la nostra vita, se non cambia la nostra direzione? E come può cambiare la nostra direzione, se chi deve deciderla è caduto in un sonno profondo e lascia tutto in balia del cocchiere confuso (la mente) e si lascia trainare da cavalli (le emozioni) condizionati dal mondo esterno?Credete che non sia così? E allora riflettete su quante azioni e pensieri fate senza l’uso della coscienza.