Benedetto Fattori

Le quattro vie per l'immortalità nell'insegnamento di Gurdjieff (di Francesco Lamendola - 26/05/2008). Gurdjieff era convinto che l'uomo non possiede un'anima immortale, ma che - a certe condizioni, invero estremamente ardue - gli è consentito di fabbricarsene una. Pertanto la sopravvivenza alla prova della morte dipende, in sostanza, dal cammino che l'essere umano ha fatto sulla via dell'autorealizzazione, sul sapere che ha acquisito, sulla volontà che ha sviluppato: non si tratta di un dato, ma di una semplice possibilità, che solo pochissimi riescono a tradurre in pratica. Gurdijeff, al riguardo, parla di 4 vie. Le prime tre «vie» sono quelle già note alla sapienza dell'Asia: la via del fachiro, la via del monaco e la via dello yogi.La quarta via si può anche definire «la via dell'uomo astuto», in quanto nasce da una scoperta che né il fachiro, né il monaco, né lo yogi hanno saputo fare: e cioè che non è indispensabile l'allontanamento radicale dal mondo per realizzare il quarto corpo, l'Io, e per aspirare all'immortalità individuale. Delle prime tre vie, Gurdijeff stimava la prima come la più grossolana di tutte. Il fachiro basa la sua azione su un sapere puramente pratico e meccanico: può impadronirsi, mediante una costante applicazione, di segreti sbalorditivi, ma in ultima analisi egli lavora alla cieca, senza sapere bene quale sia la natura dei poteri di cui dispone, e senza avere alcun chiaro progetto nella mente, alcuna consapevolezza della meta che si prefigge. La seconda via, quella del monaco, è già più nobile ed elevata. Il monaco è guidata dal sentimento religioso e, con lo slancio mistico e la pietà che lo pervadono, può pervenire in un tempo assai più breve agli stessi risultati cui giunge il fachiro, dopo lunghissimi e spossanti esercizi. Ma, per quanto il monaco abbia già una qualche consapevolezza di ciò che sta cercando, ossia la perfezione spirituale e la salvezza, si inganna ancora sul significato ultimo dei sacrifici ai quali si sottopone, in quanto agisce credendo di far cosa gradita a Dio.La terza via, quella dello yogi, è molto più coerente e consapevole. Lo yogi sa molto bene quello che desidera e sa anche quali sono i mezzi necessari per raggiungerlo; mediante l'abitudine a una concentrazione mentale sempre più intensa, egli può realizzare quasi istantaneamente ciò che al monaco e, a maggior ragione, al fachiro, richiede tempi assai lunghi. La conoscenza dello yogi è più esatta e perfetta di quella del monaco e del fachiro e si basa sulle proprietà di certe sostanze, che egli sa come agiscono e che sa anche come procurarsi. La quarta via non richiede che ci si ritiri dal mondo, non esige la rinuncia a tutto ciò che formava la nostra vita. Essa comincia molto più lontano che non la via dello yogi. Ciò significa che bisogna essere preparati per impegnarsi sulla quarta via e che questa preparazione deve essere acquisita nella vita ordinaria, essere molto seria e abbracciare parecchi aspetti differenti. Inoltre un uomo che vuole seguire la quarta via deve riunire nella sua vita condizioni favorevoli al lavoro, o che in ogni caso non lo rendano impossibile. Infatti, bisogna convincersi che sia nella vita esteriore che nella vita interiore di un uomo, certe condizioni possono costituire per la quarta via barriere insormontabili. Aggiungiamo che questa via, contrariamente a quella del fachiro, del monaco e dello yogi, non ha una forma definita. Prima di tutto essa deve essere trovata. È la prima prova. Ed è difficile, poiché la quarta via è ben lontana dall'essere conosciuta quanto le altre tre vie tradizionali. Tuttavia è possibile seguire la quarta via e lavorare su di essa rimanendo nelle condizioni abituali di vitae continuando il lavoro usuale, senza rompere le relazioni che si avevanno con la gente, senza abbandonare nulla.Così, la quarta via tocca tutti i lati dell'essere umano simultaneamente. Con la dottrina della «quarta via», Gurdjieff esce dal solco delle tradizioni orientali codificate e introduce nel suo insegnamento un elemento innovativo e fortemente dinamico e volontaristico.

Benedetto Fattori

Il Qi Gong per la longevità: i 12 broccati

2019-06-05 09:27:46

I 12 broccati sono una tecnica di Qi Gong di epoca Song Song (960 – 1279). E’ un set di lavoro che consiste in 12 esercizi da fare seduti o in piedi, tutti ad occhi chiusi e con respirazione spontanea. NON E' NECESSARIO - ANCHE SE E' PREFERIBILE - PRATICARE L'INTERO SET. I primi 4 esercizi sono...

Benedetto Fattori

Il viaggio taoista: montagne sacre

2019-06-03 09:29:24

Senza uscire dalla porta di casa puoi conoscere il mondo,senza guardare dalla finestra puoi scorgere il Dao del cielo.Più si va lontano, meno si conosce.Per questo il saggio senza viaggiare conosce,senza vedere nomina, senza agire compie.Dao De Jing, Lao Zi. In Cina esistono 9 montagne sacre...

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24