Benedetto Fattori

LE CEFALEE SECONDO LA MEDICINA CINESE - SECONDA (E ULTIMA) PARTE Cefalee di origine interna Le cefalee di origine interne possono essere da eccesso (o pieno) o da deficit (o vuoto), tanto di energia, quanto di sangue. Cefalee da eccesso: queste cefalee hanno in comune la presenza nella testa di un fattore patogeno, originatosi all'interno del corpo, che ostacola localmente la circolazione dell'energia e/o del sangue. I fattori patogeni in possono essere rappresentati dalla risalita yang o dal fuoco di fegato, dai tan (o catarri), dal'umidità, dalla stasi di Qi e sangue. La causa primaria e principale delle cefalee a base epatica (risalita yang o fuoco) è di tipo emotivo - rabbia compressa, collera, frustrazione, stress protratto troppo a lungo - e più raramente, di tipo alimentare (alimentazione a base di cibi fritti, speziati, piccanti). Il dolore é intenso e pulsante; può essere localizzato alle tempie o parietale, raramente al vertice. Spesso é accompagnato da nausea e vomito (il fegato aggredisce lo stomaco); vi possono essere vertigini, tinnitus. Se la cefalea è causata in una risalita yang, la sua eziologia, in realtà, è in un deficit di yin o sangue (lo yang di fegato che sale é frutto di uno squilibrio tra lo yin e lo yang, non un fattore patogeno). Viceversa, il fuoco di fegato è un vero e proprio eccesso (calore, patogeno interno). La sintomatologia nei due casi è simile (irritabilità, rabbia, bocca amara, capogiri, ipertensione, ansia, cervicalgia o cervicobracalgia), ma nella risalita yang è meno violenta ed esplosiva. In entrambi i casi la terapia è orientata a ‘fare scendere lo yang di Fegato’ e a trattare la condizione sottostante, vale a dire quella che ha determinato lo squilibrio energetico del Fegato; occorre trattare sia la manifestazione che la radice della malattia. Indispensabile l’auricoloterapia o l’agopuntura o il tuina per la fase sintomatica, la dietoterapia ed il qi gong per rimuovere la causa. Per quanto riguarda, invece, la cefalea da stasi del Qi (energia) del Fegato, essa si manifesta prevalentemente in sede temporale, oppure frontale. E' causata da stress ed ansietà. Il dolore è di media intensità, si muove da un lato all'altro e s'accompagna a irritabilità, sintomi distensivi agli ipocondri e all'addome, nausea, eruttazioni. Il trattamento è finalizzato a disperdere, ossia a far circolare, l’energia del fegato ed ad eliminare così il ristagno energetico. Utili a tal fine l’auricoloterapia, la fitoterapia ed il qi gong. Altra cefalea da eccesso interno è quella da stasi di sangue, la quale si caratterizza per il dolore trafittivo, violento continuo, in posizione fissa. La stasi di sangue segue al ristagno cronico dell’energia oppure a eventi traumatici. E' più frequente nelle persone anziane e nelle donne. Sintomi di accompagnamento sono: l’incarnato scuro, il dolore addominale o agli ipocondri, la dismenorrea (turbe del ciclo mestruale e/o mestruazioni molto dolorose, specie durante i primi giorni del ciclo, che migliorano con la perdita di sangue). La terapia, orientata a rimuovere i ristagni di sangue, prevede una prima fase a base di auricoloterapia o agopuntura ed una seconda a base di Qi Gong. Cefalee da deficit: queste cefalee sono anche definite “cefalee endogene da deficit di zheng qi” (energia corretta). Può esservi deficit di yang puro (di milza, polmoni o cuore) che non sale sale alla testa. È una cefalea lieve, cronica che (come tutte la patologie a base di deficit) peggiora a digiuno, con lo sforzo e la fatica e viceversa, migliora con il riposo e con una adeguata alimentazione. Altri sintomi: stanchezza, inappetenza, distensione addominale, pallore, respiro corto, palpitazioni. La terapia è finalizzata a rafforzare la Milza ed i Polmoni. Si ricorre all'agopuntura e alla fitoterapia, associate alla dietoterapia ed al qi gong. Se invece vi è deficit di sangue (il sangue non nutre il cervello), la cefalea è intermittente ed il volto ha un colorito smorto e opaco. Questa cefalea è in relazione con il deficit di sangue del Fegato o del Cuore.

Benedetto Fattori

LE CEFALEE SECONDO LA MEDICINA CINESE - PARTE PRIMA La cefalea o mal di testa è tra le patologie oggi più diffuse, soprattutto nel mondo occidentale e fra la popolazione femminile. All'origine della comparsa della cefalea possono concorrere vari fattori di natura costituzionale, emozionale, alimentare o traumatica; possono essere in gioco anche fattori di stress, come il lavoro eccessivo, l'abuso di attività sessuale, consumo di droghe, di alcolici e troppe gravidanze. Esistono numerose forme di cefalee e la prima, essenziale, distinzione da fare è fra quelle di origine esterna e quelle di origine interna: queste ultime, se non appropriatamente diagnosticate e trattate, diventano croniche ed invalidanti. Le cefalee di origine interna, a loro volta, vanno distinte in cefalee da 'eccesso' di fattore patogeno e cefalee da deficit di energia corretta dell'organismo. Cefalee di origine esterna Queste cefalee si caratterizzano e si riconoscono per un comune denominatore: un EPF, external patogen factor, ossia un fattore patogeno esterno. Il fattore patogeno esterno può essere il freddo (nel freddo viaggiano i virus), il calore (nel calore viaggiano i batteri) o l’umidità (nell’umidità viaggiano i funghi). Freddo, calore e umidità sono ovviamente molto diversi fra loro, ma tutti e tre sono trasportati dal vento, che ne agevola la penetrazione all’interno dell’organismo. Questa circostanza, tra l’altro, spiega come mai la frequenza delle cefalee di origine esterna aumenta in misura esponenziale durante la primavera - stagione che, per la teoria dei 5 movimenti, si associa proprio al vento - e più in generale, durante i cambi di stagione, caratterizzati da bruschi cambiamenti atmosferici e clima ventoso. Le cefalee causate dal vento freddo migliorano con il calore: la persona prova avversione al freddo ed ha timore dell’esterno; il suo colorito è pallido e possono esserci altri sintomi quali rinorrea fluida e chiara. Le cefalee prodotte dal vento calore, al contrario, migliorano con il freddo. La persona sente caldo, ha gli occhi ed il viso rossi, ricerca il freddo e le bevande fredde; possono comparire sintomi quali muco denso e giallo e bruciore delle prime vie respiratorie. Le cefalee a base di vento umidità provocano ottundimento, sensazione di testa ovattata, pienezza gastrica e nausea; possono esservi sensazioni di artralgie, rallentamento motorio, pesantezza, intorpidimento muscolare (in Mtc: sindromi Bi, ostruttive dei meridiani tendino muscolari). Il trattamento delle cefalee di origine esterna è finalizzato, anzitutto, ad espellere il patogeno dall’organismo e quindi a rinforzare l’energia dell’organismo stesso. Infatti, alla base della penetrazione di una energia patogena (Xie Qi) all’interno dell’organismo, vi è sempre un deficit dell’energia corretta (Zheng Qi) o immunitaria (Wei Qi) di quest’ultimo. Pertanto, nella prima fase del trattamento sono indicati l’auricoloterapia, l’agopuntura, il tuina e la moxibustione (per le cefalee da vento freddo); nella seconda fase si pone indispensabile ricorrere alla dietoterapia ed al Qi Gong per rinforzare l’organismo Nella seconda parte parlerò delle cefalee di origine interna

Benedetto Fattori

I PENSIERI CONDIZIONATI - E CONDIZIONANTI - SONO IL MALE ASSOLUTO.....Non lo dico io ma un grande maestro di arti marziali, queste le sue parole: Alla nascita, la mente umana, riflesso di quella universale, poteva spaziare nell'infinito: crescendo la struttura del linguaggio diventerà la struttura del pensiero; le sensazioni, le emozioni, tutto il vissuto interiore, saranno delimitati e filtrati dalla lente deformante delle parole, fino al punto che la descrizione verbale del vissuto è più importante del vissuto stesso. Tutto sarà etichettato, descritto con una sequenza di parole: fatti, eventi, cose; ciò creerà una situazione paradossale: più cresce la sua conoscenza descrittiva, più aumenta la distanza dalla sua natura originaria. La mente sarà sommersa di continuo da un chiacchiericcio assordante, da un dialogo interiore che crea tensione e confusione, e non sarà in grado di distinguere il suo pensiero autentico dalla struttura superficiale del linguaggio. Con le parole, l’uomo condizionato, costruisce pensieri che lo faranno vivere male, con le parole costruisce la rappresentazione di quella che lui chiama "realtà"; e non si rende conto della situazione paradossale di essere carcerato e carceriere di sé stesso. La mente non smette mai di parlare a sé stessa, di produrre pensieri che la facciano sentire viva: Penso, quindi sono, la famosa frase di Cartesio, è il comandamento. Non è importante cosa si pensa, se è giusto o sbagliato, se moralmente corretto o no. Quello che conta è pensare! Questo pensare continuo e disordinato genera situazioni dolorose e un senso di fastidio esistenziale che, nonostante le cose vadano bene, che non ci manchi nulla, ci fa sentire a disagio nella nostra pelle causa un'eccessiva identificazione che impedisce di distaccarci da esso, per capire che non siamo solo pensieri, ma qualcosa di molto più vasto. Spesso sarebbe sufficiente comprendere come abbiamo pensato, comprendere la natura dei pensieri e la relazione che hanno con il corpo e le emozioni fondamentali, per uscire dalla sofferenza e scoprire altri modi di pensare e essere. Da SCIENZA TAO E ARTE DEL COMBATTERE - M° FLAVIO DANIELE

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24