Benedetto Fattori

LA PERSISTENZA FA LA DIFFERENZA !
Benedetto Fattori

L'applicazione dei 36 stratagemmi nel mondo occidentale - Parte prima

2019-03-28 10:49:51

Un distillato di cinque millenni di strategia bellica che travalica l'angusto ambito militare. I "36 stratagemmi" sono attuali ed efficaci nei campi più disparati: dalla psicologia alla politica, dal business al management, dall'educazione alla diplomazia, dalla comunicazione al marketing, dall'etica alle relazioni umane. Una scienza progredita del comportamento, una psicologia evoluta delle debolezze e delle forze degli individui all'interno del contesto strategico per controllare gli altri senza esserne controllati, per indurli a fare qualcosa senza che se ne accorgano, per fare qualcosa a loro insaputa o, ancora, per creare deliberatamente agitazione nel contendente e produrre determinate reazioni e movimenti. Qui si svelano le leggi del successo e dell'invincibilità. Attraverso i millenni, i "36 stratagemmi" non ha perso vitalità e non stupisce che oggi, in Oriente, sia considerata un'opera per l'addestramento dei manager. Così recitano, più o meno, tutte le introduzioni a questa fondamentale, importantissima, opera taoista, probabilmente scritta durante la prima dinastia ming (1350 d.c.). Già, ma come interpretarne il testo spesso sibillino ? E - soprattutto - come applicarlo nel nostro mondo occidentale, così diverso (ma non troppo) da quello cinese ? Ecco la mia personale guida... PREMESSA - QUANDO APPLICARE GLI STRATAGEMMI L’applicazione degli stratagemmi taoisti è utile quando i problemi non sono risolvibili mediante la logica ordinaria, si tratti di se stessi o degli altri. Per logica ordinaria qui si intende quella platonica ed aristotelica. Entrambe le filosofie hanno permeato la cultura occidentale nei secoli, influenzando l’analisi cartesiana e il pensiero di Kant. La logica occidentale che ne risulta concepisce come efficace e risolutivo tutto quello che parte da ciò che dovrebbe essere la realtà secondo l’idea (Platone): ne consegue un’impostazione lineare secondo cui se la realtà non corrisponde all’idea bisogna forzarla per modificarla e renderla uguale o simile a quella che dovrebbe essere secondo l’idea. Questa logica (analitica, binaria) è senz’altro efficace nel mondo del lavoro, con particolare riguardo alla soluzione di problemi tecnici (es. progetti di ingegneria ed architettura); non lo è rispetto ai sentimenti, alle emozioni, alle relazioni umane. Questo per vari motivi. Anzitutto nel mondo dei sentimenti l’assunto di base della logica aristotelica - una cosa non può esistere se esiste contemporaneamente il suo contrario – è infondato (si pensi soltanto alla poesia “Odi et amo” di Catullo; curiosamente i giapponesi questo lo sanno molto bene, dato che hanno un unico ideogramma, Isò, per definire il sentimento di amore/odio). Il mondo dei sentimenti e delle relazioni umane non è senza logica. In realtà la logica aristotelica/cartesiana è stata demolita e spazzata via dalla fisica quantistica (es. la luce è una particella e contemporaneamente un onda; l’elettrone, per quanto ciò sia teoricamente impossibile, passa per due punti) la quale ha scoperto altre logiche, come quella aletica e quella paraconsistente, del tutto simili - per non dire identiche - ai principi della filosofia taoista. Ma simili al taoismo sono anche le filosofie occidentali presocratiche: il sofismo, Eraclito (Tutto scorre!), Parmenide, Zenone ed i suoi paradossi (es. la tartaruga che vince su la corsa su Achille). Secondo la tradizione orientale cinese, la logica aristotelica è Yu Wei, ossia consiste nel forzare la realtà, nell’ostinarsi ad insistere, a combattere affinché essa cambi. Al contrario il taoismo e il buddismo (sia pur in modo differente) sono ispirati al principio opposto: Wu Wei, ossia quello dello sforzo inverso, dell’azione senza azione o più correttamente, dell’azione conforme agli eventi ed alla realtà...CONTINUA...

Benedetto Fattori

Svuotare la coppa, liberare il cuore

2019-03-25 13:07:01

Il Qi gong, (cigong o chi kung a seconda delle traduzioni), che possiamo tradurre con “lavoro sul qi”, è una disciplina tradizionale orientale che mira ad un maggior benessere attraverso l'ascolto di sè e del Sè: corpo, sensazioni, emozioni, pensieri.Il Qi gong è quindi una ginnastica che tende ad armonizzare i tre aspetti del corpo (Tiao shen), del respiro (Tiao xi) e della mente/cuore (Tiao xin), attraverso il riequilibrio posturale, l’allineamento del corpo, il rilassamento della muscolatura superficiale, la respirazione naturale, lenta e soprattutto profonda (come riferisce Chuang Tzu "Il saggio respira con i talloni, l'uomo comune respira con la gola"), l'armonia fra sensazioni fisiche e pensieri, la valorizzazione del "Qui e ora".Con la pratica del Qi Gong si otterrà un grande beneficio nella capacità di difesa del sistema immunitario e nell’aumento dell’energia fisica e mentale del corpo.La pratica del Qi Gong è per tutti, non richiede alcun preliminare requisito fisico o di altra natura, né conoscenza di arti marziali, sport da combattimento o altre discipline sportive.L'ideogramma di Xin (cuore in cinese) è una coppa: finché sangue ed emozioni entrano ed escono in continuazione, la coppa rimane vuota e si ha la salute, quando sangue ed emozioni ristagnano la coppa si riempie e si genera la malattia. Il pieno è la principale causa di quasi tutte le malattie fisiche e psicosomatiche.

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