Enzo Zevini

Top Founder President

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"Guardo il giardino coperto da qualche centimetro di neve. L'albero del melograno è leggermente imbiancato. Mi chiedo se anche mia madre stia osservando la neve dalla finestra della sua camera. Chiudo gli occhi e vedo l'immagine dei miei genitori che ballano, vestiti di bianco." Aki Shimazaki - Nel cuore di Yamato -

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Non ho mai scritto di te, non ci sono mai riuscito. Ci ho provato, ma non sono mai andato oltre un rigo. La stessa cosa è capitata con mio padre, il ricordo scritto mi è venuto fuori solo ventisei anni dopo la sua morte. È strano come scrivere di chi abbiamo amato ci riesce così difficile. Magari succede solo a me. Quando hai chiuso gli occhi per sempre, cinque anni fa, me lo aspettavo. A novembre dicesti: Guarda che al mio prossimo compleanno non ci arrivo. E per la prima volta ti ho preso sul serio; me lo diceva la tua voce, il tuo sguardo, avevi smesso di avere paura della morte. E così è stato, dopo due mesi te ne sei andata. L'altra settimana ho fatto un corso sulla biografia. Nei giorni precedenti ho preso le poche foto che ho, quelle che raccontano di te, di mio padre, dei miei fratelli e le ho portate con me. A guardare quelle immagini, qualcosa si è mosso, è stato come aprire un rubinetto dove da tempo non scorre più acqua. E ho scritto di te nello stesso giorno, il sei aprile, in cui avresti compiuto ottantuno anni, forse un caso, oppure no. Ti ho visto, un sogno a occhi aperti. Ero seduto sulla spiaggia e guardavo il mare. Sei venuta a sederti al mio fianco. Avevi sedici anni, quanti ne avevi in questa foto in compagnia di quello che sarebbe diventato tuo marito, mio padre. Ti ho chiesto se eri stata felice. Mi hai guardato e mi hai sorriso. Aspettavo una risposta, una parola, ma tu continuavi a sorridere. Ti sei alzata, sei andata incontro al mare. Prima di entrare in acqua ti sei voltata verso di me con la stessa espressione di come eri apparsa, senza darmi una risposta. Ma cosa vuol dire essere felici? Avrai provato gioia, dolore, amore, odio come tutti gli esseri umani. Non lo so se sei stata felice, come non so se mio padre è stato felice: ma comunque sia andata avete vissuto e lasciato tracce, ricordi indelebili del vostro passaggio. Avete generato vita che scorre in me. Vivo e sento gli effetti della vostra esistenza nel pulsare del mio cuore, nel sangue che scorre nelle vene, nell'aria che trattengo nei polmoni quando riaffiorate nella mia mente. E in tutto questo ci sei ancora, in quel tuo sorriso immaginato il significato, o forse solo quello che ho voluto vedere: felice o no, è stata una storia, una vita, non solo la tua, anche quella che è venuta dopo, imprescindibile dal tuo passaggio su questa terra.

Enzo Zevini

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"Chiudi tutte le porte, prima e dopo. Tutti i modi di pensare della gente, lasciali perdere. Tutto quello che chiede la meravigliosa società? Come siamo messi socialmente? «Dovrei, dovrei, dovrei»? Al diavolo tutto questo. Quello che dovresti essere, quello che dovresti fare, tutto questo, beh, uccide ogni cosa". Philip Roth - La macchia umana -

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