Vincenzo Barbieri

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III PARTE Fu solo molti anni dopo che si cominciò a realizzare l’importanza e la bellezza di questo patrimonio e furono iniziati degli scavi sistematici che miravano a portare alla luce Pompei antica e tutte lle sue bellezze. Si cominciò a cercare il perimetro della città, per dare una stima delle sue dimensioni, e soprattutto cambiò il metodo di recupero dei beni: le pitture, i mosaici e gran parte degli oggetti ritrovati furono lasciati sul posto; le colonne, le murature e le strutture furono restaurate e le case ricoperte di tetti per evitare il degrado. Tutto mirava, ora, a ricostruire l’antica disposizione della civis. Si cercava, insomma, di far rivivere la città non di strapparle i pezzi di umanità che le erano rimasti suggellati. Ed è proprio qui che comincia la magia.

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II parte La storia degli scavi di Pompei La città fu interamente seppellita e le sue tracce furono perse – ed ignorate – per secoli, fino a quando, nel 1748, sotto il regno di Carlo III di Borbone, iniziarono gli scavi che riportarono alla luce il patrimonio archeologico che oggi conosciamo. Purtroppo non subito fu capita l’importanza di tale scoperta, e in principio l’opera di scavo era concentrata solamente sulla ricerca di qualche “gingillo” e suppellettili per riempire i musei o per decorare i palazzi reali. Fu per questo che le domus ritrovate furono letteralmente saccheggiate e lasciate poi all’incuria.

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