Vincenzo Barbieri
Founder Junior
Il Gesù Nuovo non è solo un capolavoro dell’arte barocca che nei secoli ha sedotto studiosi e viaggiatori. Non è neanche solo una cartolina di Napoli che, anni fa, finì sul retro delle diecimila lire. ma è anche un pentagramma a cielo aperto, con una musica scolpita nella facciata e finalmente decifrata da uno storico dell’arte, Vincenzo De Pasquale, 55 anni, con la passione per il misterioso Rinascimento napoletano, quello vero. La sua indagine, cominciata nel 2005, insieme a Salvatore Onorato che l’ha aiutato nei sopralluoghi, assomiglia, ma senza i delitti connessi, a quella del «Codice da Vinci» e spazia dall’Italia all’Ungheria, dal cuore sacro di Napoli ai trompe-l’oeil rococò di Eger, cittadina magiara quasi ai confini con l’Ucraina. La scoperta ha del clamoroso. In breve, i segni che sono incisi sul bugnato della facciata del Gesù Nuovo non sono altro che la partitura di un concerto per strumenti a plettro (mandole e affini).Infatti a osservare bene le pietre nere vulcaniche si scoprono dei segni di circa dieci centimetri. «Finora si è pensato che fossero i simboli delle diverse cave di piperno dalle quali provenivano» spiega De Pasquale, mostrando un largo foglio che riproduce pietra per pietra la facciata della chiesa.Sono invece delle lettere aramaiche. L’aramaico era la lingua parlata da Gesù. Sono solo sette segni e ognuno corrisponde a una delle note». Lette in sequenza da destra a sinistra, guardando la chiesa, dall’edificio del liceo pedagogico Fonseca a quello del liceo classico Genovesi, e dal basso verso l’altro, le incisioni, tradotte in note, compongono una musica della durata di quasi tre quarti d’ora.musica rinascimentale che segue i canoni gregoriani» aggiunge De Pasquale che, per darne, un’idea, ne fa ascoltare una registrazione sul telefonino. Il suo sogno è quello di eseguirla in pubblico proprio al Gesù Nuovo, restituendo a Napoli un frammento della sua storia infinita.
Vincenzo Barbieri
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Ciao buongiorno a tutti.. Dopo aver fatto colazione già il mio pensiero va in quel dell'imbrunire, Vi inviterei tutti al mio futuro desinare ma ahimè son condannato alla solitudine, io e le mie cozze.
Vincenzo Barbieri
Founder Junior