Patrizia Masciari

Mystic Mentor

2022-01-08 09:07:08
«La forma più comune di disperazione è non essere chi sei.»

Nel non essere fino in fondo chi siamo veramente, siamo profondamente disperati; nell’essere agiti da qualcuno dentro di noi, la vita sembra sospesa su un abisso e molti perdono la vita per questo. Ho avuto esperienza di tali fenomeni in molte occasioni durante le costellazioni familiari e spirituali, sia come conduttore sia come spettatore che come cliente. Quando si viene liberati da uno di questi irretimenti, nella sala macchine tutto torna in ordine e la rotta può procedere senza interferenze. Qualcosa di intimamente doloroso viene risolto e le vecchie sofferenze lasciano spazio a nuove gioie, perché una grande parte dell’anima torna disponibile e la volontà non è più sotto sequestro. Allora la voce della mente e quella che viene dalle profondità diventano una voce unica. E la felicità può accadere perché il cuore sorride al proprio destino, libero da destini di altri. 

Gabriele Policardo

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Patrizia Masciari

Mystic Mentor

2021-12-29 11:43:39
“Mai prima d’ora le relazioni sono state così problematiche e conflittuali come lo sono adesso. Come probabilmente avete notato, non sono fatte per rendervi felici o per completarvi. Se continuate a cercare la salvezza nelle relazioni, ne sarete delusi ancora ed ancora. Ma se accettate che la relazione sia qui per rendervi consapevoli invece che felici, allora la relazione vi offrirà la salvezza, e voi allineerete voi stessi con la consapevolezza più alta che vuole venire alla luce in questo mondo. Per coloro che si afferrano ai vecchi schemi, vi sarà un aumento di sofferenza, di violenza, di confusione e di follia." 

Eckhart Tolle

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Patrizia Masciari

Mystic Mentor

2021-12-29 11:11:23

 COME SOPRAVVIVERE ALLE FESTIVITA' NATALIZIE 

 "Ci siamo quasi! Ho scelto questo titolo un po’ cinematografico perché davvero in molti temono il Natale e soprattutto i parenti. Nei miei seminari spesso scherzo un po’ su come le festività in famiglia scatenino strane epidemie, che colpiscono sempre alcuni ma non altri. Curiosamente, le famose “intossicazioni” colgono giusto quelli che rivangano, scavano, rinfacciano, si azzuffano e mai quelli che mangiano in disparte, in silenzio, senza lasciarsi toccare o tirare dentro alle beghe. Certamente, in questi giorni è più facile rispolverare vecchi conflitti, riaprire vasi di Pandora mal chiusi, toccare corde ancora tese rispetto a situazioni familiari. Per sopravvivere a questo Natale, ai giorni festivi e agl’incontri coi parenti, ho una formula, che deriva dalla mia esperienza attraverso le costellazioni familiari. Può accadere d’incontrare qualcuno con cui siamo particolarmente in tensione, con cui ci sono state incomprensioni, o semplicemente, i nostri fratelli, genitori o cognati, sentendo un certo attrito, una contrazione. Un buon modo per non cadere nelle vecchie trappole, per non farsi mettere all’angolo emotivamente, è guardare a ciascuno ripetendo nella propria anima “tu sei giusto così”. Quando interiormente diciamo a qualcuno “tu sei giusto così”, gli consentiamo di essere così com’è, nel bene come nel male, senza giudicarlo, senza entrare nel merito, senza schierarci, senza farci dividere o indebolire da etichette, definizioni, giudizi. Facciamo posto nella nostra anima anche per lui, lo includiamo e lo prendiamo in noi, invece di tagliarlo fuori. Al contempo, nella nostra anima diciamo a noi stessi “anch’io sono giusto così” e rinunciamo a giudicarci, sgridarci, comprimerci. Infine, possiamo anche provare un altro esercizio sistemico. Guardiamo qualcuno che ci sta particolarmente antipatico, che ci irrita, che ci fa arrabbiare per come si comporta, o per ciò che dice. Immaginiamo alle sue spalle una figura. Qualcuno che lo “abita”, qualcuno che è stato escluso, dimenticato, disprezzato. Qualcuno cui egli, con il suo malessere, con i suoi atteggiamenti, dà una voce. Perché questo è il suo compito sistemico, il suo amore speciale. In questo modo il nostro cuore si aprirà e il Natale sarà davvero un momento profondo di celebrazione, rinascita, condivisione. Colgo questa occasione per porgerti i miei migliori auguri. 

Come? Con Amore, dicendoti “sei giusto così, anche io sono giusto così; insieme, camminiamo nel mondo con fiducia, in armonia”. 

Buon Natale". 

Gabriele Policardo

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