Founder Junior
di Vittorio Carlini
Da un lato il bitcoin e la criptoeconomia che, per la loro stessa natura digitale, sono globali. Dall’altro gli Stati che fanno da soli. Paesi i quali, seppure spesso puntino alla stretta sul settore, non vogliono lasciarsi scappare il business della blockchain.
È lo scenario che emerge dall’analisi realizzata da Il Sole 24 Oree dallo studio Annunziata&Conso sullo stato mondiale nelle cryptocurrency.
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Oggi Elon Musk ha twittato per l’ennesima volta in favore di Dogecoin (DOGE), ma la criptovaluta non ha sortito nessun effetto e il suo prezzo è rimasto stabile come se nulla fosse.
Sicuramente il CEO di Tesla, ora che ha iniziato la sua lotta contro Bitcoin ha perso in termini di credibilità nel mercato crypto e quindi c’era da aspettarsi che il suo inneggiare a Dogecoin potesse iniziare a non avere più alcun effetto sui trader.
D’altronde, il suo andirivieni di posizione pro e contro e poi di nuovo pro e contro Bitcoin non ha avuto effetti positivi sul prezzo di BTC e anche sulla sua reputazione in ambito crypto.
Certo va anche detto che il post su Twitter di oggi su Dogecoin non è stato niente di rilevante, ma solo una sorta di canzoncina dedicata a DOGE sulla falsariga di quella del progetto Baby Shark.