Francesca Amato

Per il compleanno voglio un orchestra che suoni, un minuetto di vento,un valzer di tuoni, voglio vedere i miei anni danzare, sciami di api e cannoni sparare, voglio i miei affetti più cari vicini, folletti guizzanti, salami e arlecchini. Voglio che il tempo si fermi stasera, che ogni fiaba per oggi sia vera. Voglio vedere il principe azzurro, non il solito ometto buzzurro, voglio diamanti come una diva, cascate di pane con l'olio di oliva, vorrei rivedere chi non c'è più e il Papa che danza leggiadro in tutù, vorrei che i bambini ridessero sempre, vorrei ferragosto, ma il venti dicembre. Vorrei non averti mai visto e parlato, vorrei svegliarmi e non averti sognato, per il mio compleanno e attraverso ogni tempo vorrei solamente che tu fossi contento. ( Francesca Amato, Figghia cangiata, Aletti Ed. 2012)

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Francesca Amato

E’ IN PARTENZA DAL PRIMO BINARIO….è luglio, fa caldo, l’aria condizionata non funziona quasi mai e quando funziona sembra di stare in Lapponia a Natale, quanta gente che c’è oggi, chi va a lavoro, chi torna a casa, guarda quella ragazza che piange, ha appena salutato il fidanzato alla stazione, si rivedranno presto, ma a quindici anni sembra tutto così grande e definitivo, un vecchio dorme sorridendo, chissà cosa sogna, forse di quando il suo passo era leggero e in fondo alla strada lo aspettavano due occhi pieni di amore, poco più in là un gruppo di ragazzi si fotografa di continuo e ride, la vita passa attraverso i finestrini per un attimo si incrociano destini e le case si aprono agli occhi curiosi dei viaggiatori come piccoli palcoscenici, qui al sud il treno è un’esperienza lenta, fatta di incroci e scambi, di piccole stazioni chiuse e caselli abbandonati, che sembra che non si arrivi mai e intanto leggi, pensi, confidi la tua vita a chi per un attimo diventa compagno del tuo andare, forse proprio perché sai che non lo rivedrai più e fuori passano gli ulivi che stendono i loro rami al cielo quasi cercassero un abbraccio e tu, cosa fai, mamma? Stai dormendo? Dormi sempre quando prendiamo il treno …cosa succede, mamma? E allungo le braccia proprio come quegli ulivi, abbracciami….e poi più niente….in un attimo tante storie sono state cancellate….SONO FIGLIA DI FERROVIERE, OGGI IN MANO HO LA LAMPADA CHE USAVA A LAVORO IL MIO PAPA’, CHE DIVENTA ROSSA E VERDE E MI VIENE DA PIANGRE PERCHE’ HO SEMPRE AMATO I TRENI, QUEL SUONO DI NINNA NANNA…..QUELL’ODORE DI FERRO E VIAGGIO, NON SI DOVREBBE MORIRE MAI IN TRENO….E LA COLPA E' SEMPRE DEL MACCHINISTA,MA CHI COME MIO PADRE SU QUEI TRENI CI HA VISSUTO PER 30 ANNI SA CHE NON E’ COSI’ (PUGLIA-12 luglio 2016)

Francesca Amato

Canterò le mie canzoni per la strada / ed affronterò la vita a muso duro / un guerriero senza patria e senza spada / con un piede nel passato / e lo sguardo dritto e aperto nel futuro / e non so se avrò gli amici a farmi il coro / o se avrò soltanto volti sconosciuti / canterò le mie canzoni a tutti loro / e alla fine della strada / potrò dire che i miei giorni li ho vissuti. Pierangelo Bertoli,

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