Quello che non può mancare nella vita di una trentenne a spasso coi tempi è l’esperienza simil lesbica, la fai con la tua migliore amica, penso che ci siamo passate più o meno tutte, ditemi di sì o giuro che mi do al porno! Capita quella sera che esci con degli uomini talmente inscopabili che dopo il sesto o settimo bicchiere di un qualche intruglio alcoolico l’unica cosa dignitosa che ti rimane da fare e buttarti sulla tua amica, solo che noi non eravamo Madonna e Britney Spears, noi eravamo più orientate su Bridget Jones, quindi mentre ci baciavamo appassionatamente rotolando su tutti i tavoli del locale, assumendo posizioni che ormai la mia schiena non tollererebbe più, è capitato che ci siamo schiantate a terra e a lei si è aperta leggermente la testa, tant’è, ma non ce ne siamo accorte, continuando a dare uno spettacolo orrendo in bilico tra Dario Argento e Tinto Brass…fino a che io non mi sono guardata la mano e ho capito che qualcosa non andava…abbiamo finito la nostra serata tra il Pronto Soccorso, che ha emesso un verdetto di alito vinoso, che ancora conservo e casa della mia amica che io dovevo tenere sveglia per via del trauma cranico, con sua madre che nella notte entrò nella stanza tastandomi la testa come se si trattasse di un melone e disse “Che ti hanno fatto ai capelli, povera figlia mia!!!!” “Signora sono Francesca, sua figlia è nell’altro letto e i capelli me li ha ridotti così l’ennesima tintura…credo…”.(Da "Ma io lo amavo...." di Francesca Amato)
Te ne sei andata un ottobre di otto anni fa…le foglie avevano cominciato a cadere e il vento le portava via, eri la mia migliore amica…nessun incontro speciale da raccontare il primo giorno che ci siamo viste, ti ho presa al canile, eri in mezzo a una marea di altri cani che piangevano e tentavano di avvicinarsi, ho chiuso gli occhi, come facevo a scegliere una sola creatura a cui cambiare la vita e mi sono affidata al caso e il caso era un miracolo di dolcezza bianco e nero con due grandi occhi marroni, che raccontavano una storia triste…dieci anni assieme, i vicoli di Ballarò, gli esami all’università, la casa colorata in Vucciria….e quando il mio ex mi chiamò di notte, io ero in paese, ti avevo lasciata con lui e un pit ti aveva aggredita, il viaggio in treno con il cuore in gola, ma tu eri una combattente e ce l’hai fatta! Mi ricordo quando ti lasciai per andare in Tunisia, non facevo che pensare a te, quando sono tornata saltavi come una molla e avevi quell’aria da “non lasciarmi mai più” e io non ti ho più lasciata, insieme alle feste,alle lezioni, avanti e indietro col treno, sempre tu e io….c’eri quando Chiara se n’è andata, quando preparavamo plastici e progetti , c’eri durante la mia storia più intensa e l’hai vista finire, hai visto il mio cuore chiudersi, eri con me nelle deliranti serate coi clown di corsia, nelle gite coi miei amici venuti dalla Campania….l’unico essere a non avermi ferito, se sentivo un vuoto ,tu sapevi come riempirlo….i tuoi occhi erano la prima cosa che vedevo ogni mattina, la più bella…poi arrivò Frida e io non ho mai pensato di vedere un cane e un gatto così uniti, eravamo una famiglia…te ne sei andata una notte di ottobre,il 29 ottobre di sette anni fa, ti ha portata via un fibrosarcoma, un mostro con un nome orribile….”Buonanotte, piccola Diana, domani si va dal veterinario, non posso lasciarti soffrire così…”, i tuoi occhi per l’ultima volta nei miei….alle 5 di mattina Frida ha iniziato a piangere, non era un miagolio, era proprio un pianto…arrivederci, Diana….sei volata via come un foglia,in silenzio come sempre senza disturbare,quel giorno assieme ai tuoi bellissimi occhi hai portato con te una parte della mia vita, la più felice….perdonami se non ti ho amata, quanto mi hai amato tu, ma sono solo un umana e noi tutto quell’amore non sappiamo nemmeno cosa sia…( Francesca Amato)