Francesca Amato

Lasciate che ve lo dica, l’estate per noi cicciottelle non è mai facile, non lo è la vita in generale, da un lato le battute continue "tu nei paesi freddi non avresti problemi” al “si vede che a te piace mangiare” e tu incassi col sorriso della Gioconda e gli occhi lucidi di chi sa che essere sovrappeso non è sempre una scelta, dall’altra quelli che se gli scappa una considerazione sulla forma fisica ,poi fanno ancora più casino per correggere la gaffe, mettendoti in un imbarazzo letale, come se fossi Quasimdo in mezzo al carnevale , poi ci sono quelli “dimagrisci ,lo dico per te” che sono più fastidiosi di un perizoma tra le chiappe e per finire i “fregatene, sei bella come sei”, che credetemi, strano, ma vero, non servono a una minchia, perché meglio la carne che l’osso solo se sei dal macellaio…ma l’estate è un vero calvario, di solito la sensazione più frequente , stesa al sole ad arrostirti, è quella di essere un grosso rotolo di kebab in bikini. Certo, la sensazione non è delle migliori, ma ti sei convinta che prendere un po’ di colore ti avrebbe fatto somigliare meno ad una pallida burrata. Un’altra croce sono le gambe, che oltre ad essere piacevoli, come una appendicectomia eseguita da Hannibal ti impongono vestiti castigati e il completo veto sugli shorts, ora una potrebbe pure fottersene bellissimamente, ma non io, io che a mare mi avvolgo nel pareo come un cannolo, io che non mi avvicino troppo all’uomo che mi piace ,perché penso…poi mi tocca …e me ne sto là a tirarmi giù la gonna e a trattenere il fiato….il record di apnea è MIO. Un’altra cosa fastidiosa dei chili di troppo in estate è la questione abbigliamento. Parliamoci chiaro: se fossi magra sarei sempre mezza svestita. Avrei un armadio di shorts e di magliette striminzite e passerei il grosso del mio tempo in costume, soprattutto nei luoghi e nei momenti meno appropriati. Sarei la sagra del cattivo gusto, insomma, e da questo punto di vista, grazie metabolismo per avermi salvato: se sei sovrappeso, d’estate, vivi in gonnelloni. A volte in jeans, sudando solo al pensiero. Le gonne almeno al ginocchio – oggi ne avevo una più corta e mi sentivo a disagio come se fossi stata scoperta ad un concerto di Rovazzi. Tutte queste noie sono, in realtà, facilmente superabili, se hai abbastanza i conti a posto con te stessa. Del resto sai – sì, lo sai – perché ci son quei chili. Sai contro cosa stai combattendo, sai che ce la farai, se lo vorrai. Che hai superato l’esame di statica e saprai affrontare anche dell’insulina che fa i capricci. Del resto, se hai l’insulina che fa i capricci, le paranoie perché non puoi mettere i micro top non è che siano proprio in cima alle preoccupazioni. Ma anche se così non fosse, son quarant’anni o quasi che ti stai accanto, sai quel che sei e quel che non sei, indipendentemente da quel che dice la bilancia. Di tutti i problemi, però, uno è davvero fastidioso. Prende le sembianze di chi ti prende per i fondelli, di chi ti pesa a vista, di chi “per voi grasse l’estate è un inferno”. E tu sei lì che li guardi, questi soggetti, con un misto di commiserazione e nervoso. Gliele suoneresti, sì, ma per il loro bene. Perché i tuoi chili ti hanno insegnato qualcosa che a loro sfugge. Così ti ritrovi a prendere un bel respiro e a spiegare che sì, l’estate di una grassa non è molto piacevole. Ma anche esser degli stronzi come loro per tutto l’anno non dev’essere proprio il massimo. ( Francesca Amato)

Francesca Amato

Il dialetto siciliano, come la lingua inglese si presta a semplificazioni concettuali. Esempio: Ora ti sono immune, non puoi più farmi del male perché ho sviluppato gli anticorpi che mi rendono più forte di prima. Nulla può scalfirmi d'ora in avanti. Diventa: Me la puoi sucare.

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Francesca Amato

Forse i nostri problemi sono cominciati quando ci siamo lasciati convincere che, per sognare, bisognasse prima addormentarsi.

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