Elisea Sangiorgi

UN AURIGA TUTTO PER NOI Ai monaci è prescritto di rasarsi i capelli, in modo che possano andare e venire senza che gli amici e compagni d’un tempo li possano riconoscere. Ma oggi vediamo che costoro desiderano essere riconosciuti e persino stimati, adulati e adorati: cose queste che soddisfano il loro ego; quelle stesse cose ch’essi dovrebbero evitare! Letteralmente parlando, un monaco dovrebbe, secondo il proverbio, mangiare come un cane e dormire come una volpe. Mangiare solo ciò che trova e solo per calmare la fame, e dormire ovunque egli trovi riparo, senza accumulare cibo per il giorno dopo o fermarsi a costruire una casa ove passare i propri giorni. Fuggite dalle intricate spire dei sensi e dall’ego che le stimola. Dedicatevi all’adorazione, alla meditazione o alla ripetizione dei Nomi con un’attenzione ben centrata, in modo che, quando vi rialzate, il vostro volto splenda della Luce della Consapevolezza. La casa è munita di una porta destinata a permettere l’ingresso a coloro che voi desiderate far entrare. Sorvegliate la porta, affinché non entrino anche cani e somari, polvere e foglie secche. I sensi e la mente sono le porte dalle quali le influenze malefiche si possono infiltrare nella vostra coscienza, ed ivi trovarvi domicilio. Considerate tutte le vostre azioni come un’adorazione. IL DOVERE È DIO. IL LAVORO È PREGHIERA. Qualunque cosa accada, accettatela volentieri come una Sua Opera, come un segno della Sua Compassione. Tukaram visse sempre in questo stato d’animo. Quando non aveva nulla da mangiare, ringraziava Dio per l’opportunità che gli dava di digiunare; quando aveva da mangiare, ringraziava Dio d’esser venuto a Lui in quella forma, e di sostenerlo affinché egli potesse cantare la Sua Gloria. Impenetrabile è la Sua Maestà, la Sua Compassione e la Sua Grazia; esse si presentano sotto forme diverse, così com’Egli vuole Prashanti Nilayam, domenica 18 agosto 1968. (Sathya Sai Speaks-vol. VI)

Elisea Sangiorgi

UN AURIGA TUTTO PER NOI..... Il ruolo dell’India è stato quello di far rammentare questa iniziazione al genere umano e di aiutarlo a ottenere sicurezza. Ma negli ultimi tempi questi ruolo è stato negletto, giacché lo scopo è quello di procurarsi piaceri immediati ancorché temporanei e non una felicità duratura. La Manusmriti, che regola la vita quotidiana dell’individuo, la santifica e la salva ad ogni momento, viene oggi respinta come una guida antiquata; le sue regole morali e sociali vengono giudicate sorpassate. Per l’uomo moderno la vita dev’essere un continuo ciclo di gioia. Così egli passa da una delusione all’altra, continuamente alla ricerca di quella gioia che i conseguimenti materiali non gli possono dare. La gioia è una trappola ingannevole, mentre il dolore è il vero maestro, perché insegna la cautela, la circospezione, la discriminazione, il distacco, la consapevolezza e l’attenzione. La morte non è un “nemico crudele”, come la di descrive, ma l’amica, la compagna, l’insegnante e la benevola congiunta che vi prende tra le sue braccia rivestendovi dell’alimentazione del ricordo. Il cuore dell’uomo dev’essere temprato e non indurito; dev’essere reso morbido, non viscido; ciò può essere ottenuto solamente grazie ai colpi delle perdite, del dolore e del l’angoscia: è così che ci modella Dio nello stampo divino. Ma l’uomo è cieco alla Sua Misericordia, e si ribella al primo colpo di martello dello scultore! Abbandona una forma divina per trasferire la sua fedeltà a un’altra forma, ritenendo ch’essa gli sia più propizia. Voi prendete un ritratto di Sai Baba, lo ponete sull’altare di casa vostra e cominciate a offrirgli fiori. Se poi, alcuni giorni più tardi, la vostra mucca vi da meno latte del solito, ritenete che sia dovuto alla disgrazia portata dal nuovo Dio venuto in quella casa; oppure a causa dell’ira di quello precedente che è stato sostituito, e perciò gettate via il ritratto! Non dovete offrire fiori ne’ adorare una qualsiasi forma di Dio nell’interesse di questi bassi profitti. Non dovete perdere la grande opportunità di associarvi al Divino, identificandoLo invece con le vostre futili simpatie e antipatie, o vistose mire e ambizioni. È questo l’ordine: Anityam asukham lokam imam prapya bhajasva mam: >(Bhagavad Gita IX, 33.) Come può il corpo sfuggire alla malattia e alla morte? Come può la mente sfuggire all’agitazione e all’ansia? Naturalmente potete padroneggiare la malattia e la morte, evitare l’agitazione e l’ansia prendendo i rimedi adatti, e osservando il regime prescritto. Cantate la Gloria di Dio quando siete afflitti da dolore o dalle preoccupazioni, perché è proprio allora che avete maggior bisogno di Lui. È con l’alzarsi della febbre che si devono prendere le pastiglie di antibiotico ad intervalli ravvicinati, o in quantità maggiori. I Pandava conobbero il segreto di questo successo; si affidarono al Signore ogni volta che le circostanze congiuravano contro di loro......... Prashanti Nilayam, domenica 18 agosto 1968. (Sathya Sai Speaks-vol. VI.)

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Elisea Sangiorgi

UN VERO REGALO DI COMPLEANNO Non serve a niente il semplice riconoscimento della venuta del Signore, senza anelare ai benefici di questo Avvento. In ere precedenti, chiamate Krita, Treta e Dvapara Yuga - attualmente ci troviamo nella quarta, il kali Yuga - non erano in molti quelli che accettavano le Incarnazioni del Signore come tali. Persino i genitori stessi degli Avatar, i loro parenti, i loro compagni esitavano ad adorarli. Soltanto alcuni saggi, che avevano coltivato la visione interiore attraverso lo studio e la sadhana, riconobbero la Loro Realtà. Ma oggi, mentre correnti di dispute e controversie stanno minando la fede e l’adorazione, la buona fortuna che vi ha condotti faccia a faccia al Mio cospetto è un qualcosa per cui dovreste ringraziare i vostri meriti conquistati attraverso molte vite. Non è una fortuna consueta. Questa Incarnazione si muove con voi, canta con voi, parla con voi condividendo con voi la vostra gioia e il vostro dolore, allo scopo di consolare, incoraggiare e guarire. È una relazione unica. Siete giunti oggi alla vostra dimora. Questa è la vostra casa, non la Mia. La Mia casa è il vostro cuore. Perciò, cercate di non pranzare altrove se non qui a casa vostra, ove ricevete questo cibo da Me consacrato, il prasada. Prashanti Nilayam, 23 novembre 1968. Sathya Sai Speaks-vol. VI.

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