Elisea Sangiorgi

UN AURIGA TUTTO PER NOI In ogni era il Divino si è incarnato coma Avatar, per alcuni compiti ben determinati, l’attuale incarnazione è diversa, perché ha a che fare con una crisi di ampiezza e di ripercussione mondiale. La presunzione intellettuale è cresciuta in modo così selvaggio al punto che gli uomini sono diventati tanto stolti da chiedersi > L’immoralità ha indossato i panni della morale, e sta attirando l’uomo nei pantani del peccato. La verità viene definita una trappola, ci si fa beffe della giustizia, e i santi vengono molestati come se fossero dei nemici pubblici. Per questo motivo è venuta questa incarnazione: per sostenere il vero e sopprimere il falso. Io mi comporto con voi, camminando, cantando, ridendo e viaggiando, ma stare ben attenti al colpo che Inferirò all’improvviso, quale castigo ed avvertimento. Scorticherò i peccatori per i loro torti, e accarezzerò i virtuosi per la loro rettitudine. Tutti avranno giustizia. Prashanti Nilayam, domenica 18 agosto 1968. Discorsi 1967/68. Sathya Sai Speaks-vol. VI.

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Elisea Sangiorgi

DIO, LA SORGENTE DEL BENE. Sivarathri è un giorno di buon augurio per tutti. È il quattordicesimo giorno delle due settimane lunari, quando la luna cala e il sole è nel segno dell’Acquario. La festività è correlata alla luna più che al sole. Questa è la ragione per cui è chiamata Sivarathri, la notte di Siva. Le altre notti sono solo notti, ma questa notte particolare è la notte di Siva, la notte della consacrazione, la notte della dedizione, la notte dell’illuminazione. La mente è intimamente associata alla luna. Chandra, la deità della luna, presiede la mente. Essa perde un sedicesimo della sua brillantezza ogni giorno dopo la luna piena e continua a calare finché questa notte rimane con un solo sedicesimo del suo potere. La luna calante può essere paragonata al fermarsi della mente con tutti i suoi capricci e volubilità ridotti dopo essere stati vinti dal sadhana spirituale. In questa notte c’è solo una minima parte da conquistare e questo può essere fatto mantenendosi vigili e fermando l’attenzione sulla Gloria di Dio. La veglia prescritta è simbolo della veglia eterna che si deve osservare, mentre il rito del digiuno significa togliere ai sensi il piacere che essi bramano. I bhajan che durano tutta la notte significano la consapevolezza della Divina Presenza che ognuno dovrebbe coltivare durante la vita. I riti e i voti fatti per Sivarathri sono assenti nelle altre notti dell’anno e la loro osservanza in questo giorno deve ricordare la loro utilità. Durante la veglia, alcune persone passano la notte assistendo a una serie di film o giocando a carte. Può una persona che si rigira nel letto perché non prende sonno dire che sta osservando il voto della veglia? Può una cicogna, che sta su un piede sulla riva di un fiume, intenta in apparenza a prendere e inghiottire un pesce, dire che sta praticando la meditazione? Può una persona che rifiuta la colazione perché ha avuto un bisticcio con sua moglie dire che sta osservando un digiuno? Non ci sono scorciatoie o trucchi possibili sul sentiero spirituale. Abbiate alti ideali. Sforzatevi di elevarvi. Dirigetevi alla più alta metà. Qualunque sia l’ostacolo o l’opposizione che incontrate sulla via, non scoraggiatevi. Rinunciate all’animale che c’è in voi, rafforzatevi nelle virtù umane e procedete arditamente verso il raggiungimento della Divinità. Non vacillate passando dalla bhakthi ai piaceri terreni e poi ancora alla bhakthi. Quando ogni cosa ha successo, siete tutti per la devozione; quando si impone la disciplina, voi rinunciate, quando vi si inonda d’amore, siete i primi a riceverlo, questa duplice attitudine deve essere cancellata. Lo stesso divino principio che i ricercatori si sforzano di visualizzare durante anni di ascetismo e rinuncia, japa e thapa, è davanti a voi qui e ora; rendetevi conto della buona fortuna che avete trovato. Oggi, nel sacro giorno di Sivarathri, Io ho concesso il perdono per tutti gli errori in cui siete caduti volontariamente o involontariamente finora. Abbiate fausti pensieri, dite a tutti fauste parole e fate azioni di buon auspicio e, come risultato, raggiungerete l’incarnazione di Mangala o buon auspicio, Siva stesso. Mahasivarathri, Brindavan, 7 marzo 1978. Discorsi di Sathya Sai Baba volume X secondo tomo.

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Elisea Sangiorgi

Quando esattamente ebbe origine la Ghita? Cosa significa Ghita? La parola significa canto. Poiché Bhagavan o Dio è onnipresente, anche il canto di Dio deve essere onnipresente. Perciò, in realtà, il pranava o L’OM, è la Ghita di Dio. Il canto di Dio non può essere destinato a pochi o ad alcune persone o capito da una sola nazione. L’OM è universale, eterno, pieno dell’essenza di tutti i significati spirituali. Perciò L’OM o il pranava è la reale Ghita di Dio. Ed essa non può avere compleanno che l’uomo possa celebrare, poiché ebbe origine prima del tempo. Il nostro “Se’”risuona col pranava, ma in mezzo al clamore del mercato, al rumore del commercio e della vita, i nostri piccoli “Se’” non sono capaci di udirlo. I nostri sensi pretendono la nostra attenzione. Le nostre menti agognano di essere lasciate libere fra i pensieri del mondo esterno. Ovviamente le nostre passioni e i pregiudizi devono essere calmati, e solo allora possiamo udire L’OM, il canto del Signore che sgorga dal cuore. Abbiate fede che il Soham che si assorbe nell’OM è il principio di Sai, il Sai Thatwam. “S” sta per Sai, “A” per That e “I” per il sadhak stesso. Il nome Sai vi ricorda “Thatwamasi” (Sai e Io siamo uno: Soham). Nel primo stadio il sadhak dice: “Io sono in Sai”, nel secondo stadio “Sai è in me”, e nello stadio terzo e finale, “Sai e Io siamo Uno”, essendo sparita la dualità fra i due. Quando la verità colpisce l’individuo come un lampo in mezzo a nuvole scure, e rimane, conferisce Beatitudine, e in quel momento di illuminazione OM si rivela in tutta la sua grandezza. Prashanti Nilayam, 13 agosto 1978. Estratto del discorso Divino di Sathya Sai Baba. Volume X, secondo tomo.

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