Elisea Sangiorgi

Non c’è la minima punta d’egoismo nel cercare di avere gioia; ciò che la vanifica o la declassa sono soltanto i mezzi attuati per ottenerla. La realtà dei fatti è che l’uomo è venuto al mondo munito di mente, intelligenza, memoria, linguaggio, coraggio e coscienza solo per riempirsi di felicità (ananda), ed egli è il solo fra tutti gli esseri viventi ad avere l’occasione e le potenzialità. Purtroppo, ha dimenticato questa missione e gironzola in questa giungla dietro a piaceri insulsi, che crede onorevoli e benefici. Bombay, Sardar Patel Stadium, mercoledì 23 Marzo 1966. Sri Sathya Sai Baba Discorsi vol. V.

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Elisea Sangiorgi

Questo è un giorno sacro, e dev’essere un giorno di buone azioni e di pensieri sacri, non di passatempi e di piaceri sensuali, come banchettare o andare al cinema. È naturale che la gente sia all’incessante ricerca di felicità, ma, nella sua ignoranza, lo fa ricorrendo a questi passatempi vacui. La gioia interiore, però, pura e integra, si può ottenere mediante la soddisfazione di desideri più elevati, sublimi, come il desiderio di libertà, di espandersi al limite estremo, di sfuggire alla schiavitù, di conoscere l’Ultimo e l’Universale. I saggi hanno istituito queste festività, perché siano per l’uomo un passo lungo il suo cammino verso il Traguardo. Ciononostante si sta sprecando un Capodanno dopo l’altro senza pensare al suo significato. Passano gli anni, l’uno dopo l’altro, in tentativi sbagliati di cercare la felicità e nella conseguente tetra disperazione. Pensateci un momento! Il minuto secondo è l’unità base del tempo e l’anno ha 365 giorni, ognuno dei quali conta 24 ore, ciascuna di 60 minuti primi, di 60 secondi ognuno. Passati 365 giorni diciamo che è trascorso un anno. Ricomincia la lista dei mesi, a partire dal Capodanno, che si celebra con una bella bisboccia. In realtà, in questo giorno non è successo proprio nulla di nuovo. Non è l’anno ad esser nuovo, bensì l’istante che segue l’ultimo istante dell’anno che è finito. Per celebrare qualcosa di nuovo nel tempo, non state ad aspettare che i secondi si assommino fino a produrre ore, giorni, un anno: celebrate il secondo che viene immediatamente dopo a questo con uno sforzo sincero di avere la gioia imperitura. Bombay, Sardar Patel Stadium, mercoledì 23 Marzo 1966. Sri Sathya Sai Baba Discorsi vol. V.

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Elisea Sangiorgi

Il miglior ausilio per la vittoria spirituale è la fede in Dio. Quando godete della contemplazione dello splendore del Signore nulla di materiale vi può attrarre; ogni altra cosa vi sembra inferiore, e vi piace solo la compagnia degli umili e dei devoti. Questo Paese del Maharashtra è stato per molto tempo la dimora di santi che hanno cantato la Grazia del Signore, che avevano trovato sull’altare dei loro cuori. Il fiume di devozione che scorse coi loro canti ha reso fertili milioni di cuori inariditi non solo qui, ma anche in altre regioni. Le loro preghiere, mortificazioni e discipline yoga hanno aiutato molti aspiranti a raggiungere il Signore più presto e più intimamente, tanto da rendere la loro fede totalmente incrollabile. Kabir, Ramdas, Tukaram e tanti altri hanno conosciuto la strada regia della devozione per tutta l’umanità. Se è ammesso reclamare la propria eccellenza spirituale, il Maharashtra lo può fare a buon diritto, seguito a ruota dal Saurashtra. Ora avete il dovere di vivere secondo il patrimonio che vi hanno tramandato i pii vostri antichi padri, perché giovi al vostro sviluppo spirituale. Bombay, Sardar Patel Stadium, giovedì 17 Marzo 1966. Sri Sathya Sai Baba Discorsi vol. V.

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