Elvino Miali Psicoterapeuta

Percorsi per cambiare

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Elvino Miali Psicoterapeuta

Percorsi per cambiare

Fai ancora in tempo

2018-09-12 08:40:51

Sei di fronte a una decisone che potrebbe cambiare la tua vita e non sai che pesci pigliare: studio musica o ingegneria? Lo mollo o non lo mollo? Rimango a Venezia o vado a vivere in Toscana? E non hai la sfera di cristallo. Tre caratteristiche importanti da tenere in conto quando abbiamo il problema di fare una scelta e non sappiamo bene se andare a destra o a sinistra. Tornare indietro dopo aver mosso mari e monti potrebbe costarti molto caro; inoltre quella che razionalmente potrebbe sembrarti la scelta giusta magari non è quella che ti renderà felice, che scalderà il tuo cuore, la tua pancia e certamente oggi ti sfuggono dei particolari che si evidenzieranno solo quando sarai dall’altra parte della decisione e potresti pentirti amaramente di non averci pensato prima. Il sistema classico di problem solving risale ai ricordi dell’infanzia. Ti ricordi la maestra quando ti diceva “Prendi il foglio, dividilo in due e fai una colonna A e B”? Non era certo per fare problem solving, ma rende l’idea. Siamo portati a fare una scelta seguendo criteri prettamente razionali, i pro e i contro. Il metodo si evolve a livello ingegneristico dando un peso specifico e un valore numerico a ciascuna delle cose. Se per te il fatto che ci sia un buon clima è molto importante, beh allora avrà un peso specifico maggiore. Oggi ti voglio descrivere brevemente una tecnica che io utilizzo all’interno del corso Migliora la tua autostima rispetto al prendere la decisone giusta e si chiama lasciati attrarre dal tuo futuro. Metti due bigliettini davanti a te a distanza di 3 metri circa e immagina te stesso sia a destra, che a sinistra, in un arco temporale più o meno di due anni, poi può variare a seconda del tipo di scelta che devi fare, e immagini te stesso fra due anni come sarai se avrai scelto A e te stesso fra due anni se avrai scelto B. Tu sei da questa parte, vedi entrambe le cose e ti fai già un’idea di che faccia hanno questi due te stessi. Allora vai a sinistra e lascia che, mentre fai questa passeggiata verso il tuo futuro, i tuoi piedi ti portino come se fossero dotati di una loro volontà autonoma e cerca di vivere le sensazioni correlate a fare questa scelta. Quando arriverai in fondo, supponiamo due anni, cerca di immergerti completamente in quel te stesso e sii consapevole dell’ambiente intorno a te, di quello che farai a livello comportamentale, quali saranno le tue capacità, i tuoi valori in base ai quali hai fatto questa scelta, le tue convinzioni e, a livello di identità, per chi o per cosa vale la pena di fare questa scelta. A quel punto fai un respiro e ascoltati. Che sensazioni, che informazioni ti arrivano da questo futuro? Potrebbe rivelarsi più bello o meno bello di come lo avevi immaginato, potrebbero arrivarti delle informazioni che non sospettavi. A questo punto girati indietro verso il te stesso che nel passato deve ancora fare la scelta e dagli un messaggio, magari fa ancora in tempo a venire da questa parte, o in tempo di andare da quella parte perché quel futuro non ti piace. Una volta tornato indietro nel tempo presente è ora di esplorare l’altra alternativa e quindi di nuovo ti muovi lentamente, arrivi nel futuro, ti immergi completamente, ti giri, guardi il te stesso dal futuro e dici “oh, cavolo ma qui si sta proprio bene, ma che stai aspettando a venire da questa parte? – oppure – No, no vai dall’altra”. Avrai sicuramente più informazioni e quello che ti arriverà potrebbe essere decisivo per il tuo futuro. Dunque lasciati attrarre dal tuo futuro e fai la scelta giusta, sei ancora in tempo. Buon cammino! www.dottormiali.it

Elvino Miali Psicoterapeuta

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Ansia da prestazione

2018-09-11 05:02:53

Oggi parliamo di ansia da prestazione. Daniel Goleman utilizza una metafora efficace per spiegare cio’ che accade quando le emozioni prendono il sopravvento sulla razionalità: lo psicologo statunitense afferma che ‘esse “sequestrano” la sostanza grigia’. Ricordo all’esame di Clinica chirurgica un amico, appena bocciato, ripetere affranto : “La sapevo! L’avevo studiata! La sapevo fino a un attimo prima!” La sua mente, a causa del nervosismo per l’esame, era andata completamente in tilt: al momento della prova non ricordava più nulla. Tutto questo si spiega con il fatto che la paura è andata rafforzandosi nel tempo, senza mai trasformarsi nell’affermazione “Sono pronto!”. A conferma di cio’, alcuni esperti sostengono che la soluzione sia di ri-etichettare la preoccupazione sentita, chiamandola non piu’ ‘tensione’ ma ‘eccitazione’ : “Sono pronto! Fatti sotto!” Ma quando le gambe fanno “Giacomo, Giacomo”, oltre un certo limite quantitativo, te la puoi raccontare quanto vuoi ma la fifa è fifa! Sto dando messaggi negativi? Niente affatto: ci sono passato personalmente e voglio raccontarti le cose come stanno. La via d’uscita c’è! Quando, davanti alla paura per una futura prestazione, pensi alla frase “Io ora ho il controllo”, chiediti: “Quanto la ritengo vera, da 1 a 7?”, dove 7 è completamente vera e 1 completamente falsa. Se la risposta è 1 o 2, per quanto tu possa ripeterti di essere pronto, quello che stai sentendo non e’ l’eccitazione del grande performer. Avvalendosi di una delle tecniche a mio parere più efficaci contro la paura e l’ansia da prestazione, l’EMDR, e’ possibile portare la tensione sotto un certo grado. Solo allora sarai pronto ad andare e, con la mente razionale, controllare le emozioni. E’ necessario utilizzare uno strumento adeguato che dia conferma al tuo bambino spaventato che ‘tutto e’ ok!’. Non grazie alla ‘potenza della mente’, ma attraverso una tecnica efficace, puoi accogliere la paura, rispettarla e darle il tempo di rielaborare le passate esperienze, predisponendoti positivamente verso il futuro. Buona performance! www.dottormiali.it

Elvino Miali Psicoterapeuta

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Perdonare per essere più felice e in salute

2018-09-10 13:19:36

Una delle emozioni più nobili ma che al tempo stesso fa elevare scudi e resistenze a protezione delle nostre ferite è il perdono. “Perdonare io? Assolutamente: quello non non se lo merita!”. “Dovrebbe provare lui quello che ho provato io”. “Che mi chieda scusa e poi ne discutiamo!” Sono le reazioni più comuni legati a questo tema. Con l’articolo di oggi definiremo cosa non e’ il perdono, per sgombrare il campo da alcuni ostacoli che impediscono a questo stato d’animo di farsi strada in ognuno di noi. In primis, perdonare non è un regalo a chi ci ha fatto un torto, ma è un dono che facciamo a noi stessi. Gli studi dimostrano che alla capacita’ di perdonare è associata una vita più felice e in salute. Perdonare non significa scusare l’altro: se provi rabbia a causa di una situazione subita, e’ quella l’emozione che ti devi permettere di sentire, fino in fondo. Accogliere e accettare la rabbia è il primo passo per riuscire poi a lasciarla andare. Alla fine di tutto, il perdono arrivera’ come un sentimento che ti liberera’ dalla sofferenza. Se pensi che il perdono equivalga a porre l’altra guancia o a dimenticare, non è così perche’ altrimenti non avresti imparato dall’esperienza. Perdonare ti farà guadagnare maggiore lucidità per dirigere le tue scelte e liberare energia per vivere la tua vita. Ed infine, non significa riconciliarsi con l’altro: potrai anche decidere di non frequentare più quella persona, non perché provi ancora rancore ma perché senti che il tempo con quell’individuo è concluso. Se l’altro ha sbagliato, vivrà le conseguenze dei suoi atti, ma questo non è incompatibile con la capacità di guardare con compassione colui che ha ancora un cammino da fare. Scegli di meritare tutta la serenità che il perdono potrà regalarti: impara a perdonare. www.dottormiali.it

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