Reddito di cittadinanza
Parliamo del Reddito di cittadinanza
Il Reddito di cittadinanza. Un bene od un male per le persone? Sicuramente aiuta chi è in difficolta’, ma dall’altro lato della medaglia non stimola più le persone a cercare lavoro specialmente in un periodo come questo dove si stipulano contratti a termine sottopagati che nessuno in possesso del reddito accetta. Inoltre è stato dato a cani e porci tanto che si stanno scoprendo famiglie intere, spesso di mafiosi ecc dove ogni membro percepisce un reddito personale. Dall’altra parte lo Stato che attraverso i tutor doveva offrire lavoro a chi percepiva il reddito ha miseramente fallito. Così oggi c’è chi lo vuole abrogare ed altri che lo difendono a spada tratta. Sbagliano tutti e due. Infatti il reddito è indispensabile per chi realmente è in difficoltà, non va abrogato ma riformato. Il problema è come. Prima di tutto con un maggior controllo della reale necessità di chi lo richiede e dall’altro organizzandosi per offrire un lavoro.
La prima parte e’ la più semplice basta richiedere oltre all’Isee un certificato di residenza , uno stato di famiglia e l’Isee dei conviventi. Fatto 500 il minimo per ciascun membro della famiglia si moltiplica per i membri e sì tolgono i redditi di lavoro sia dipendente che autonomo sopra i 500 euro mensili.
Per intenderci. Una famiglia di 4 persone: due lavorano, uno è studente ed il quarto disoccupato. A 500 euro dovrebbero avere 2000 euro al mese. Se i due che lavorano hanno un reddito di 1300 euro al disoccupato vanno 700 euro di reddito di cittadinanza da versare direttamente su un c/c.
Per l’offerta di lavoro basta ricreare i vecchi uffici di collocamento per chi ha il reddito. Quindi chi percepisce il reddito deve iscriversi entro un mese all’ufficio collocamento indicando quali professioni vuole svolgere. Le aziende richiedono personale. Dopo un periodo di prova di 30 gg le aziende o lo assumono o lo reinviano all’ufficio che lo rimette in lista. Al terzo reinvio si perde il reddito. In questo modo le aziende potranno assumere e non ci saranno più sfaticati perché sanno che perderanno il reddito e lo Stato diventa il controllore totale del lavoro.
Parliamo del Reddito di cittadinanza
Il Reddito di cittadinanza. Un bene od un male per le persone? Sicuramente aiuta chi è in difficolta’, ma dall’altro lato della medaglia non stimola più le persone a cercare lavoro specialmente in un periodo come questo dove si stipulano contratti a termine sottopagati che nessuno in possesso del reddito accetta. Inoltre è stato dato a cani e porci tanto che si stanno scoprendo famiglie intere, spesso di mafiosi ecc dove ogni membro percepisce un reddito personale. Dall’altra parte lo Stato che attraverso i tutor doveva offrire lavoro a chi percepiva il reddito ha miseramente fallito. Così oggi c’è chi lo vuole abrogare ed altri che lo difendono a spada tratta. Sbagliano tutti e due. Infatti il reddito è indispensabile per chi realmente è in difficoltà, non va abrogato ma riformato. Il problema è come. Prima di tutto con un maggior controllo della reale necessità di chi lo richiede e dall’altro organizzandosi per offrire un lavoro.
La prima parte e’ la più semplice basta richiedere oltre all’Isee un certificato di residenza , uno stato di famiglia e l’Isee dei conviventi. Fatto 500 il minimo per ciascun membro della famiglia si moltiplica per i membri e sì tolgono i redditi di lavoro sia dipendente che autonomo sopra i 500 euro mensili.
Per intenderci. Una famiglia di 4 persone: due lavorano, uno è studente ed il quarto disoccupato. A 500 euro dovrebbero avere 2000 euro al mese. Se i due che lavorano hanno un reddito di 1300 euro al disoccupato vanno 700 euro di reddito di cittadinanza da versare direttamente su un c/c.
Per l’offerta di lavoro basta ricreare i vecchi uffici di collocamento per chi ha il reddito. Quindi chi percepisce il reddito deve iscriversi entro un mese all’ufficio collocamento indicando quali professioni vuole svolgere. Le aziende richiedono personale. Dopo un periodo di prova di 30 gg le aziende o lo assumono o lo reinviano all’ufficio che lo rimette in lista. Al terzo reinvio si perde il reddito. In questo modo le aziende potranno assumere e non ci saranno più sfaticati perché sanno che perderanno il reddito e lo Stato diventa il controllore totale del lavoro.
Il Reddito di cittadinanza. Un bene od un male per le persone? Sicuramente aiuta chi è in difficolta’, ma dall’altro lato della medaglia non stimola più le persone a cercare lavoro specialmente in un periodo come questo dove si stipulano contratti a termine sottopagati che nessuno in possesso del reddito accetta. Inoltre è stato dato a cani e porci tanto che si stanno scoprendo famiglie intere, spesso di mafiosi ecc dove ogni membro percepisce un reddito personale. Dall’altra parte lo Stato che attraverso i tutor doveva offrire lavoro a chi percepiva il reddito ha miseramente fallito. Così oggi c’è chi lo vuole abrogare ed altri che lo difendono a spada tratta. Sbagliano tutti e due. Infatti il reddito è indispensabile per chi realmente è in difficoltà, non va abrogato ma riformato. Il problema è come. Prima di tutto con un maggior controllo della reale necessità di chi lo richiede e dall’altro organizzandosi per offrire un lavoro.
La prima parte e’ la più semplice basta richiedere oltre all’Isee un certificato di residenza , uno stato di famiglia e l’Isee dei conviventi. Fatto 500 il minimo per ciascun membro della famiglia si moltiplica per i membri e sì tolgono i redditi di lavoro sia dipendente che autonomo sopra i 500 euro mensili.
Per intenderci. Una famiglia di 4 persone: due lavorano, uno è studente ed il quarto disoccupato. A 500 euro dovrebbero avere 2000 euro al mese. Se i due che lavorano hanno un reddito di 1300 euro al disoccupato vanno 700 euro di reddito di cittadinanza da versare direttamente su un c/c.
Per l’offerta di lavoro basta ricreare i vecchi uffici di collocamento per chi ha il reddito. Quindi chi percepisce il reddito deve iscriversi entro un mese all’ufficio collocamento indicando quali professioni vuole svolgere. Le aziende richiedono personale. Dopo un periodo di prova di 30 gg le aziende o lo assumono o lo reinviano all’ufficio che lo rimette in lista. Al terzo reinvio si perde il reddito. In questo modo le aziende potranno assumere e non ci saranno più sfaticati perché sanno che perderanno il reddito e lo Stato diventa il controllore totale del lavoro.