Adriana Rosu

Founder Starter

2023-01-17 15:49:43

Fermati per 2 minuti e leggi:

1. Supponiamo che siano le 19:45 e torni a casa dopo una giornata insolitamente difficile al lavoro (ovviamente da solo).

2. Sei davvero stanco, arrabbiato e frustrato.

Improvvisamente, inizia a sentire grandi dolori al petto con un'espansione al braccio e alla mascella. Sei a circa cinque chilometri dall'ospedale più vicino a casa tua

4. Purtroppo non sai se puoi arrivare a tanto.

5. Sei stato addestrato a dare il primo soccorso, ma il ragazzo che ha insegnato il corso non ti ha detto come farlo su te stesso.

6. Come puoi sopravvivere da solo ad un infarto? Poiché molte persone sono sole quando hanno un attacco di cuore, la persona il cui cuore batte inadeguato e che si sente privo di sensi ha solo 10 secondi prima di perdere coscienza.

7. Tuttavia, queste vittime possono aiutarsi tossandosi. Prima di ogni tosse, devi prendere un'ispirazione profonda e la tosse deve essere profonda e prolungata, come nel produrre la sputa dal profondo del petto. Un respiro e una tosse devono essere ripetuti ogni due secondi senza interruzione, finché non riceviamo aiuto o finché il cuore batte normalmente.

8. I respiri profondi portano ossigeno nei polmoni e i movimenti della tosse comprime il cuore e mantiene la circolazione sanguigna.

La pressione sul cuore aiuta anche a ripristinare il ritmo normale. In questo modo le vittime di infarto possono andare in ospedale.

9. Dillo a più persone possibili. Potrebbe salvargli la vita!

10. Un cardiologo dice: Se qualcuno che riceve questo messaggio invia a 10 persone, scommetti che salveremo almeno una vita.

Adriana Rosu

Founder Starter

2023-01-03 03:47:26

PERCHÉ HO DECISO DI FARE L'OSS? 💪🇮🇹❤️

Non lo so, non ci sono mai dei veri perché, non c'è una risposta esatta e non vedo il motivo di tale domanda:"ma tu perché fai L'OSS?".

Non c'è una risposta, ma c'è una vita da raccontare, ci sono esperienze che mi hanno portato a soffrire, gioire, vedere ingiustizie, trovarmi impotente nel non poter aiutare o assistere chi aveva bisogno.

L'OSS non è un mestiere.

L'OSS non è un impiego.

L'OSS è una professione.

L'OSS non è solo una vocazione.

L'OSS è usare l'umiltà per donare amore a chi non può alzarsi da un letto.

L'OSS è imboccare un paziente tetraplegico.

L'OSS è far sorridere un paziente che ha un tumore ed è in fase terminale.

L'OSS è stare ad ascoltare un utente psichiatrico che ti dice di vedere babbo natale.

L'OSS è portare con urgenza in area rossa un caso grave e mettere gli elettrodi per agevolare il lavoro dell'infermiere.

L'OSS è il tuo solo amico quando i tuoi parenti si sono dimenticati che esisti.

L'OSS è un miliardo di cose.

E non chiedeteci perché facciamo gli OSS, non domandateci se ci fa schifo fare l'igiene a un malato o se ci fa schifo pulire il vomito,

perché la risposta è no, perché all'inizio ti fa senso è vero, ma se poi metti amore non ti fa più schifo, come fa a farti schifo ad aiutare chi si affida a te?

E ricordiamoci tutti che non siamo infallibili come umani, non siamo invulnerabili, e tutti noi possiamo avere bisogno un giorno di qualcuno che si debba prendere cura di noi.

Quindi, non giudicateci, non sfruttateci, perché prendersi cura delle persone non è da tutti

e se è vero che le vite dei vostri cari valgono tanto, non date due lire a chi assiste i vostri cari.

Con affetto una persona che è diventata OSS.

Adriana Rosu

Founder Starter

2022-12-27 01:54:11

Questa è la storia di Ettore, un gatto

abbandonato nel 1997 in una scatola di cartone sugli scogli del molo di Viareggio, che è stato notato e salvato.

Non aveva una casa, ne aveva 100 almeno; non aveva un "padrone", ma aveva cento, mille amici che si prendevano cura di lui...

I pescatori di Viareggio erano la sua famiglia. Lui li aspettava in questo punto del molo, aspettava la sua "cena" e le loro coccole, e loro erano ben felici di regalargli porzioni di pescato e carezze.

Ormai era la mascotte di tutti, grandi, piccini e turisti.

Questo fino a dicembre 2016. Diciannove anni di affetto, strusciate e fusa.

Qualcuno si è accorto che il tempo era quasi finito, così Ettore è stato portato in un rifugio dove ha vissuto con cure e amore fino al 15 dicembre, quando la sua codina si è fermata per sempre ed è corso sul ponte a giocare con le stelle...

Adesso gli è stata dedicata una statua in bronzo, posizionata nel punto sul molo in cui lui aspettava i suoi amici pescatori... E sulla targa possiamo leggere:

"ETTORE

Il gatto dei pescatori.

Il gatto che ha vissuto sul molo di Viareggio per 19 anni.

(1997-2016)".

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#dammilazampa

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