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ANNA MAGNANI "LA GATTARA" ❤️
“Camminava per le vie di Roma, con un foulard che le copriva la testa, col cesto di cibo per i gatti randagi. Apostrofata da un maleducato, si voltò, levandosi il foulard e folgorando il passante, che rimase impietrito: era Anna Magnani“. L’episodio, rievocato da Franco Zeffirelli, testimonia il grande amore e l’impegno della celebre attrice romana per gli animali e per i gatti in particolare.
Quella meravigliosa donna oltre che attrice dal talento fuori dal comune era anche la protettrice di tutti i gatti randagi di Roma. Nelle sue abitazioni, non c'è foto che non la ritragga con qualche gatto in braccio o sulle ginocchia.
Anna diceva "Io e la gente ci capiamo poco, alle feste preferisco la solitudine ma per riempirmi la serata bastano due gatti che giocano sul tappeto”. Come darle torto ❤️


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Buongiorno, signora Carmen.
- Buongiorno.
Cosa fa lì ferma? Sentirà freddo.
- Sto aspettando mio figlio. E' andato a comprare qualcosa un po' di tempo fa, ma sembra che sia in ritardo ha aggiunto la vecchia, guardando il suo orologio. Non si preoccupi, sono sicuro che non ci vorrà molto. Vi dispiace se vi faccio compagnia?
- Grazie, non ti preoccupare. Sono sicura che hai cose migliori da fare che far compagnia ad una vecchia come me. Qualche ragazza fortunata la starà aspettando... Non è un disturbo, ve lo assicuro. Ci sedemmo su questa panca e aspettammo... E Michele, come ogni mattina, sedeva accanto alla sua vecchia madre, aspettando un figlio che non è mai stato così vicino...


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10 OTTOBRE, GIORNATA MONDIALE DELLA SALUTE MENTALE
Questa foto è stata scattata nel 1966.
Ritrae una donna in un manicomio, con il viso sofferente e la postura rassegnata.
Prima della legge Basaglia, 180, del 1978, poco più di 40 anni fa, esistevano dei luoghi in tutta Italia, dove il malato psichico era invisibile.
Viveva tra le proprie feci, vomito e urine, relegato all'assoluta indifferenza del mondo esterno. Parenti inclusi.
Anzi, erano soprattutto i parenti a vergognarsi di quegli scarti societari legati al letto, le cui grida erano soffocate.
Veniva sistematicamente praticato l'elettroshock. Ovvero una scarica elettrica dritta nel cervello del degente, volta a togliere allo stesso l'aggressività.
Funzionava! Eccome se funzionava.
Peccato che oltre all'aggressività, toglieva loro anche tutto il resto.
La forza, la speranza, la dignità di essere umano.
Bastava un nulla per finire in manicomio.
A volte stati d'ansia o depressivi, oggi comunissimi.
Poi è arrivata la psicoterapia, la medicina e la terapia farmacologica, la dignità. La speranza...
(Web)
